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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Mascherine a rischio sequestro, l'Ausl Romagna a caccia dei dispositivi di protezione irregolari

La Regione si è attivata con le Aziende sanitarie locali per far mettere da parte alcuni lotti di mascherine non conformi alla regola: saranno portati al magazzino centrale di Reggio Emilia

Si allarga fino all'Emilia Romagna l'indagine nazionale che riguarda un numero ingente di mascherine irregolari e pericolose per la salute, per la quale qualche giorno fa la Procura di Roma ha disposto il sequestro presso la struttura commissariale e alcune sue sedi regionali. Si tratta di una serie di dispositivi di protezione diffusi in tutta Italia già nel primo periodo della pandemia, ma ritenuti non conformi alla legge.

Come precisato anche da Ausl Romagna, dunque, non si tratta di mascherine acquistate direttamente dall'azienda sanitaria locale, ma di lotti che sarebbero in gran parte provenienti dalla Cina, poi distribuiti a livello nazionale nella prima fase dell'emergenza Coronavirus e ora al centro di un'operazione di sequestro da parte della Guardia di Finanza.

Allo stato attuale, quindi, non sono in corso sequestri da parte delle Fiamme Gialle all'interno delle sedi Ausl del territorio romagnolo, ma è la stessa azienda sanitaria che, tramite un avviso della Regione, si è attivata per mettere da parte i lotti che risulterebbero irregolari per poi consegnarli nei prossimi giorni al magazzino centrale di Reggio Emilia, dove poi la Finanza dovrebbe procedere al sequestro.

Ad accendere i riflettori sulla vicenda è stata Veronica Verlicchi, consigliera comunale della lista civica La Pigna, che ha depositato un question time per chiedere al sindaco di Ravenna di chiarire alcuni aspetti, fra cui "chi sono i fornitori delle mascherine oggetto del sequestro" e inoltre quale sia "il numero delle mascherine oggetto del sequestro".

"E’ inaccettabile che lavoratrici e lavoratori in prima linea siano esposti a situazioni di rischio in ragione dell’incapacità a fornire e a garantire loro dispositivi di protezione individuale non solo a norma ma sicuri e tutelanti - critica la Uil Fpl di Cesena, Forlì Ravenna e Rimini - Lavoratori in prima linea da oltre due anni per fronteggiare una pandemia che di anno in anno si manifesta più forte dell’anno precedente. Così, mentre le tutele garantite dalla vaccinazione vengono meno (gli operatori sanitari sono stati infatti i primi ad essere sottoposti alla campagna vaccinale) e si è costretti a ulteriori richiami, ci si trova a dover far fronte a un ulteriore nemico: la mancata sicurezza di alcuni dispositivi di protezione individuale dati agli operatori. Rimane poi da chiarire un ulteriore aspetto, ovvero se il maxi sequestro di mascherine non comporterà nel prossimo futuro problemi di approvvigionamento nei confronti dei dipendenti e quali effetti sulla salute potrebbe avere comportato l'utilizzo di mascherine non a norma. Chiederemo alla Direzione Aziendale i dovuti chiarimenti e le indispensabili rassicurazioni affinché ogni dispositivo fornito ai dipendenti garantisca le dovute protezioni. Infatti la Uil e tutte le sue categorie sono in prima linea con la campagna “Zero Morti sul lavoro” proprio per sensibilizzare e combattere tutte le forme di mancata tutela, quale quella appresa in questi giorni, della sicurezza dei lavoratori. E’ quindi ancor più incredibile che proprio un'Azienda Sanitaria sia soggetta a situazioni di tale gravità. Una situazione che necessita di un intervento immediato da parte della direzione aziendale".

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