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Cronaca Faenza

'Bella Ciao' insegnata a scuola, il sindaco difende l'insegnante: "Canzone che appartiene a chi ama la libertà"

Continua a tener banco la polemica insorta dopo che un'insegnante di musica di una scuola media faentina ha assegnato come compito delle vacanze di Pasqua alla sua classe di studiare la canzone 'Bella ciao' e fare un video

Continua a tener banco la polemica sollevata dal consigliere comunale del gruppo Misto di Faenza, ex Lega, Gabriele Padovani dopo che un'insegnante di musica di una scuola media faentina ha assegnato come compito delle vacanze di Pasqua alla sua classe di studiare la canzone 'Bella ciao' e fare un video. Dopo l'intervento del consigliere regionale della Lega Andrea Liverani, il quale giovedì ha affermato che "la politica deve rimanere fuori dalla scuola italiana", e dopo quello di Desideria Raggi di Movimento Nazionale - che ha definito 'Bella Ciao' "l'inno di sinistra per antonomasia, una canzone antifascista, divisiva e chiaramente politicizzata che non può portare ad alcun insegnamento morale e sociale" - sul caso si è espresso anche il sindaco di Sant'Agata sul Santerno Enea Emiliani, sindaco referente per le Politiche educative dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

"Leggo della solita polemica sulla canzone 'Bella Ciao', ancora una volta indicata come canzone contrassegnata politicamente e quindi di parte - scrive Emiliani - Nello stereotipo la parte sarebbe la sinistra, in particolare quella comunista. Invece 'Bella Ciao' nella realtà dei fatti è la canzone simbolo della Resistenza al nazifascismo, nella quale i protagonisti furono i partigiani di ogni sensibilità politica: comunisti, socialisti, cattolici, azionisti, liberali e monarchici. Per comprendere appieno la trasversalità di questa canzone si noti, a titolo di esempio, che il congresso della Democrazia Cristiana del 1976, che elesse segretario nazionale l'onorevole Benigno Zaccagnini (la cui madre, Rita Scardovi, era di Sant'Agata sul Santerno), si concluse con la canzone 'Bella Ciao'. O ancora, amici che in gioventù frequentavano gli ambienti degli oratori raccontano di 'Bella Ciao' cantata in coro durante le gite parrocchiali. Anche solo per questi semplici motivi credo che sia evidente l'errore ricorrente di chi si appropria, attribuisce o semplicemente confonde la canzone 'Bella Ciao' come canzone di parte, fermandosi allo stereotipo. Quando invece si tratta di una canzone che appartiene a tutte le persone che amano la libertà, da sinistra a destra".

La giunta di Faenza

"Riteniamo la polemica assurda e priva di qualsiasi fondamento - commentano dalla giunta comunale di Faenza - Come hanno già fatto notare molti, confondere come di parte un canto universale come Bella Ciao che simboleggia la lotta al nazifascismo e il desiderio di libertà significa avere una visione distorta della realtà, della storia e dei valori fondativi della Costituzione che ci unisce tutti, come istituzioni pubbliche e come comunità civile. Bella Ciao rappresenta musicalmente quell’humus storico, culturale ed emotivo su cui si fonda la nostra Repubblica, che prescinde da ogni interpretazione, queste si di parte e strumentali, della Lega.   La questione non meriterebbe di essere stigmatizzata ulteriormente, se non per un altro aspetto su cui riteniamo doveroso prendere posizione: il sottointeso attacco alla scuola e al ruolo degli insegnanti. La missione della scuola è di far crescere gli studenti attraverso lo studio, arricchito da attività ed esperienze dirette che diano strumenti per riflettere su quanto la storia ci insegna e consolidare le proprie consapevolezze. Un compito educativo importante e delicato che i dirigenti scolastici e gli insegnanti svolgono in continuo dialogo con la comunità e le istituzioni - si pensi ad esempio ai progetti di educazione civica e di consulta dei ragazzi - in un patto reciproco per ribadire assieme l'importanza dei valori della democrazia, della libertà e della solidarietà. Per questo esprimiamo solidarietà e vicinanza all'insegnante e all’istituto, coinvolti da una polemica che svilisce non solo loro ma il sistema educativo nel suo insieme".

