Matteo Cagnoni resta in carcere: respinta di nuovo la richiesta per i domiciliari
Quella di venerdì è la terza richiesta di arresti domiciliari che Matteo Cagnoni, dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri, si vede respingere nel giro di pochi mesi
Niente da fare neanche stavolta: quella di venerdì è la terza richiesta di arresti domiciliari che Matteo Cagnoni, dermatologo ravennate accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri, si vede respingere nel giro di pochi mesi.
Venerdì mattina, infatti, la Corte ha rinviato la sedicesima udienza del processo a venerdì 9 marzo, dal momento che la chiusura di strade e autostrade paralizzate dal gelicidio ha impedito a diversi avvocati e testimoni di raggiungere la città. Tuttavia la Corte, presieduta da Corrado Schiaretti, ha deciso di riunirsi per esaminare la richiesta presentata dall'imputato, sempre proclamatosi innocente, durante la scorsa udienza del 23 febbraio, quando Cagnoni si era definito "sfinito dalla vita in carcere": e di nuovo è stato deciso che Cagnoni debba restare dietro le sbarre. Il processo riprenderà dunque venerdì 9 marzo, quando verranno ascoltati otto testi dell'accusa (in mattinata il Pm Cristina D'Aniello ha rinunciato all'ascolto di altri tre testimoni).