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Cronaca Lugo

Lugo resta senza automedica, scoppia la protesta. L'Ausl replica: "Grave carenza di personale medico in pronto soccorso"

Nell'ambito della provincia, spiega la lettera, restano operative due automediche, con postazione di riferimento alla centrale operativa 118 di Ravenna e alla Casa della Salute di Cotignola

L'ospedale Umberto I di Lugo resta senza l'automedica del 118, mezzo che - in caso di incidenti, malori o quant'altro - permette l’arrivo di un medico in tempi brevi per supportare le unità infermierizzate, dando opportuno appoggio e valore aggiunto alle situazioni sanitarie compromesse o in fase di aggravamento. In una lettera firmata dal dottor Maurizio Menarini e inviata alla direttrice del distretto di Faenza Donatina Cilla, al direttore della direzione infermieristica e tecnica Mauro Taglioni e a tutto il personale medico, infermieristico e tecnico Uoc centrale operativa 118 ed emergenza territoriale, infatti, si legge che "a seguito di un'aggravata carenza di personale medico in cui versa il pronto soccorso di Lugo, dal 1 dicembre si rende necessario sospendere l'attività dell'automedica con postazione di partenza dall'ospedale di Lugo".

Nell'ambito della provincia, spiega la lettera, restano operative due automediche, con postazione di riferimento alla centrale operativa 118 di Ravenna e alla Casa della Salute di Cotignola (quella che prima aveva come postazione di riferimento Faenza). Inoltre è prevista, nei casi di chiusura per condizioni meteorologiche avverse o problematiche tecniche dell'attività di soccorso con l'elicottero, l'operatività del team sanitario medico infermieristico dell'elisoccorso con un'automedica.

"L'organizzazione del sistema prevede il passaggio da una situazione "statica", basata su postazioni fisse delle automediche, a una situazione "dinamica", basata su coperture territoriali variabili in funzione delle richieste e di impegno contemporaneo di aree territoriali limitrofe, che, congiuntamente al mantenimento dell'attuale e invariato numero e postazioni di partenza delle ambulanze con infermiere, assicura il necessario livello di performance per garantire a pazienti critici in condizioni di emergenza gli interventi appropriati", conclude la lettera.

Sindaci contrari

"La notizia dello spostamento dell'auto medicalizzata da Faenza a Cotignola, appresa oggi dalla stampa, non ci trova d'accordo in quanto, in caso di necessità, si allungano i tempi di intervento - commentano duramente i sindaci di Casola Valsenio, Brisighella, Tredozio e Modigliana - Con questa scelta vengono penalizzate le aree collinari più distanti dai principali presidi sanitari. I nostri territori vengono penalizzati dal trasferimento, anche se per un periodo provvisorio. Non condividiamo la scelta che non è stata oggetto di confronto preventivo con le Istituzioni del territorio e i rappresentanti dei Comuni, per questo chiediamo che l'auto medicalizzata torni presso il presidio ospedaliero di Faenza. Chiediamo al Presidente della Conferenza Sanitaria e al Direttore della AuslRomagna che si intervenga per modificare questa decisione".

“La notizia della sospensione dell'automedica - aggiungono il sindaco di Luco Davide Ranalli e quello di Faenza Massimo Isola - preoccupa giustamente le nostre comunità di cui intendiamo farci portavoce in modo attivo. Pur comprendendo la motivazione che sta alla base, ovvero la carenza di medici, chiediamo all'Ausl della Romagna un impegno affinché la sospensione sia la più breve possibile nell'interesse dei cittadini dei nostri territori. Per questo chiederemo a breve alla direzione generale dell’Azienda sanitaria un confronto per ragionare sulle prospettive, immediate e future, delle attività di emergenza/urgenza, decisive per garantire il buon funzionamento complessivo dei nostri servizi sanitari”.

