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Cronaca Faenza

Prima la minaccia di morte, poi la sperona in auto davanti ai Carabinieri: arrestato

I Carabinieri di Faenza sabato mattina hanno arrestato un 35enne con l'accusa di maltrattamenti in famiglia nei confronti della propria convivente, che per mesi ha sofferto in silenzio senza mai rivolgersi alle forze dell'ordine.

Era vittima di violenze e maltrattamenti da parte del suo compagno. L'incubo è finito la vigilia di Pasqua, quando la donna non ce l’ha fatta più, facendosi coraggio e rivolgendosi ai carabinieri per chiedere disperatamente il loro aiuto, raccontando l’ennesimo violento litigio avvenuto nel corso della notte. Un 35enne faentino è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Faenza, al comando del capitano Cristiano Marella con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, violenza provata e lesioni personali. 

L'ULTIMO LITIGIO - La vittima, secondo quanto da lei riferito, per mesi ha sofferto in silenzio senza mai rivolgersi alle forze dell’ordine. Da tempo il suo compagno la “bersagliava”, soprattutto di notte, con ripetute violenze fisiche e psicologiche, minacciandola di morte. Nella nottata tra venerdì e sabato l'ennesimo litigio, con la donna svegliata di soprassalto dal compagno per accusarla di tradimenti inesistenti. Alcune ore più tardi la vittima ha deciso di riferire tutto ai Carabinieri.

GELOSIA MORBOSA - Ha spiegato che la causa scatenante degli episodi di violenza e delle vessazioni subite dal compagno è stata la sua morbosa gelosia che spesso lo ha portato a cercare incessantemente tracce di relazioni della sua compagna con altri uomini, per poi sfogare su di lei la rabbia di non aver mai trovato nemmeno una “prova”. Il 35enne negli ultimi tempi era arrivato al punto di “sequestrare” il telefonino e le chiavi di casa della donna al suo rientro a casa da lavoro, oltre che a sottoporla a lunghi interrogatori anche sotto la minaccia di un coltello puntato alla gola oppure di una cinta di accappatoio stretta intorno al collo. 

MINACCE E BOTTE - L’uomo tormentava la sua compagna con esplicite minacce di morte ("Se non mi dici la verità ti uccido!") sempre accompagnate da pugni e schiaffi, ma anche da morsi e colpi violenti inferti con qualsiasi oggetto a disposizione, comprese le bottiglie, i libri, addirittura con un appendiabiti di legno. I militari dell’Arma, dopo aver tranqullizzato la donna, l’hanno convinta a raccontare non solo ciò che era accaduto quella notte, ma anche tutti gli episodi di violenza che si sono succeduti nel tempo e che lei non aveva mai denunciato, sia per paura di ritorsioni ma soprattutto per il forte sentimento che ancora prova, nonostante tutto, per il suo compagno. 

LESIONI - Quando però i carabinieri hanno visto i lividi e gli arrossamenti che la donna aveva sul corpo, non hanno esitato a far intervenire in caserma un’ambulanza che l’ha trasportata in ospedale per accertamenti più approfonditi. I sanitari hanno diagnosticato alla donna numerose ecchimosi, alcune molto recenti, presenti sulle braccia e sulle gambe nonché alcuni graffi sulla schiena, stabilendo una prognosi di sette giorni. Ai medici ha raccontato che quei segni erano dovuti ai colpi ricevuti insistentemente dal compagno.

LO SPERONAMENTO - Al termine delle visite, quando la donna è uscita dall’ospedale in compagnia di alcuni conoscenti che in auto la stavano portando al sicuro, i carabinieri hanno ritenuto opportuno “scortarla” fino a destinazione per sincerarsi che lungo il tragitto non le accadesse nulla. Quell’accortezza da parte dei militari dell’Arma è stata provvidenziale: infatti percorsi pochi chilometri, il 35enne che evidentemente si era nascosto nei paraggi dell’ospedale, alla guida della propria auto ha tentato in tutti i modi di speronare quella della sua convivente per costringerla a fermarsi, nonostante la presenza dei carabinieri.

L'ARRESTO - Molti automobilisti di passaggio hanno assistito increduli a quelle  manovre rischiosissime lungo la strada, in quel frangente molto trafficata. Alla fine, dopo una serie di sorpassi e controsorpassi con i carabinieri, il 35enne completamente fuori di sé dalla rabbia è stato bloccato. Sul posto è arrivato di rinforzo anche un secondo equipaggio del Nucleo Radiomobile. Per l'individuo sono scattate le manette per “maltrattamenti in famiglia” e “violenza privata”. Inoltre gli è stato contestato anche il reato di  “lesioni personali” procurate alla sua convivente. L'uomo ha trascorso le festività pasquali in carcere in attesa della convalida del giudice (pubblico ministero Monica Gargiulo).

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