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Sanità

Lotta al caro bollette: la Regione sblocca 15 milioni di euro per le aziende sanitarie

L’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, commenta l’approvazione in Assemblea legislativa della legge d'iniziativa della Giunta sull'Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio sanitario regionale

“Un intervento straordinario della Regione, che consente ancora una volta e per il terzo anno consecutivo di far fronte con risorse nostre all’enorme incremento delle spese che il servizio sanitario sta affrontando. In attesa fiduciosa che dal Governo arrivi una risposta concreta in tempi rapidi”. Così l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, commenta l’approvazione in Assemblea legislativa della legge d'iniziativa della Giunta sull'Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio sanitario regionale che stanzia 15 milioni di euro a sostegno del caro bollette in sanità. Risorse regionali derivanti da variazioni compensative, di competenza e di cassa, rese possibili attraverso risparmi da economie di spesa senza, però, incidere sulla qualità delle prestazioni sanitarie.

“La sanità sta vivendo un momento di particolare difficoltà: dopo la pandemia, che pure grava ancora sul nostro servizio sanitario, gli aumenti dei costi energetici hanno fatto il resto dando vita ad una tempesta perfetta che ha bisogno di immediata risposta. Le risorse stanziate con il Dl Aiuti, 1,6 miliardi di euro, da ripartirsi tra le Regioni per quota di accesso e non per costi effettivamente sostenuti, è una cifra insufficiente per il reale andamento dei costi per le Aziende. La sanità pubblica va difesa e sostenuta, soprattutto in un momento di grande difficoltà come questo. La politica, a partire dal Governo, deve porre la sanità come elemento centrale: da parte dello Stato vogliamo risorse adeguate e strutturali”.

In particolare, la proposta di legge risponde all’esigenza di sostenere l’equilibrio economico-finanziario delle Aziende sanitarie regionali a fronte del consistente incremento dei costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche. Per monitorare questo andamento, già a inizio 2022 la Regione ha avviato un monitoraggio bimestrale dei conti economici delle Ausl per verificare dinamiche gestionali, costi sostenuti e il loro impatto sui bilanci in un momento di emergenza: è emerso che l’incremento complessivo dei costi è stato di oltre 250 milioni di euro. Inoltre, è stato costituito un gruppo di lavoro regionale con energy manager per la ricognizione dei contratti in essere e approfondimento dei consumi e dei costi unitari.

In aula l’assessore è intervenuto anche sullo sforamento del tetto di spesa per i dispositivi medici. “La riscossione del payback per le Regioni- ha precisato Donini- è un atto dovuto. In caso contrario sarebbe inevitabile la contestazione di danno erariale a carico delle Regioni stesse. Nell’ambito della Conferenza delle Regioni e nei rapporti col Governo, l’Emilia-Romagna non ha mai taciuto le diverse incognite e contraddizioni del payback dispositivi medici. Ma sappiamo bene che il tetto impatta maggiormente sulle Regioni, come l’Emilia-Romagna, che hanno una forte sanità pubblica ospedaliera e territoriale, e che sono molto attrattive anche per i cittadini che non ne siano residenti, soprattutto per la cura e per interventi chirurgici di alta complessità che richiedono ingenti spese sanitarie in farmaci e dispositivi medici”

Per questo motivo l’assessore si è detto favorevole alla convocazione urgente di un tavolo nazionale, condiviso con Governo, Regioni e imprese, che approfondisca a livello giuridico, economico e sanitario la tematica, e che possa andare incontro alle ragioni delle realtà imprenditoriali del settore biomedicale, presenti in grande numero in Emilia-Romagna. Annunciando anche che ancora prima sarà avviato un confronto in seno al Patto per il Lavoro e per il Clima. “Non ci sentiamo quindi - ha concluso - e nessuno si ponga, in contrapposizione con queste aziende; al contrario, vogliamo discutere presto con il Governo per trovare insieme una soluzione al problema. Nessuno pensi che la Regione Emilia-Romagna voglia fare cassa o risolvere le difficoltà finanziarie legate al mancato rimborso delle spese Covid ed energetiche con fondi straordinari, eccezionali e di dubbia riscossione”.

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