La Lega: "Situazione surreale"

"Una situazione surreale quanto grave quella in cui versa l’ospedale di Lugo. La Regione metta in campo risorse straordinarie per colmare la carenza di personale medico e infermieristico. E’ inconcepibile che la mancanza di operatori porti all’eliminazione del servizio di automedica”. Così il consigliere regionale della Lega Andrea Liverani chiama l’esecutivo regionale a dare risposta ai cittadini. “L’automedica presente a Cotignola dovrà servire un territorio vasto come l’intera Bassa Romagna e tutta l’area faentina fino a Modigliana” ha spiegato l’esponente del Carroccio che, in merito alla questione ha presentato un’interrogazione. “Già da mesi ci giungono segnalazioni di numerose criticità presenti in merito all’attività assistenziale al pronto soccorso di Lugo, dove si contano circa 120  ingressi al giorno e solo due medici per turno a seguire questa immensa mole di lavoro. Di qui il mio atto ispettivo per sapere dalla Giunta se siano previste assunzioni straordinarie di medici e infermieri; quali siano le azioni che, di concerto con l’AuslRomagna, intende intraprendere per colmare questo vuoto assistenziale provocato dalla chiusura del servizio di vettura automedica dell’ospedale Umberto I di Lugo e se si ritenga congruo la presenza di soltanto due automediche per tutto il bacino d’utenza che rappresenta la Provincia di Ravenna” ha concluso Liverani.

Anche per la collega Roberta Conti, segretaria e consigliera comunale della Lega di Faenza, la notizia "non è accettabile. Proprio pochi giorni fa il Direttore Generale dell’AuslRomagna ha parlato in consiglio comunale a Faenza e di questo non è stato detto nulla. Non si può rimodulare il servizio e non comunicarlo alle Istituzioni. Confidiamo che i sindaci del territorio siano stati messi a corrente dell’attuale scelta dell’AuslRomagna. Sono sorpresa ed amareggiata, quanti cittadini mi hanno telefonato oggi? Non sono riuscita a rispondere a tutti! Perchè Carradori non ci ha avvertito? Come pensa di presidiare il territorio di una provincia con sole due automediche? In emergenza, come ad esempio per la campagna vaccinale, i medici e le soluzioni sono state trovate: non è forse un’emergenza chiamare i soccorsi quando vi è un malore o un incidente? Il pronto intervento è fondamentale per salvare le vite ed è sempre questione di pochi minuti. Ci faremo sicuramente sentire in consiglio comunale".

Italia Viva: "Troppa pressione sul personale medico"

Anche il Coordinamento Azione-Italia Viva della Bassa Romagna esprime forte preoccupazione per "la gravissima situazione dei servizi sanitari nel territorio dei nove comuni. Dopo la comprovata carenza di medici di base, viene ora comunicata senza preavviso dai vertici Asl la sospensione del servizio delle automediche di Lugo, da oggi. Saranno solo due le automediche che opereranno nell'area Lughese e Faentina, a copertura di un territorio compreso tra il confine argentano a nord e il confine toscano a sud est del comune collinare di Modigliana. Pur dando per buona la motivazione della AuslRomagna, secondo cui la causa è legata alla carenza di personale medico, evidenziamo come l’allargamento dell’area di intervento non incrementa di per sé il personale disponibile, ma altresì aumenta la pressione sui pochi tecnici rimasti in ruolo, che saranno costretti a turni ancora più impegnativi e stressanti".

"Avremmo potuto ricorrere ai 37 miliardi del Mes che l'Europa ci ha offerto a condizioni estremamente vantaggiose. Ma una politica populista, all'epoca, si è opposta strenuamente senza alcuna fondata ragione, impedendo che l'Italia potesse affrontare i costi di cui erano gravati i bilanci della sanità, a sua volta già piegata dall'emergenza pandemica - continuano da Italia Viva - Se invece di finanziare i 3000 Navigator, costati 30.000 euro all'anno cadauno, si fossero finanziate borse di studio per 3000 studenti di Medicina, avremmo fatto sicuramente meglio l'interesse del nostro Paese. Rivolgiamo un accorato appello a tutte le amministrazioni affinché si acceda a tale fondamentale strumento per non dover affrontare quello che sembra profilarsi un terribile impoverimento della sanità pubblica".