La Cgil

"E’ svilente pensare e credere che in un momento storico-culturale così particolare come questo un testo intriso di valori universali di libertà e opposizione alle dittature e alla guerra, che non presenta al suo interno alcun riferimento politico o religioso, un testo divenuto l’emblema dell’antifascismo e della resistenza possa diventare, invece simbolo di faziosità politica - aggiungono dalla Flc Cgil di Ravenna - La scuola da sempre ha un ruolo centrale nella formazione dei futuri cittadini e proprio per queste ragioni ha una grande responsabilità. Difatto, nei tanti percorsi progettuali che vengono messi in atto, deve essere chiara l’idea di quanto sia importante la conoscenza della storia in quanto essa permette ad ognuna e ad ognuno di noi di capire chi siamo e soprattutto quali vie percorrere per evitare di commettere gli stessi gravissimi errori del passato".

La scuola

"Indubbiamente questi anni pandemici sono stati difficili e hanno irrigidito i comportamenti sociali; li hanno resi, a volte, furiosi e intolleranti, anche nei confronti della scuola, che è un organismo complesso, delicato, a cui si deve riguardo, pazienza, nella tessitura costante delle relazioni. Ora il gesto di fotografare la pagina di un diario e di spedirla ad un politico perché quella scuola sia stigmatizzata con scandalo pubblico: si fa politica di fronte a bambini di 12 anni, non si dà il compito di grammatica e altre considerazioni, è un metodo troppo semplificante, plateale e non riguardoso - commenta invece la dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo "Faenza - San Rocco" Marisa Tronconi - La professoressa di musica ha dato per compito lo studio a memoria delle parole di “Bella Ciao”: possiamo dire che ha usato un metodo “antico”, imparare a memoria e uno contemporaneo, “costruire un video". L’insegnante ha proposto una canzone che rappresenta universalmente il desiderio di libertà e, storicamente, un percorso antifascista. Non credo che questo sia un gesto politico, perlomeno non nel senso “partitico” del termine. È grave l’intrusione di politici sulle scelte della scuola. Questa decisione può non essere piaciuta ad una famiglia, ad un genitore e allora si discute, si scrive alla professoressa chiedendo spiegazioni, in uno scambio viso a viso all’interno del patto educativo. L’esperienza scolastica è un momento cruciale per la vita di bambini e giovani che si approcciano alle relazioni, al confronto con i pari, all’individuazione e strutturazione della propria personalità, nella creazione di un loro spazio sociale diverso dalla famiglia. La scuola, in un certo senso, ha bisogno di “separatezza”, di “appartatezza”, perché lì si deve crescere con serenità. Le cose semplici non sono mai facili, sono faticose e complesse, l’apertura mentale, lo spirito critico vanno sostenuti come obiettivi importanti. La scelta della docente è pienamente legittima, inserita in un percorso storico, il 25 aprile, che è una data di cui tutti i cittadini dovrebbero conoscere il significato. Si deve studiare con passione l’Inno d’Italia, Va’ pensiero, il Risorgimento, la Resistenza, tutto ciò che forma la coscienza storica dei cittadini e si deve conoscere la Costituzione e le Istituzioni della nostra Repubblica e dell’Europa. Inoltre si deve stare vicino ai giovani, agli adolescenti che, in questi anni, hanno visto aumentare alcune fragilità, incertezze, pensieri difficili. Tutto ciò va fatto insieme, scuola e famiglia, con funzioni diverse, con interscambio e con reciproche autonomie. La libertà di insegnamento è un valore fondante, di garanzia e responsabilità pubblica".

Il Pd

"“Bella Ciao” è un inno che ha travalicato i confini nazionali, conosciuto in tutto il mondo e cantato in tante lingue. Esprime la sofferenza causata delle guerre e il desiderio di libertà, al punto da essere inserita, non a caso, in diversi testi scolastici non solo per la sua forza emotiva ma soprattutto perché simbolo dei valori a fondamento della nostra Costituzione, nata sul sacrificio di chi ha sconfitto il nazifascismo - spiega Emanuele Tanesini, segretario del Pd di Faenza - Tutto ciò sarebbe sufficiente ad archiviare la vicenda come una brutta pagina di cui francamente non se ne sentiva il bisogno. Ma ciò che è più grave è l’intento da parte della politica di voler interferire con la programmazione didattica di una classe scolastica e con la responsabilità dei docenti. Oltretutto rispetto ad una scelta non certo spiazzante: gran parte di noi ha ascoltato e imparato Bella Ciao proprio a scuola. Ricordiamo al consigliere Padovani e alla Lega che la scuola ha tutti gli strumenti di partecipazione in cui poter discutere e confrontarsi anche a fronte di obiezioni sulle scelte. Tutto il sistema formativo si nutre e cresce dal confronto e dalla partecipazione delle famiglie. Sollevare inutili polveroni mediatici sul nulla, come in questo caso, serve invece solamente a svilire il ruolo educativo della scuola".

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