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Cronaca

Lo showman di Mirabilandia in piazza a Roma: "Noi discriminati, riaprire subito i parchi divertimento"

C'è anche una rappresentanza ravennate alla manifestazione indetta dall’associazione Parchi Permanenti Italiani aderente a Confindustria che si svolge a Roma in Piazza del Popolo martedì mattina

"Siamo pronti a manifestare e a fare valere i nostri diritti". C'è anche una rappresentanza ravennate alla manifestazione indetta dall’associazione Parchi Permanenti Italiani aderente a Confindustria che si svolge a Roma in Piazza del Popolo martedì mattina e che segue la petizione #NO1luglio, che in pochi giorni ha già raccolto decine di migliaia di firme e che continuerà anche dopo l’evento, allo scopo di anticipare il via libera ai parchi tematici e acquatici. Tra chi è sceso in piazza ci sono anche i lavoratori di Mirabilandia: in primis Davide Padovan, storico showman del parco divertimenti ravennate che nei giorni scorsi ha anche lanciato una petizione - sottoscritta a oggi da oltre 5400 persone - per chiedere appunto la riapertura anticipata dei parchi tematici.

I lavoratori di Mirabilandia protestano a Roma

"I nostri parchi tematici l'anno scorso erano considerati luoghi sicuri, e infatti con i dovuti protocolli non si sono registrati contagi, zero tra i dipendenti e zero tra gli ospiti - spiega Padovan in diretta da Roma - Improvvisamente, forse fa paura la parola divertimento, quest'anno le noste attività sono costrette a ripartire per ultime, mentre le stesse attività sono già state fatte ripartire al chiuso. Noi non accettiamo in alcun modo di essere discriminati e vogliamo assolutamente esercitare il nostro sacrosanto diritto al lavoro. Fateci aprire, ci si può divertire al sicuro al 100%, c'è tanto bisogno di vivere con più leggerezza: gli strumenti per contrastare il virus sono più sicuri di quelli dell'anno scorso, i vaccinati aumentano giorno per giorno. Riaprire si può, fate riaprire i parchi tematici".

“Chiediamo di non essere discriminati. Siamo gli ultimi a ripartire nonostante abbiamo dei protocolli così rigidi che l’hanno scorso hanno garantito che in nessun parco italiano ci fosse nessun contagio né fra gli operatori né fra gli ospiti - commenta Riccardo Marcante, direttore generale di Mirabilandia - A fronte di tutto questo ci sono settori che ripartono molto prima di noi, parlo dei ristoranti al chiuso, dei cinema e dei teatri, delle palestre e delle fiere, e noi siamo gli ultimi a ripartire come se fossimo i peggiori degli untori. I nostri protocolli di sicurezza sono quelli validati a livello mondiale dalla Iapa, la federazione internazionale dei parchi di divertimento, e prevedono l’utilizzo della mascherina, la sanificazione di tutte le aree, il mantenimento della distanza di sicurezza e soprattutto un contingentamento degli ingressi che ci ha fatto ridurre l’affluenza massima nel nostro Parco di circa il
cinquanta per cento”.

I lavoratori dei parchi divertimento di tutta Italia sono scesi in piazza per difendere la dignità umana e professionale di oltre 60.000 lavoratori, tra occupati fissi, stagionali e dell’indotto, fortemente preoccupati per il loro futuro, a causa della decisione del Governo di concedere l'apertura degli stessi parchi divertimento solo il prossimo 1 luglio. “Il Governo sta giocando con il futuro di migliaia di lavoratori, molti dei quali sono stagionali e dal 30 aprile hanno perso ogni sussidio - commenta Giuseppe Ira, presidente dell’associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia - Le Istituzioni non possono continuare ad ignorarci. Chiediamo di poter aprire prima, come avviene all’estero e come sarebbe logico dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi riferite all’invito ai turisti stranieri di tornare in Italia a partire dal 15 maggio. Sarebbe spiacevole che i turisti trovassero chiusi solo i parchi a tema: le nostre sono attività sicure, all’aperto e i protocolli predisposti lo scorso anno hanno dimostrato di funzionare perfettamente”. 

Il settore è composto da circa 230 strutture tra parchi a tema, faunistici, avventura e acquatici. Nel 2019 ha generato un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro e 25.000 posti di lavoro diretti (tra occupati fissi e stagionali). Cifre che salgono rispettivamente a 2 miliardi di euro e 60.000 addetti considerando l’indotto composto da hotel, ristorazione, merchandising, manutenzioni e altri servizi collaterali. Nel 2020 il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura, 5 parchi italiani sono passati sotto il controllo di fondi di investimento stranieri e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali.

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