Fratelli d'Italia: "Fare chiarezza"

"Fare chiarezza sulla soppressione dell'automedica all'ospedale di Lugo", chiede in un'interrogazione la consigliera regionale Marta Evangelisti (FdI) per sapere dalla giunta "se ritenga necessario intervenire per chiedere un chiarimento dal Direttore dell’Unità Operativa Complessa Centrale Operativa 118 ed emergenza territoriale Romagna, il Dottor Maurizio Menarini e se non ritenga opportuno intervenire con urgenza sulla decisone dell’Azienda Sanitaria della Romagna affinché vengano ripristinate celermente le automediche in servizio presso il presidio ospedaliero lughese". Evangelisti vuole inoltre sapere dall'esecutivo regionale "se non ritenga doveroso un intervento con urgenza che consenta la corretta applicazione del Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera”, da parte dell’Ausldella Romagna, prevedendo pertanto un mezzo di soccorso ogni 60.000 abitanti con la copertura di un territorio non superiore a 350 Kmq e se ritenga che l’Azienda Sanitaria Locale, nella definizione annuale dei fabbisogni, abbia effettuato tutte le corrette valutazioni anche nel rispetto della normativa vigente".

Movimento 5 stelle: "Aprire un tavolo con l'Ausl"

Il gruppo Movimento 5 stelle di Faenza chiede di aprire un tavolo a breve tra la politica e i dirigenti Ausl Romagna. Il portavoce pentastellato Marco Neri dichiara: "Consapevoli delle grosse difficoltà oggettive, in termini di organico medico, dopo aver approfondito la questioni con i professionisti sanitari, proponiamo una ragionevole razionalizzazione delle risorse con l’impiego nelle 12 ore diurne di due automediche una a Faenza e una a Lugo, con la possibilità di avere a disposizione un medico in più in pronto soccorso per valutare e visitare pazienti con codici di bassa gravità e nel periodo notturno istituire una sola automedica posizionata a Cotignola. Questa distribuzione integrata ad una riorganizzazione d’insieme all’interno del sistema Ausl Romagna potrà far fronte in modo equo alla carenza di medici all’interno del servizio sanitario attuale. Come da accordi col sindaco di Faenza Massimo Isola, rimaniamo in attesa di un confronto con la nuova Direttrice sanitaria Francesca Bravi per approfondire e chiarire la situazione".

Il sindacato dei medici: "Una follia"

Lo Snami, il sindacato dei medici dell'Emilia-Romagna, attacca l'AuslRomagna e parla di "una follia", visto che la legge "prevederebbe un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti per non oltre 350 chilometri quadri di territorio". Non solo, ma l'azienda sanitaria non avrebbe nemmeno chiesto aiuto alle province vicine "dove i nostri iscritti sarebbero stati disponibili allo sforzo" di aiutare, come è già accaduto in passato. D'altronde, rincara lo Snami in una nota stampa, "è noto che in Romagna il problema è anche il clima attuato dalla direzione", un "clima tossico" dato anche dalla "scarsa considerazione verso i medici del 118 ormai evidente", dato che il direttore generale Tiziano Carradori "solo poche settimane fa dichiarava che questi professionisti a suo parere sono 'privi di valore aggiunto'".

