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Cronaca

Si è spento il papà della Dc a Ravenna Emilio Molducci: il cordoglio del mondo politico

Insieme a Zaccagnini aveva fondato la Dc nel capoluogo bizantino. I funerali si terranno in Duomo mercoledì pomeriggio alle 15

Si è spento all'età di 86 anni Emilio Molducci, padre dell'attuale presidente del consiglio comunale Livia. Insieme a Zaccagnini aveva fondato la Dc nel capoluogo bizantino. I funerali si terranno in Duomo mercoledì pomeriggio alle 15. Lascia, oltre alla figlia Livia, la moglie Mariangela e i figli Pierluigi, Laura, Claudia, Corrado e Chiara. Numerosi i messaggi di cordoglio del mondo politico. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo venti anni fa, nel 1994 - esordisce il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci -.  Lui era segretario provinciale del Partito Popolare Italiano, io del Partito Democratico della Sinistra".

"Emilio suscitava rispetto.Non tanto per la differenza di eta' che c'era fra di noi , ma perche' era una persona autorevole: cio' che diceva e faceva nasceva da principi solidissimi. Quello fu un anno cruciale per la nascita sul piano locale dell'alleanza fra i Popolari e i Democratici di Sinistra: l'anno successivo sarebbe nato l'Ulivo - continua il primo cittadino -. Di quell'anno, in cui ci sentivamo e vedevamo praticamente ogni giorno, ricordo il suo rigore,le sue convinzioni profonde,le comuni fatiche per avvicinare due mondi fino ed allora lontani e contrapposti a causa della guerra fredda. E poi la soddisfazione per i successi di un disegno politico che incontrava il consenso dell'elettorato, con Martinazzoli a Brescia e De Giovanni a Faenza".

"In quel frangente dell'impegno politico e' maturata un amicizia e una stima lunghe nel tempo, fino all'ultima volta che ho potuto abbracciarlo, ad un incontro pubblico con Enrico Letta - conclude il sindaco -. Le cose molto importanti della nostra vita sono per me soprattutto le persone che ho incontrato,anche nel corso del mio impegno politico: Emilio Molducci e' una persona che sono felice di avere incontrato. Lo dico con affetto,in un momento di cosi grande dolore, a Livia,Claudia,Pierluigi,Laura,Corrado e Chiara e alla Signora Mariangela."

SPADONI - “Profondo cordoglio" è stato espresso dal consigliere provinciale, Gianfranco Spadoni, definendolo un "autentico esempio del movimento cattolico ravennate ed esponente di spicco della politica locale e delle istituzioni. Segretario provinciale della Democrazia cristiana di Ravenna, Molducci ha sempre favorito il dialogo costruttivo con tutti indistintamente, assumendo funzioni aperte e concilianti sia con le varie anime della Balena bianca, sia con tutte le forze politiche per molti aspetti antitetiche al suo credo politico. In questi ultimi anni ha continuato nel suo ruolo di simpatico e cordiale comunicatore curando e conducendo programmi radiofonici a Ravegnana Radio con un elevato indice di ascolto. Per noi tutti resta l’esempio di una persona rara che ha saputo coniugare bene gli impegni con la famiglia e con la sua professionale scolastica, dedicando tempo e risorse all’attività politica, sempre nel pieno rispetto di tutte le posizioni. Alla famiglia giungano le più sincere condoglianze".

ANCISI - Con Molducci, afferma il capogruppo in consiglio comunale, "si chiude - spero provvisoriamente - un percorso che ha tracciato la mia vita. Ero bambino, quanto periodicamente, in funzione del padre che più non avevo, mi veniva a trovare, insieme a Dino Pierpaoli, prematuramente scomparso, nella casa diroccata in cui abitavo con mia madre e la sorella minore, portandoci, insieme al calore familiare, i buoni alimentari con cui l’Opera San Vincenzo assisteva le famiglie povere. Ricordo che andavo a ritirare - in verità vergognandomene, ora posso dirlo - la carne di secondo o forse terzo taglio presso la macelleria di via IV novembre. Conclusa la terza media, decisero, per non lasciarmi su strada (“vediamo come va”), di iscrivermi alle magistrali, essendo il corso, allora quadriennale, più breve. Venivano allora a portarmi i libri di seconda mano o di diverso editore. Finito faticosamente il primo anno, non ebbi più problemi di voti fino al diploma. Fortuna volle che potei partecipare, non avendo ancora 18 anni, al concorso pubblico, bandito proprio allora, per posti di maestro elementare. Uscendone vincitore, ritrovai Emilio come collega, nella professione e nel direttivo dell’associazione maestri cattolici. Sei anni dopo, quando era consigliere comunale, mi iscrissi, per suo merito, alla DC. Ne fui tirocinante di amministrazione municipale per due anni, fino al termine del suo mandato. Mi piace pensare che i 941 concittadini da cui presi i miei primi voti di preferenza mi abbiano mandato a coprire il suo posto. L’esperienza comune nella DC è stata lunga, intensa e qualche volta vivace, lui sempre sereno e pacificatore, io alquanto movimentato. Mi torna spesso in mente quando venne in Tribunale a tirarmi fuori dalla querela che un sindaco un po’ permaloso mi aveva rivolto per un manifesto sopra le righe. Più avanti, quando passai dal Comune alla Provincia per un mandato, me lo ritrovai a capo del gruppo consiliare e, come sempre, moderatore delle mie esuberanze. Finita la DC, è stato segretario provinciale del PPI in cui siamo brevemente confluiti. Il resto - lui a sinistra, io con Lista per Ravenna - è stata divisione politica. Tuttavia, se mi sono venute meno le sue tirate d’orecchi, ininterrotti sono stati l’amicizia e l’affetto. Immaginando che, da parte sua, ci sia sempre stata, nonostante tutto, anche la stima, sono certo che quei sentimenti ora avranno modo di esprimersi anche meglio. Mi unisco, nel cordoglio, alle preghiere della sua carissima Mariangela, anche lei lungamente mio angelo custode in terra, dei figli Laura, Chiara, Pierluigi, Corrado, Livia, Chiara, dei suoi nipoti e di tutti i loro cari".

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