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Cronaca

Mistero sulla teca di raccolta fondi trovata infranta: "Mio figlio sfruttato illecitamente"

Qualche giorno fa è stata ritrovata una teca infranta recante una locandina che spiegava come, all'interno della stessa teca, venissero raccolti fondi per Nicolò, bambino affetto da "trisomia 18 a mosaicismo"

Nicolò è un dolcissimo bambino di nove anni affetto da "trisomia 18 a mosaicismo", una rara malattia genetica meglio conosciuta come sindrome di Edwards che causa gravi ritardi motori, linguistici, mentali e dello sviluppo in generale. Il piccolo Nicolò abita a Ravenna insieme a sua madre, Cristiana, e nel corso della sua breve vita ha già subito diverse grosse operazioni, tra le quali una al cuore e una all'intestino. Nicolò ha bisogno di cure continue, ma solo una piccola parte di queste è passata gratuitamente dal servizio sanitario: in un solo anno Cristiana, per le cure al centro iperbarico, ha speso più di 15mila euro, mentre l'assegno che suo figlio riceve ogni mese è di appena 500 euro.

Per questo Cristiana, qualche anno fa, ha chiesto aiuto all'associazione Agemo18, che offre supporto alle famiglie in cui sono presenti bambini affetti da trisomia 18. Negli anni passati sono state organizzate diverse raccolte fondi, tutte andate molto bene, grazie alle quali il piccolo Nico ha potuto proseguire con le sue terapie.

Qualche giorno fa, però, di fronte all'entrata laterale del liceo classico Dante Alighieri ha fatto la sua comparsa una teca infranta recante una locandina che spiegava come, all'interno della stessa teca, venissero raccolti fondi per Nicolò. Il contenitore, svuotato del contenuto, è stato abbandonato su una panchina tra il liceo e la Chiesa di San Giovanni Evangelista. E qui inizia il mistero: l'associazione Agemo18, che si occupa della raccolta fondi per Nicolò (tramite versamento su conto corrente postale), non sa nulla di quanto accaduto.

Stessa cosa vale per Cristiana, la madre di Nico: "Non sono a conoscenza di cassette di raccolta fondi per Nicolò - spiega Cristiana - Il volantino posto sulla teca venne usato qualche anno fa per una raccolta da parte di amici e conoscenti. Temo che l'immagine e la storia di Nicolò siano state utilizzate illecitamente". Non si sa da dove sia stata sottratta la teca, tuttavia il fatto che né l'associazione né la madre di Nicolò fossero a conoscenza di raccolte fondi in atto fa pensare che qualcuno possa essersi approfittato della situazione; o magari, al contrario, qualche buon anima ha deciso di intraprendere una raccolta spontaneamente, per poi consegnare i soldi raccolti direttamente a Cristiana o facendo un versamento all'associazione.

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