Lo scontro con la direzione è arrivato a livelli tali che "da pochi giorni è finito anche sul tavolo della magistratura romagnola", aggiunge il sindacato, parlando di "medici costretti a continue discussioni con l'Azienda solo per vedersi garantita la retribuzione contrattuale, oggi anch'essa sul tavolo del magistrato". E così, "in tanti, stremati non tanto dal lavoro, ma dal clima aziendale, lasciano il servizio". Tra i vari problemi, lo Snami ricorda che l'azienda "ha tardato mesi per chiamare i medici che avevano fatto domanda per l'abilitazione 118 e che da giugno attendevano di iniziare il corso che avrebbe dovuto diplomare i medici il prossimo mese, ma che per via della disorganizzazione gestionale, partirà nel mese in cui avrebbe dovuto concludersi. Non solo, ma "i pochi medici rimasti" patirebbero "scontri e maltrattamenti", con alcuni che si sono visti "tagliare arbitrariamente gli stipendi e molti altri maltrattati e vessati, in un clima di generale disapprovazione delle scelte organizzative e della politica gestionale". Da qui l'appello al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini perché "intervengano con decisione, prima che sia troppo tardi". Snami, dal canto suo, dà "la piena disponibilità a cercare soluzioni" anche sondando le "disponibilità dei medici delle altre province e aziende che volessero aderire

La replica dell'Ausl al sindacato: "Garantita la medicalizzazione dove necessaria nei tempi consoni"

"Come professionisti del settore emergenza-urgenza e soccorso preospedaliero Ausldella Romagna rimaniamo sconcertati nel leggere le affermazioni del sindacato Snami regionale, che reputiamo altamente offensive nei nostri confronti, in quanto mettendo insieme argomenti distanti e distinti in modo pretestuoso rischiano di creare inutili allarmismi nella popolazione. Per rispetto dei cittadini a cui forniamo in scienza e coscienza il nostro operato, difficile e faticoso in tempi normali ed ancora di più oggi dopo le fasi più acute della pandemia, aggravato dalla carenza cronica di medici su tutto il territorio nazionale, ci sentiamo di rispondere alle infamanti accuse per sostenere la qualità della risposta fornita in Ausl della Romagna dalle reti di emergenza, pre-ed intraospedaliere". Così in una lettera congiunta Maurizio Menarini -Direttore UO Centrale Operativa 118 ed emergenza territoriale Romagna, Andrea Fabbri – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Forlì, Gabriele Farina – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Faenza, Raffaella Francesconi – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Cesena, Rosa Intermite – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Riccione, Tiziana Perin – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Rimini, Andrea Strada – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Ravenna e Dipartimento Emergenza, Internistico Cardiologico e Ivana Valenti – Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Lugo.

"Il sistema 118 Romagna ha una caratteristica unica, di prevedere su tutte le ambulanze la presenza di infermieri, consentendo in questo modo, all’arrivo del primo mezzo, un intervento di soccorso sanitario - scrivono dall'Ausl - La distribuzione delle ambulanze con infermiere sul territorio romagnolo consente di assicurare l’arrivo di un mezzo di soccorso avanzato a leadership infermieristica ben al di sotto dei tempi richiesti dai livelli essenziali di assistenza per il sistema 118 a livello nazionale, dimostrando pertanto un corretto soddisfacimento del fabbisogno. Il numero di automediche previsto con il nuovo riassetto garantisce la medicalizzazione laddove necessaria nei tempi consoni. E’ pertanto fuorviante il riferimento ad una indicazione di presenza riferita alla popolazione. La qualità di risposta è infatti determinata dai tempi di soccorso e dalla disponibilità di una rete policentrica ospedaliera, come quella presente in Ausl della Romagna, in grado di dare risposte in linea con le evidenze scientifiche. Dire che un “paese rimane senza ambulanza” è una vergognosa distorsione della realtà, che rischia di mettere in apprensione i cittadini, in nome di una difesa esclusivamente corporativa. Lo diciamo con forza: il sistema proposto con questa iniziale rimodulazione delle automediche che prevede una dinamicità dell’impiego delle risorse disponibili assicura il necessario supporto medico alla rete delle ambulanze infermieristiche sul territorio. E’ da sottolineare che il numero delle auto mediche, considerando anche l’elisoccorso come mezzo medicalizzato, è in Ausl della Romagna superiore ad altre province della regione. L’affermazione “solo due automediche che rincorrono le ambulanze per soccorrere i malati” è degna di una comicità volgare e di bassa lega e non raffigura in alcun modo il grande impegno che tutti i professionisti ed i direttori delle strutture ai vari livelli mettono per garantire approiatezza, efficacia ed efficienza degli interventi".

