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Cronaca

Lunedì l'intitolazione di una piazza a Benigno Zaccagnini

Lunedì alle 16.30 è in programma l’intitolazione della piazza dedicata a Benigno Zaccagnini, all’incrocio tra via Sighinolfi e viale Berlinguer, nei cento anni dalla nascita del politico ravennate

Lunedì alle 16.30 è in programma l’intitolazione della piazza dedicata a Benigno Zaccagnini, all’incrocio tra via Sighinolfi e viale Berlinguer, nei cento anni dalla nascita del politico ravennate. Dopo la cerimonia ci si trasferirà nella sala Buzzi di viale Berlinguer 11, dove interverranno il Sindaco Fabrizio Matteucci e l’onorevole Pierluigi Castagnetti. Saranno inoltre presenti la presidente del consiglio comunale Livia Molducci e l’assessore ai Servizi demografici Massimo Cameliani.

La giornata dedicata a Zaccagnini si concluderà alle 18 con la celebrazione della messa da parte di sua eccellenza il vescovo Giuseppe Verucchi nella chiesa di Santa Maria in Porto.

Benigno Zaccagnini nacque a Faenza il 17 aprile 1912. Medico chirurgo, specialista in pediatria, presso l’Ospizio di Santa Teresa fondato da don Angelo Lolli, ove sarebbe sempre voluto tornare ad operare. Fu Presidente Diocesiano della Gioventù Cattolica e della FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani). Mobilitato nella Seconda guerra mondiale, prestò servizio nei Balcani come ufficiale medico. Dopo l’8 settembre 1943 Zaccagnini riuscì a tornare a Ravenna dalla Jugoslavia sfuggendo ai tedeschi che lo stavano deportando e diresse a Ravenna un movimento clandestino di ispirazione "cristiano sociale" (che sarebbe poi confluito nella DC), schierato decisamente con la Resistenza. Non a caso, nel marzo del 1944, con la fondazione del CLN provinciale di Ravenna, comunisti, repubblicani e anarchici chiamarono "Tommaso Moro" (questo il nome di copertura del medico antifascista), a presiederlo.

LA SCHEDA - Per tutta la durata della Guerra di liberazione, Zaccagnini svolse un'appassionata attività resistenziale quale antifascista senza compromessi. Nell'immediato dopoguerra, il medico partigiano diventò il segretario della Sezione ravennate della DC e, fin dalla sua fondazione, fu Presidente della Federazione Provinciale dei Coltivatori Diretti di Ravenna e membro del Consiglio Nazionale della Confederazione. Nel 1946 fu eletto all'Assemblea Costituente con 11.121 voti di preferenza e nel 1948, fu eletto, con 16.898 voti di preferenza, deputato al Parlamento, ove fu riconfermato per le successive legislature. Ricoprì l’incarico di membro della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale. Dal 1954 fu Dirigente dell'Ufficio Centrale Problemi del Lavoro della DC, fece parte della Direzione Centrale e poi, del Consiglio Nazionale DC, riconfermato poi nel Congresso di Roma (1964) e di Milano (1967). Fu rieletto Deputato il 25 maggio 1958; fu Sottosegretario al Lavoro e Previdenza Sociale nel II Governo Fanfani, Ministro del Lavoro e Previdenza Sociale nel II Governo Segni, Ministro dei Lavori Pubblici nel III Governo Fanfani. Presidente del Gruppo Parlamentare DC.

Rieletto Deputato il 28 aprile 1963, capolista; riconfermato Presidente del gruppo parlamentare DC. Rieletto Deputato il 19 maggio 1968, nella stessa circoscrizione divenne Vicepresidente anziano della Camera dei Deputati per la V legislatura e Presidente del Consiglio della DC per acclamazione dal 9 luglio 1969. Nuovamente rieletto deputato il 7 maggio 1972 e il 20 giugno 1976 fu confermato Vicepresidente anziano della Camera dei Deputati per la VI legislatura. Fu Eletto Segretario Politico della DC, il 23 luglio 1975. Riconfermato in tale incarico il 24/03/1976, rimase segretario della D.C. fino al marzo 1980. Da segretario della D.C. dovette affrontare il gravissimo attacco inferto dalle Brigate Rosse quando rapirono e uccisero Aldo Moro, presidente del Consiglio Nazionale della D.C. e suo grande amico. Eletto Deputato Europeo il 16 giugno 1979, si dimise nel dicembre ‘81. Eletto Senatore il 26/6/1983, fece parte della Commissione Affari Esteri; fu rieletto Senatore il 15 giugno 1987. Morì a Ravenna il 5 novembre 1989.
 

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