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Cronaca Faenza

Mattarella parla ai sindaci dei comuni alluvionati: "Non abbiate paura di essere dimenticati. Io sarò al vostro fianco"

L'ultima tappa della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle zone alluvionate è stata l'aula del consiglio comunale di Faenza. All'incontro presenti gli oltre cento sindaci dei territori colpiti

Applausi scroscianti si sono levati in Piazza del Popolo a Faenza poco dopo le 17 di oggi, quando il corteo di auto in scorta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha oltrepassato la torre civica facendo il proprio ingresso nel cuore della città. Ad accoglierlo, oltre alle autorità, anche tanti giovani infangati. Una ceramista ha voluto regalare al presidente Mattarella una delle sue opere. Un ragazzo invece ha presentato la copia di una Costituzione, che Mattarella ha autografato.

Quindi l’arrivo del presidente nell’aula intitolata al compianto sindaco di Faenza Enrico De Giovanni, che è solita ospitare il consiglio comunale manfredo. Mattarella si è seduto sui banchi della giunta, al centro, nel posto normalmente occupato dal sindaco Massimo Isola, che per l’occasione ha preso posizione alla destra del presidente. Accanto a Isola si è accomodato il presidente della provincia di Ravenna Michele De Pascale, a sinistra ha preso posto il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Di fronte a loro una platea di fasce tricolori: gli oltre cento sindaci dei territori toccati dall’alluvione, che hanno accolto l’ingresso di Mattarella.

Mattarella in visita a Faenza: "Non siete soli"

Il sindaco Isola: "Abbiamo fatto tutto ciò che era possibile. Ora non dimenticatevi di noi"

A fare gli onori di casa ci ha pensato il sindaco Isola, che nel proprio discorso ha inteso ripercorrere i momenti difficili dell’alluvione: “L’acqua ha invaso le nostre case, ha messo in ginocchio centinaia di imprese, ha ferito in profondità il nostro tessuto socio economico, ha portato via la vita - ha detto Isola - ha distrutto ponti, strade, piazze, ci ha allontanati. Sono state 48 ore in cui abbiamo lottato come Davide contro Golia, abbiamo salvato centinaia di vite umane con le evacuazioni preventive. Siamo qui, noi sindaci, ancora sospesi, con ancora negli occhi le immagini del dramma. Siamo sospesi tra le lacrime del dolore e la determinatezza del lavoro di ricostruzione. Noi sindaci che ci abbiamo messo la faccia, che siamo stati i capri espiatori di una cittadinanza legittimamente arrabbiata. Noi, in prima linea ad agire e soffrire senza poter piangere, con la coscienza pulita perché abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare”.

Un discorso interrotto dagli applausi della platea, che hanno nuovamente invaso l’aula quando il primo cittadino di Faenza ha citato il lavoro della Protezione Civile. “Abbiamo fatto squadra con Prefettura, con le forze dell’ordine, con la Regione, e con le nostre giunte. Nella mano destra abbiamo trovato la Protezione Civile, entrata nelle nostre case con la competenza, a loro va il nostro commosso grazie. Nella mano sinistra invece gli angeli del fango, migliaia di giovani, la forza del cuore, lo sguardo nel futuro. Hanno invaso le nostre piazze portandoci quei sorrisi che non sapevamo più esistere”. E di nuovo applausi.

Isola ha poi sintetizzato l’appoggio del governo, rimarcando al presidente della Repubblica il “timore di essere dimenticati” e le necessità, ribadite tre volte: “risorse, risorse, risorse - ha detto Isola -. Ci servono tante risorse per ristorare le famiglie, le imprese, gli enti locali. Abbiamo anche bisogno di strumenti, e di progetti grandi, di sistema, perché i fiumi non conoscono confini amministrativi. La Romagna deve rinascere, abbiamo bisogno di mantenere stretta la filiera istituzionale: comuni, provincia, regione, stato. Solo tenendo da parte il dibattito politico possiamo dare risposte concrete”. Quindi la notizia: “Il governo ci ha invitato la prossima settimana per costruire un piano operativo”. E infine: “Lottiamo, ma senza un grande aiuto non sarà sufficiente. Abbiamo bisogno di nutrirci della sua autorevolezza, presidente, della sua umanità, della sua saggezza, e del suo spirito repubblicano. Ce la stiamo mettendo tutta con poche lamentele e tanto lavoro”.