"Se poi entriamo nel dettaglio degli interventi delle automediche, in riferimento al territorio considerato, tale numero non supera i 3 interventi al giorno per ognuna di esse con un intervento medico ogni 8 ore in media, e spesso per interventi che non hanno caratteristiche di reale criticità clinica - proseguono dall'Ausl nella replica - Numeri che fanno pensare: i medici operanti in pronto soccorso sono oberati di casi, spesso di elevata complessità, mentre a pochi metri di distanza opera un medico che effettua un intervento ogni 8 ore in media, e soprattutto nelle ore notturne ha un numero di uscite non superiore ad una per notte. E’ del tutto evidente che già questi dati basterebbero a rivedere il modello, rafforzando la struttura ospedaliera di pronto soccorso dove il paziente trova la definitiva soddisfazione del suo bisogno di salute. La criticità delle risorse mediche con fuoriuscite mensili di professionisti ha portato a scegliere di comune accordo fra direttori di dipartimento di emergenza, di pronto soccorso e della centrale operativa e la direzione generale, la riduzione delle automediche garantendo la presenza di professionisti medici nei pronto soccorso, in primis quello di Lugo, che attualmente mostra le più evidenti criticità, in termini di carenza medica. Ridicolo appare il richiamo alla “disponibilità allo sforzo di medici di altre province” quando non vi è nemmeno la disponibilità a collaborare in punti di primo intervento in zone disagiate, e in cui il medico dell’automedica ivi in postazione esce poco più di una volta in media al giorno. Questo si traduce nella indisponibilità a trattare i casi che si presentano nel punto di primo intervento stesso, durante il loro turno in auto medica. In merito al supposto ritardo di attivazione dei corsi per medici si sottolinea che solamente 7 sono le iscrizioni formalizzate su un totale di 25 posti messi a disposizione da Ausl della Romagna, tanto che Ausl ha richiesto alle altre Ausl regionali i nominativi di eventuali medici che sono rimasti esclusi dai corsi ivi organizzati. Un altro esempio di affermazioni strumentali, non basate su dati oggettivi, che creano totale disinformazione. Relativamente al “maltrattamento ed agli scontri” non vi è alcuna evidenza tanto che i medici in larghissima parte operano sui mezzi di soccorso in piena integrazione con i dirigenti dipendenti Ausl. Sulle retribuzioni occorre una ulteriore trasparenza: a seguito dell’accordo regionale sottoscritto anche da Snami, il riconoscimento economico dei medici di emergenza territoriale convenzionati hanno stipendi attualmente in linea con quelli dei dirigenti medici se non superiori in alcuni casi, a fronte di un carico lavorativo ben più ridotto rispetto ai medici di pronto soccorso Nessuno di noi si è mai sottratto al confronto e le verità assolute non esistono: come professionisti del servizio sanitario pubblico stiamo operando al meglio delle possibilità, sempre disponibili a fornire tutte le risposte e le motivazioni alla base delle scelte che adottiamo. Non possiamo pertanto tollerare oltre attacchi infamanti (essere definiti autori di scelta folle va oltre ogni ragionevole diritto di critica): continueremo a lavorare forti della nostra professionalità, ma chiediamo rispetto da parte di colleghi medici che si fanno scudo di sigle sindacali e di platee senza contraddittorio per attaccare il sistema sanitario che rappresenta il loro datore di lavoro, seppur con un rapporto convenzionale".

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