rotate-mobile
Cronaca Cervia

Lo sfogo dello chef: "Siamo la terra di nessuno, sono un imprenditore pentito"

"Questa zona, a un centinaio di metri dal centro, è ormai ostaggio del degrado. Le strade sono dissestate, sporche e desolate. La nostra è una vita impossibile"

"Siamo a due passi dal centro, ma in realtà qui sembra di essere in periferia". Michele Mauri, pluridecorato chef de La Piazzetta di Milano Marittima, non immaginava, un anno e mezzo dopo l'inaugurazione del suo elegante ristorante sulla rotonda Don Minzoni, di dover stilare un bilancio così deprimente: "Questa zona - si lamenta - è ormai ostaggio del degrado. Le strade sono dissestate, sporche e desolate. Siamo a un centinaio di metri dai negozi del centro, ma anche nel cuore dell'estate la passeggiata, attorno alla rotonda, è praticamente inesistente. Colpa di strade piene di buche e invase dagli aghi di pino, ma colpa anche di un'amministrazione che evidentemente considera questo spicchio di centro come la terra di nessuno".

Mauri, in particolare, accusa il Comune di "non tenere in alcuna considerazione" le attività di questa zona: "Gli eventi organizzati dall'amministrazione - dice - si fermano sempre 100 metri più in là. E ogni qual volta, come privati, proviamo a organizzare di tasca nostra qualche iniziativa, l'ente pubblico, puntualmente, ci rende la vita impossibile". E qui Mauri srotola tutta una serie di episodi: "A fine luglio - ricorda - come attività di viale Dante, volevamo organizzare una serata d'intrattenimento. Avevamo già fatto una colletta, ma quando siamo andati in comune per i permessi ci hanno tirato fuori un extra da 400 euro per una fantomatica autorizzazione sull'impatto acustico". E ancora: "Lo scorso mese di aprile - prosegue - la fontana che domina il viale era ancora fuori uso. Quando ho chiamato il Comune per ricordare che la stagione turistica era alle porte, un tecnico mi ha spiegato con toni serafici che i lavori erano programmati per il mese successivo". Uno dei punti dolenti della zona - secondo lo chef milanese - è la pulizia dell'arredo urbano: "Le aiuole dobbiamo curarcele noi - spiega - e quando piove o c'è vento gli aghi di pino non li viene a raccogliere nessuno. Noi facciamo dei cumuli che restano lì per dei giorni. Qualche decina di metri più in là, invece, sulle strade non si vede l'ombra di una foglia".

Oggi Michele Mauri si dichiara, senza alcuna esitazione, un "imprenditore pentito". "Quando nell'aprile del 2016 con la mia compagna decidemmo di aprire un locale proprio a Milano Marittima - racconta - avevamo in mente tutto un altro scenario. Noi proponiamo una ristorazione stellata, una cantina con 400 etichette, il pane fatto in casa ed un percorso esperenziale fatto di creatività, contaminazioni e materie prime di primissima qualità, piatti che da queste parti, lo dico con tutta l'umiltà possibile, si degustano in pochissimi ristoranti, ma evidentemente non basta". Altro neo della città, secondo Mauri, è l'impossibilità a entrare in alcune importanti rassegne, come Sapore di Sale o la Sagra della Cozza: "Sono manifestazioni a numero chiuso - denuncia - eventi a cui partecipano sempre gli stessi. Per chi viene da fuori e avrebbe bisogno di una mano, la risposta è sempre la stessa: quest'anno non c'è posto, riprovi il prossimo. Come Piazzetta, siamo riusciti solo a fare il Natale, ma alzi la mano chi, in quell'occasione, è riuscito a guadagnare qualcosa".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lo sfogo dello chef: "Siamo la terra di nessuno, sono un imprenditore pentito"

RavennaToday è in caricamento