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Cronaca

Morì salvando la vita a due colleghi: gli studenti ricordano Raffaele Rozzi

Nei giorni scorsi si è conclusa la prima esperienza di lezioni sul tema dell’amianto nelle scuole superiori di Ravenna, inserita quest’anno come novità nella più ampia e ricorrente iniziativa “La sicurezza nei luoghi di lavoro”

Nei giorni scorsi si è conclusa la prima esperienza di lezioni sul tema dell’amianto nelle scuole superiori di Ravenna, inserita quest’anno come novità nella più ampia e ricorrente iniziativa “La sicurezza nei luoghi di lavoro” in memoria di Raffaele Rozzi, chimico industriale di 36 anni deceduto nel salvare la vita a due operai all’interno di una cisterna dove avevano accusato un malore. “È stata un'esperienza molto positiva - dice Idilio Galeotti, referente provinciale Afeva (Associazione familiari e vittime amianto) - in quanto considero importante il coinvolgimento dei giovani studenti di Ravenna, al fine di attivare con loro un rapporto di informazione e formazione sul tema dell’amianto. L'iniziativa si è realizzata avendo costruito nei mesi scorsi un proficuo rapporto con il Comune di Ravenna, con il sindaco e il suo staff; successivamente abbiamo svolto un incontro con i professori delle scuole superiori che hanno accettato il nostro progetto formativo. Queste le scuole coinvolte al momento: istituto professionale Callegari, istituto tecnico commerciale Ginanni, istituto tecnico industriale Nullo Baldini, istituto tecnico per geometri Morigia, liceo scientifico Oriani e liceo classico Alighieri”.

Per questo primo modulo formativo, Galeotti sottolinea di aver scelto un linguaggio di impatto immediato con un’introduzione di 10 minuti sull’associazione Afeva e sul tema dell’amianto, a cui è seguita la proiezione del film "Un posto sicuro" del 2015, che tratta il problema dell’amianto in un contesto complicato nel rapporto fra padre e figlio. Successivamente al film si è aperta la fase del confronto, con considerazioni, domande e ulteriori informazioni sul problema amianto sia su scala nazionale che locale. “Il risultato è andato oltre le più rosee aspettative – conclude Galeotti - a volte sono state tante le domande e le considerazioni, che abbiamo dovuto proseguire oltre le ore concordate e continuato con i professori delle successive lezioni. Per queste ragioni, considero molto importante il risultato di questo primo modulo formativo. Ritengo fondamentale il rapporto comunicativo e di senso civico che è stato possibile trasmettere ai circa 200 giovani coinvolti”. 

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