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Cronaca

La nipote di Valvassori nel film sul Mah Jong: "Vi racconto la storia del gioco della mia famiglia"

Ravenna è la città italiana con il più alto numero di giocatori di mah jong. Vi siete mai chiesti perchè questo gioco, di antichissime origini cinesi, si sia diffuso così tanto nella città dei mosaici?

Ravenna è la città italiana con il più alto numero di giocatori di mah jong. Vi siete mai chiesti perchè questo gioco, di antichissime origini cinesi, si sia diffuso così tanto nella città dei mosaici? A Ravenna, infatti, questo gioco è così famoso che il regista Gerardo Lamattina gli ha addirittura dedicato un docufilm (prodotto da Giusi Santoro per PopCult): "Il drago di Romagna", che racconta un singolare esempio di ibridazione culturale tra Cina e Italia, in particolare a Ravenna.

Il film - che racconta la storia dell'"azdora" Luisa, romagnola appassionata di mah jong - ha debuttato in occasione del Capodanno Cinese 2020 il 25 gennaio al cinema Jolly, e le repliche si stanno susseguendo con grande successo. Le scene sono state girate tutte interamente a Ravenna dove il mah jong, presente dall’inizio del 1900, ha avuto maggior popolarità che nel resto d’Italia, grazie anche ad alcuni produttori locali come il celebre Michele Valvassori, primo a produrre il mah jong in Italia. E lo "spirito" di Valvassori è ben presente nel docufilm: tra i protagonisti, infatti, c'è Vanessa Zanzelli - nel film Vanessa Valvassori. La 45enne ravennate è la nipote proprio di quel Michele Valvassori che fece conoscere il mah jong a Ravenna.

La storia del mah jong a Ravenna (foto Massimo Argnani)

La storia di Vanessa: "Così ho riscoperto il mio legame con il mah jong"

"Il mio bisnonno, Lodovico Valvassori, era ebanista, e prima della II Guerra Mondiale aveva un laboratorio nei pressi di via Matteucci - racconta Vanessa - I sue due figli crebbero in bottega: mio nonno Michele, in particolare, era amante dei giochi e degli sport, e così in bottega iniziò a produrre sci in legno. Dopo quest'avventura degli sci si concentrò sui giochi. Nella mia famiglia si è sempre raccontato che sotto ai portici di via Corrado Ricci c'erano i commercianti cinesi che vendevano cravatte e che, tra una vendita e l'altra, giocavano a mah jong vincendo cravatte tra loro. Il mio bisnonno li vide e ne rimase affascinato e, partendo dai disegni originali del mah jong, iniziò a produrre questo gioco. Io sono cresciuta in quel laboratorio: giocavo con le pedine, facevo i fiocchi ai pacchi...".

Quando sono iniziati i casting per il docufilm dedicato al mah jong, Vanessa ha avuto l'occasione per riscoprire e approfondire la storia del suo nonno e della sua famiglia: "Una mia amica mi disse di parlare col regista, e dopo di lei tante altre persone che mi chiedevano del mio nonno, volevano informazioni: i collezionisti volevano sapere se avevo ancora i disegni e le matrici delle tessere. Io non sapevo neanche cosa fossero le matrici! Ed è così che ho scoperto che, effettivamente, ero in possesso di queste matrici, così come dei suoi disegni originali e dello studio del logo originale Valvassori". Su dove fossero rimaste nascoste per tutto questo tempo questi piccoli "tesori", che ora stanno al sicuro in una cassetta di sicurezza in banca, Vanessa vuole lasciare un'ombra di mistero.

Ora, spiega la donna, il Comune di Ravenna sta pensando di affiggere una targa dedicata al suo nonno dove una volta c'era il negozio di famiglia, mentre per il futuro prossimo Vanessa sta organizzando una mostra (insieme ai curatori Giovanni Gardini e Alessandra Carini) con le matrici, i disegni e i bozzetti di Valvassori in cui saranno esposte anche opere di artisti contemporanei del luogo che si "confronteranno" con i suoi lavori.

Vanessa, che dopo un diploma al liceo artistico e una laurea in statistica oggi ha uno studio di comunicazione a Russi - "Lance Libere" - ancora adesso lavora sul tavolo da sarta costruito da suo nonno per sua madre, che custodisce con grande affetto. Oggi, grazie al film nel quale ha recitato, ha riscoperto il suo legame profondo con il mah jong. "Nel Drago di Romagna, nella parte documentaristica, io incontro la protagonista e le mostro le matrici, le racconto di come venivano create con la pressa all'Università di Torino, poi dei mah jong d'importazione - spiega Vanessa - Lavorare con il regista Lamattina è stato bellissimo, è una persona di una genialità e gentilezza esagerata, è riuscito a farci uscire tutti per quello che siamo sullo schermo, mettendoci a nostro agio. Era la prima volta che mi vedevo sul grande schermo, quando ho visto il film la prima volta insieme ai miei figli loro erano felicissimi, guardavano e dicevano "Wow, mamma sei tu!". E' stato molto emozionante mostrare loro le foto del bisnonno Michele e spiare i loro sorrisi. E' stato sorpendente, non avrei mai pensato di recitare in un film!.

Il film "Il drago di Romagna"

Luisa, interpretata da Dilva Ragazzini, ha un sogno nel cassetto: volare in Cina a conoscere le origini del mah jong, il gioco per il quale in Romagna tutti hanno una vera e propria passione. In disaccordo con la figlia Donatella - impersonata dalla cantante e perfomer Fabiola Ricci, anche voce narrante del film - tra mille avventure ricche di ironia, emozioni e conflitti proverà a realizzarlo con la complicità del nipote e dei suoi nuovi amici italo-cinesi. Spunto di riflessione e osservazione sui diversi aspetti dell’integrazione e dell’ibridazione culturale attraverso l’espediente ludico, il film si caratterizza anche per un percorso produttivo nuovo, forse unico nel suo genere, che punta ad esportare il cinema italiano nel mercato cinematografico cinese attraverso un vero e proprio ponte culturale e imprenditoriale tra italiani e cinesi. Si tratta infatti del primo film italiano a uscire in sala sottotitolato in cinese, ma non solo; il Drago di Romagna arriverà anche in Cina, grazie alla alla collaborazione con Micromedia Communication Italy.

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