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Cronaca

Messinscena per coprire un incidente sul lavoro: in quattro a giudizio

Il capocantiere e un operaio hanno patteggiato, mentre gli altri quattro accusati tra cui il titolare della ditta, il coordinatore lavori, il committente e un secondo operaio sono stati rinviati a giudizio.

Il capocantiere e un operaio hanno patteggiato, mentre gli altri quattro accusati tra cui il titolare della ditta, il coordinatore lavori, il committente e un secondo operaio sono stati rinviati a giudizio. Si è conclusa così l'udienza preliminare per il grave infortunio sul lavoro verificatosi l'8 settembre 2011 in una palazzina in ristrutturazione di Punta Marina Terme, sul litorale ravennate. Un incidente seguito da tre arresti e da un ordine di cattura per la successiva messinscena con tentativo operato sul muratore ferito affinché dichiarasse che si era trattato di un incidente di altro tipo.

L'uomo - un trentaquattrenne originario di Mazara del Vallo (Trapani) ma domiciliato a Lido Adriano e assunto in nero - oggi lamenta una paraplegia a causa dell'accaduto tanto da essersi presentato in Tribunale in sedia a rotelle: si è costituito in parte civile con l'avv. Gianni Casadio. Era precipitato da un'impalcatura a quattro metri di altezza con il piano calpestio senza fermi di sicurezza. I colleghi presenti, dopo avergli tolto il giubbetto con il logo della ditta, per una decina di volte avevano tentato di portarlo fuori cantiere. L'obiettivo, secondo le indagini della squadra Mobile e dei carabinieri del Nil coordinate dal Pm Cristina D'Aniello, era quello di inscenare un altro tipo di incidente (stradale o domestico) perdendo però in questo modo tempo prezioso per avvisare il 118. E, oltre alla minaccia di fargli perdere il lavoro, erano arrivati a offrirgli danaro per convincerlo ad addomesticare i fatti.

Il capocantiere, 49 anni, originario di Laterza (Taranto) con l'avv. Giovanni Scudellari ha patteggiato un anno e 9 mesi (pena sospesa) per tentata estorsione e frode in concorso. Patteggiamento a sei mesi (pena sospesa) anche per un muratore cinquantunenne romeno accusato di favoreggiamento e difeso dall'avv. Gianluca Alni. Tutti gli altri indagati sono stati rinviati a giudizio a vario titolo per tentata estorsione, frode, favoreggiamento e lesioni colpose aggravate dalla violazione di norme per la sicurezza sul lavoro. Sono difesi dagli avv. Ermanno Cicognani, Cristina Beghi, Alessandro Mancuso, Raffaella Salsano e Carlo Benini. Quest'ultimo, che tutela il titolare della ditta, un trentottenne originario di Triggiano (Bari), ha avanzato perplessità sulla quantificazione della prognosi per l'operaio. Processo al via a fine ottobre 2014 davanti al collegio penale di Ravenna.

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