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Cronaca Lugo

Morti sospette all'ospedale di Lugo, svolta nelle indagini: arrestata l'infermiera

Le perizie degli esperti dalla procura, depositate nei giorni scorsi, hanno consigliato un approfondimento - tramite analisi statistica - per altri 10 casi di pazienti deceduti

Svolta nelle indagini della Procura di Ravenna sulle undici morti sospette all'ospedale di Lugo. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ravenna hanno arrestato l'infermiera di 42 anni, inizialmente indagata a piede libero. Ora è in carcere a Forlì e la prossima settimana si terra' l'interrogatorio di garanzia. Il lavoro degli inquirenti è scattato dopo la morte di Rosa Calderoni, l'anziana 78enne deceduta l'8 aprile scorso in seguito a complicanze cardiache. L'anziana, secondo i precedenti accertamenti, era stata ricoverata nelle struttura per una patologia non grave ma poi morì in circostanze non chiare.

Le indagini, coordinate dal procuratore capo, Alessandro Mancini e dal pubblico ministero Angela Scorza, puntano a chiarire 38 decessi sospetti avvenuti nell'ospedale della bassa Romagna dall'inizio dell'anno. Le perizie degli esperti dalla procura, depositate nei giorni scorsi, hanno consigliato un approfondimento - tramite analisi statistica - per altri 10 casi di pazienti deceduti. Nella misura restrittiva si contesta il reato di omicidio pluriaggravato nei confronti della 78enne. Per gli investigatori, la donna se la sarebbe presa con i pazienti particolarmente impegnativi da assistere o con parenti pressanti, esclusa l'eutanasia per motivi 'umanitari'.

L'indagata, ha dichiarato Mancini, ha mantenuto "l'atteggiamento di estrema freddezza che ha avuto sin dall'inizio delle indagini". Per quanto riguarda i restanti decessi, sara' tuttavia difficile far luce "stante il lungo periodo passato dalla data di morte ad oggi". Per la morte della signora Calderoni, ha detto Mancini, il "caso eè stato preso per i capelli". L'infermiera secondo la procura avrebbe ucciso la 78enne iniettandole una dose letale di potassio. "La paziente - ha aggiunto il pm Scorza - e' stata seguita soltanto dall'infermiera indagata. Inoltre gli accertamenti hanno escluso l'errore umano".

Conferenza stampa in Procura (Foto Lidia Bagnara/Rafotocronaca)

Il movente secondo gli inquirenti sarebbe da ricercare nella volontà di uccidere pazienti particolarmente difficili da assistere o con parenti pressanti. "Escludiamo ogni tipo di volontà eutanasistica - ha continuato il procuratore capo -, poichè anche il profilo dell'indiziata, testimoniato dalle foto (per la quale è stata denunciata, ndr) con i cadaveri che si è fatta scattare". Dure la parole del procuratore sulla gestione dell'ospedale: "Abbiamo sentito decine di persone per questa complessa indagine" ed e' emerso un quadro gravato da "pesanti negligenze nell'aspetto organizzativo ed etico professionale" che "non ha impedito che si verificassero furti e morti sospette".

A fine maggio erano stati indagati due medici della struttura romagnola e di un direttore amministrativo. I tre erano stati quindi convocati in Procura per essere ascoltati in relazione alle ipotesi di omissione di referto (per i primi due), e per omissione di atti di ufficio, per il terzo. Ad inizio giugno il direttore generale dell'Ausl della Romagna, Andrea Des Dorides, aveva annunciato l'apertura di "due procedimenti disciplinari interni, uno sulle foto e uno sui furti, non sulle responsabilità individuali, bensì sulle procedure". "Ma questo - aveva aggiunto - e' nulla rispetto all'orribile ipotesi di omicidio in questione".

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