rotate-mobile
Cronaca Casola Valsenio

Finti eredi per intascare la pensione dei defunti. Così si truffava l'Inps

A.V., 57 anni, operatore informatico incensurato dell'Inps di Imola, era riuscito a raggirare l'istituto, fino a quando un direttore di banca non si è insospettito per un bonifico, avvisando la Guardia di Finanza

Realizzando delle pratiche fittizie a nome di almeno otto persone morte, alcune anche da una decina di anni, aveva versato nei conti correnti di sua moglie, suo genero e di due amici in quattro anni 377mila euro di ratei pensionistici, bottino che veniva poi spartito. Così un operatore informatico di 57 anni incensurato dell'Inps di Imola, era riuscito a raggirare l'istituto, fino a quando un direttore di banca non si è insospettito per un bonifico, avvisando la Guardia di Finanza.

Con gli accertamenti è emerso che i nomi di alcuni dei defunti ritornavano nelle causali. A quel punto sono partite le indagini della Squadra Mobile e della Polizia Postale, che hanno accertato la frode, coordinate dal pubblico ministero Antonello Gustapane. Anche l'Inps si è attivato per ricostruire la vicenda, inviando un ispettore e il dipendente è stato sospeso. Il metodo che utilizzava l'arrestato era abbastanza semplice, ma difficile da scoprire dal sistema informatico Inps: inseriva in una pratica il nome di un vero defunto, una posizione per la quale non era più dovuto nulla agli eredi.

Poi veniva 'inventata' una somma da pagare a titolo di 'rateo' pensionistico, detassata in modo da non dover rendere conto all'Agenzia delle Entrate. Quindi inseriva come beneficiari la moglie, il genero e i due amici, faceva il bonifico avvisandoli con sms con riferimenti calcistici, come ad esempio "domani si gioca la partita, uno fisso". Questi a loro volta, dopo aver preso una percentuale, fino al 30%, giravano le somme o sul suo conto personale oppure su altri conti riconducibili all'uomo e alla moglie in Gran Bretagna.

Sono 18 quelli sequestrati nell'operazione, oltre a beni per un milione. Dalla Procura di Bologna, guidata da Roberto Alfonso, è partita anche una segnalazione all'istituto nazionale, sulla base della quale sono state avviate verifiche. Il gip di Bologna Bruno Giangiacomo ha inoltre ordinato il sequestro - finalizzato alla confisca per equivalente - di beni per circa un milione riconducibili al truffatore imolese. Tra questi, c'é una villa a Casola Valsenio (Ravenna) dove l'uomo risiede con la moglie, un appartamento a Imola, due fondi di investimento e 18 conti corrente.

Non è stata invece accolta dal giudice la richiesta di custodia in carcere per l'uomo, per il quale sono stati disposti i domiciliari. Misura che non è stata ritenuta necessaria per la moglie, 60 anni e per il genero, 30, residente in Inghilterra. Denunciati anche i due amici, un cinquantatreenne di Imola e un cinquattottenne di Brescia.

L'ipotesi di associazione a delinquere ipotizzata nei confronti dell'indagato, dipendente dell'Inps accusato di aver frodato l'istituto per intascarsi i ratei pensionistici utilizzando i nomi di persone decedute "mi pare un po' forzata", commenta all'Ansa l'avvocato Alberto Padovani, che premette di voler leggere gli atti e di attendere l'interrogatorio di garanzia.

"Per quanto riguarda la frode informatica - prosegue - mi sembra di intendere che ci siano degli elementi documentali, che mi riservo di vedere". Per quanto riguarda poi la posizione della moglie, pure lei rappresentata dal legale, "mi pare di capire che oltre al fatto che è cointestataria di un conto corrente, su di lei ci sia ben poco" nell'ordinanza del giudice.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Finti eredi per intascare la pensione dei defunti. Così si truffava l'Inps

RavennaToday è in caricamento