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Cronaca Faenza

Si è spento il rappresentante dei faentini lontani Antonio Rossini

Rossini lascia la moglie, due figlie e sei nipoti. Alla famiglia le sentite condoglianze del sindaco Giovanni Malpezzi a nome dell'amministrazione comunale e dell'intera città di Faenza.

Si è spento venerdì Antonio Rossini, membro, in rappresentanza di tutti i faentini lontani, del comitato che assegna ogni anno l'onorificenza del “Faentino lontano”. Animatore della cerimonia che si tiene al Teatro Masini l'ultima domenica di giugno, e orgoglioso delle proprie origini faentine, Rossini ha sempre vissuto questo impegno con grande passione. Residente a Sesto San Giovanni (Milano), Rossini lascia la moglie, due figlie e sei nipoti. Alla famiglia le sentite condoglianze del sindaco Giovanni Malpezzi a nome dell'amministrazione comunale e dell'intera città di Faenza.

Ingegnere in pensione, Rossini era nato a Faenza nel 1931. Ultimo di cinque figli e rimasto presto orfano di entrambi i genitori, grazie al sostegno del direttore dell'orfanotrofio maschile di Faenza don Vincenzo Liverani, Antonio riuscì a frequentare il liceo classico Torricelli. Nel 1951 si iscrisse alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna ottenendone la laurea nel 1956.

Appena laureato si trasferì a Sesto San Giovanni trovando impiego presso la Breda siderurgica. Dopo altre brevi esperienze lavorative, fra cui l’IBM, nel 1963 Rossini rientrò definitivamente a Sesto per iniziare la sua lunga permanenza alle Acciaierie Falck durata vent'anni, prima come impiegato, poi come caporeparto, per poi diventarne uno dei principali dirigenti.

La carriera di Antonio Rossini vanta anche la vicepresidenza all’Ente nazionale di unificazione siderurgica, la presidenza alla Accam (il consorzio di Comuni dell’Alto Milanese e Basso Varesotto che si occupa dello smaltimento e della termovalorizzazione dei rifiuti) e una lunga collaborazione con la cattedra di Siderurgia del Politecnico di Milano.


 

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