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Cronaca

Matrimoni gay, il sindaco: "Approvare in tempi rapidi la nuova legge per le trascrizioni"

Arriva la risposta del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, a Barbara Domenichini, prima firmataria della Petizione “Richiesta di trascrizione nei registri di Stato Civile dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso”.

Arriva la risposta del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, a Barbara Domenichini, prima firmataria della Petizione “Richiesta di trascrizione nei registri di Stato Civile dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso”. "L'11 gennaio in sede di seduta congiunta delle Commissioni 1 e Pari opportunità è stata esaminata e messa in discussione la Petizione P.G. n.150014 del 3.11.2015 “Richiesta di trascrizione nei registri di Stato Civile dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso”. La seduta, come da prassi, prevede anche l'espressione di parere della relatrice prima firmataria. La dott.ssa Barbara Domenichini in veste di rappresentante ha, fra l'altro dichiarato soddisfazione per il clima civile, onesto e sereno del confronto che, anche su posizioni divergenti, ha mantenuto un positivo livello di accoglienza dei temi rappresentati dalla petizione" ha detto il primo cittadino di Ravenna.

"Risulta, anche in questa occasione, molto importante il confronto fra la società civile e il Comune, quale espressione di una preziosa  forma di democrazia di prossimità. La richiesta delle sottoscrittrici e dei sottoscrittori non può essere, a mio giudizio, esercitata in modo univoco e convincente dai Sindaci non essendo supportata da normative giuridiche che soddisfino i diritti sociali e civili di cui, da un anno e mezzo,  il Governo sollecita l'approvazione in Parlamento. L'incontro positivo di questi interessi individua l'obiettivo comune di una Legge nazionale. La descrizione e la denuncia di questa grave lacuna è stato l'argomento maggiormente affrontato  nel dibattito delle Commissioni" prosegue il sindaco Matteucci.

"Non c'è una legge “di innesto”  per poter trascrivere i matrimoni contratti regolarmente all'estero, ma ci sono però molte sentenze (della Cassazione di tre anni fa, della Corte di Giustizia europea di quest' anno), che hanno raccomandato al  Parlamento italiano di riconoscere il diritto delle coppie omosessuali al matrimonio. A settembre lo ha fatto anche il Parlamento europeo in una raccomandazione indirizzata all'Italia e agli altri otto paesi che ancora non riconoscono le unioni di fatto registrate e il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. All'origine del difficile sviluppo di una normativa nazionale  che possa prevedere una soluzione legislativa equa e giusta, si è interposta la sentenza della Corte costituzionale del 2010 in cui si precludeva la equiparazione ai matrimoni eterosessuali:  “Le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio” , ma già  allora si chiedeva al Parlamento di intervenire per garantire a tutti  “il diritto di vivere liberamente una condizione di coppia ottenendone il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”".

"Nel 2013 la Cassazione stabilì che anche in Italia si deve considerare superata  “la concezione secondo la quale la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile della stessa esistenza del matrimonio”. I limiti dell' ordinamento italiano su questa materia, ormai insopportabili, hanno creato molte discrasie e decisivi respingimenti ai ricorsi di coppie regolarmente sposate all'estero. L'inerzia del legislatore sta creando un' indisponibilità amministrativa e contemporaneamente anche sociale ad accogliere e riconoscere le scelte e le esperienze di coppie legate da vincoli affettivi anche pienamente riconosciuti da matrimoni contratti all'estero".

"Compito primario dello Stato e della società - dice Matteucci - è rispettare e fare rispettare l'uguaglianza e la  parità  dei diritti dei  cittadini a prescindere dall'orientamento sessuale. Risulta anacronistica la resistenza etica e culturale che fonda le proprie intransigenti motivazioni unicamente sull'istituto del matrimonio e sul concetto costituzionale di famiglia senza tenere conto del  riferimento costituzionale riportato nell' art. 2 della Costituzione che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. Anche la Corte costituzionale, con la sentenza n. 138/2010, ha trattato questo passaggio concettuale valutando come famiglia e matrimonio non possono essere cristallizzati per la loro intrinseca duttilità  e che, pertanto, vanno interpretati tenendo conto non soltanto delle trasformazioni dell'ordinamento giuridico ma anche dell'evoluzione sociale".

"La pressione della vita reale non può trovare soddisfazione nelle semplici azioni simboliche introdotte dai registri delle unioni civili che il Comune i Ravenna ha istituito 7 anni fa. La quotidianità esige norme e diritti riconosciuti per Legge e non può  lasciare ai sindaci il compito e la responsabilità di trovare soluzioni amministrative  “scivolose”. Qualunque scelta amministrativa non supportata da una legge nazionale rischia di aumentare le forme di discriminazione per la disomogenea risposta che si introduce a livello solo locale. Ci disponiamo dunque a dare sostegno politico alla approvazione della Proposta di legge Cirinnà  che risulta un buon compromesso e contiene indicazioni concrete sulle trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all'estero. Se al contrario, per l'ennesima volta, il Parlamento si mostrasse incapace di superare l' inerzia legislativa i Sindaci tutti dovranno riflettere e rendersi titolari di proprie iniziative. Io lo farò certamente".

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