Bonaccini: "Non ci fermeremo fino a quando non avremo ricostruito. Risolleveremo l'Emilia-Romagna"

Al termine del discorso del sindaco, il presidente della Regione Stefano Bonaccini si è alzato e lo ha abbracciato. Quindi Bonaccini ha preso parola ringraziando Mattarella per “essere stato ancora una volta vicino all’Emilia-Romagna. Siamo onorati della sua visita. Queste due drammatiche alluvioni, con una caduta d’acqua senza precedenti, hanno causato danni in un territorio esteso che ha colpito la Romagna per le alluvioni e gran parte della Regione per quanto riguarda la collina”. Il governatore ha ribadito la necessità di “non spegnere le luci e i riflettori, perché si rischierebbe di non vedere più il dramma. Se si ferma una parte dell’Emilia-Romagna - ha detto Bonaccini - si ferma una parte dell’Italia. La Romagna è di tutto il paese”. Poi la promessa: “Non ci fermeremo fino a quando non avremo ricostruito. Ho sentito parole sgangherate lontano da qui. Le generazioni precedenti alla nostra hanno fatto sforzi straordinari. Undici anni fa conoscemmo qualcosa che ci sconvolse. E lei, Presidente, ci è stato vicino, le Istituzioni ci sono state vicine. Risolleveremo l’Emilia-Romagna”.

Mattarella: "Non abbiate paura di essere soli, io sarò al vostro fianco"

Tra gli applausi ha quindi preso parola il presidente della Repubblica, che ha ringraziato i sindaci. Poi un "pensiero per le vittime, morte perché il legame con la casa era insuperabile, o per cercare di salvarla, o per salvare i frutti del proprio lavoro”. Dopodiché la citazione ai volontari: “Ne ho incontrati ovunque in questa giornata, a Forlì e a Ravenna. I volontari delle più varie provenienze, insieme ai corpi pubblici, volontari coordinati dalla Protezione Civile, ma anche quelli spontanei. Una quantità di giovani venuta ad impegnarsi, sostenere e aiutare chi ne aveva bisogno. È stata preziosa questa opera. La loro presenza ha portato speranza e fiducia, è stato un prezioso elemento che ha consentito a tutti di non perdersi d’animo. Ieri ho incontrato il Papa, mi ha fatto piacere sentire l’elogio ai cittadini della Romagna. Ai volontari, ai corpi militari, a coloro che hanno lavorato con fatica e impegno va la riconoscenza della nostra Repubblica”.

Poi le parole dirette ai primi cittadini: “Vi siete trovati in una condizione totalmente imprevista. Anche per l’esigenza di assumere nell’arco di poche ore decisioni coraggiose, a volte del tutto nuove. E’ stata un’azione preziosa, ma non l’unica che avete fatto. Siete stati il punto di riferimento per non perdersi d’animo, il punto di riferimento dei cittadini per uscire dall’emergenza e lo siete per la ricostruzione piena. È un’azione fondamentale quella che svolgete, per quello che avete fatto e che farete. Non abbiate paura di essere soli, non lo sarete. Il governo ha destinato somme rilevanti in questo primo intervento. Starò accanto al governo per il sostegno ad una ripresa piena”. E in seguito, dopo gli applausi: “Le istituzioni nazionali hanno questo obiettivo. Dovete avere la certezza che questo continuerà, anche a riflettori spenti, quando l’evento scomparirà dalle cronache televisive e dalle pagine dei giornali. C’è un pericolo da evitare: la tentazione di abbandonare, di arrendersi. Non fa parte della tradizione della Romagna, e questo rischio va scongiurato con concretezza e tempi veloci della ripartenza”.

In tema di ripresa, il presidente della Repubblica ha evidenziato: “Va assolutamente assicurata - citando la ricostruzione delle case, delle aziende e la ripresa dell’agricoltura. Quindi le strade -. Ho visto le tante ferite andando a Modigliana, che danno l’idea. E’ stato bello a Lugo vedere il sostegno al teatro da parte di coloro che sono abbonati. La ripresa di questo territorio è interesse nazionale, vi do questa rassicurazione in aggiunta a quello che ha detto il governo. Io sarò al vostro fianco”.

Infine prima di abbandonare l'aula, tra una stretta di mano e l'altra i sindaci hanno levato un coro: 'Romagna mia', l'inno alla Romagna di Casadei, da qualche settimana divenuto anche il canto della ripartenza.

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