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Cronaca

Branco di lupi vicino alle case di Santo Stefano? No, erano esemplari di cane lupo cecoslovacco

Il video dei presunti "lupi" che si aggiravano per le campagne nei pressi di Santo Stefano in via Beveta era giunto anche a noi. Sembra che si trattasse di esemplari di cane lupo cecoslovacco, anche se l'allevatrice smentisce: non sarebbero i suoi

Era giunto anche alla nostra redazione il video, che sta facendo il giro dei social, di alcuni presunti "lupi" che si aggiravano per le campagne nei pressi di Santo Stefano in via Beveta. Ma da una rapida ricerca e verifica era emerso che quelli non erano lupi, bensì magnifici "esemplari di cane lupo cecoslovacco di un allevamento poco distante" dal luogo dell'avvistamento, come ha dichiarato anche il vicesindaco di Ravenna. E per questo, a differenza di altri, avevamo ovviamente deciso di non pubblicare il video. 

Una conferma, dopo l'allarme che nella popolazione ha destato il video, è giunto dal vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani: "Pare che stia circolando sui social un video che mostra dei lupi in un campo vicino a case a Santo Stefano. In realtà si tratta di 4 esemplari di lupo cecoslovacco di un allevatore della zona, lasciati liberi di sgambare" dice sui social il vicesindaco.

Secondo la Lista Civica "La Pigna", però, l'allevatrice avrebbe smentito: i cani non sarebbero i suoi. "La proprietaria dell'allevamento di Santo Stefano di via Beveta attesta che nessuno dei suoi cani e' scappato. I cani sono custoditi in un box recintato da rete metallica elettrosaldata - si legge in una nota della "Pigna" - Fusignani  avrebbe fatto più bella figura accertarsi  come ha fatto Veronica Verlicchi chiamando direttamente la proprietaria dell'allevamento" 

"Tuttavia - precisa il vicesindaco Fusignani - è vero che esistono lupi in pianura. Il primo avvistamento che mi fu segnalato con foto risale al 16 ottobre 2019 ripreso nelle campagne tra San Pietro in Vincoli e Gambellara. Il fascino di questo straordinario predatore è accompagnato da una serie di luoghi comuni a metà tra il favolistico e il leggendario. Certo è che la legittima preoccupazione per la presenza di animali ritenuti impropri non deve alimentare paure ancestrali né fantasiose elucubrazioni sulle cause della loro presenza nelle nostre zone, tipo i cambiamenti climatici che non ci azzeccano nulla. La causa infatti è da ricercare nelle dinamiche della natura che hanno visto un aumento delle popolazioni di caprioli e cinghiali nelle colline con conseguente aumento della popolazione dei lori predatori autoctoni che sono proprio i lupi, peraltro animali fortemente territoriali. Quest'ultimo aspetto, com'è normale che sia, ha fatto si che i lupi cercassero altri territori, stabilizzandosi in pianura al seguito delle loro prede. Perché l'altra fantasia che circola è che questi scendono quotidianamente dalla collina alla pianura". 

"Esattamente quello che in Emilia è successo da anni, oggi sta capitando anche in Romagna - continua il vicesindaco - vale a dire le prede in eccesso nei territori collinari scendono a valle e i loro predatori si spostano con loro. Predatori che, essendo spaesati perché la pianura non offre ambienti idonei al loro vivere, nelle nostre zone è più facili avvistare. Va ricordato come questo fenomeno - peraltro costantemente monitorato dal suo insorgere dalla Polizia Provinciale come dai Carabinieri Forestali - non sia da sottovalutare ma nemmeno da ingigantire gridando degli inutilmente allarmanti "al lupo", che in questo caso non sarebbero solo metaforici. Contrariamente alle favole, il pericolo non è per l'uomo ma, ovviamente, per gli animali domestici (cani e gatti inclusi) o per gli animali degli allevamenti ovini e zootecnici. Potenzialmente il rischio potrebbe essere per i bambini. Ma il rischio più immediato è che possano esserci ibridazioni coi cani con nuovi nati che avrebbero dinamiche di caccia diverse (i Lupi selezionano una sola preda e la finiscono, i cani rinselvatichiti fanno vere e proprie stragi di animali)". 

"I 5 lupi che vivono stabilmente nella Pineta di Classe possono essere collegati anche all'eccessiva presenza dei daini che, a differenza dei lupi, non appartengono al novero degli animali autoctoni.  Questa è un'altra ragione per riconsiderare le modalità di soluzione di un problema che, al di là della presenza di predatori, costituisce un vero e proprio pericolo (quello si da gridare al  lupo!) per il rischio incidenti che hanno e possono ancora causare" conclude Fusignani.

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