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Cronaca

Morto Luigi Mattioli, primo vicesindaco comunista di Ravenna: "Ora continuerà le sue discussioni con Arrigo"

È scomparso domenica, all’età di 91 anni, Luigi Mattioli, storico dirigente della sinistra ravennate, primo vicesindaco comunista di Ravenna negli anni '70

È scomparso domenica, all’età di 91 anni, Luigi Mattioli, storico dirigente della sinistra ravennate, primo vicesindaco comunista di Ravenna negli anni '70. "Ero andato a trovarlo l’ultimo giorno dell’anno quando ci eravamo confrontati sul partito, sulla città e su quanto accaduto nelle ultime elezioni - lo ricorda il segretario del Pd Alessandro Barattoni - Cresciuto nell’Uisp, diventò dirigente della nostra federazione, grande esperto di urbanistica. Ci mancheranno le sue visite in via della Lirica, le sue idee lucide e costruttive esposte con umiltà e discrezione, la sua curiosità e voglia di ascoltare, la sua capacità di esserci sempre nel modo giusto, gli aneddoti che raccontava, sempre con il sorriso sulle labbra. Uno di quei dirigenti politici che tutti i segretari dovrebbero incontrare. A nome di tutto il Partito Democratico porgo le più sentite condoglianze ai suoi amici e alla sua famiglia. Ciao Gigi".

"Grande protagonista delle istituzioni ravennati, ha rivestito la carica di vicesindaco per il Pci nella prima giunta Canosani - scrive il sindaco Michele de Pascale - Esperto di urbanistica, fu tra coloro che anticiparono una visione moderna della progettazione della città e che videro nella pianificazione urbanistica il possibile ruolo riformista rispetto al territorio e alla società attraverso un nuovo approccio caratterizzato da continuità e sistematicità di metodo e di contenuti. È stato un riferimento importantissimo nella vita politica e democratica di Ravenna, non solo dei suoi tempi, ma anche e specialmente per le generazioni a venire, in particolare grazie alla sua attenzione sempre viva e di assoluto rispetto per le giovani generazioni. È stato per molte generazioni di dirigenti del centrosinistra ravennate un modello e una guida sicura a cui ispirarsi e da cui ricevere consigli. Lo ricordiamo con affetto e grande stima. Un pensiero commosso alla famiglia e ai suoi cari".

"Un uomo con la passione per la politica scritta sulla pelle - il ricordo di Simona Pepoli, vedova del compianto sindaco Fabrizio Matteucci - Fedele ai suoi valori sempre, per me è stato un maestro, uno di quelli a cui chiedi consiglio su come si deve fare. Perché non pensava di essere più bravo e lo era e aveva una inesauribile voglia di confrontarsi. E poi quel suo modo di ridere e anche di arrabbiarsi che lo rendeva unico. Ciao Gigi, grazie davvero. Credo ci sia qualcuno che ha già le braccia aperte per accoglierti".

"Lo ricordo come vicesindaco attento, preciso, preparato - aggiunge l'ex parlamentare Aldo Preda -  È stato un comunista convinto, mai settario, disponibile al confronto e al dialogo. Era attento a quello che succedeva oggi, non era un nostalgico, ma legato ai grandi valori della sua storia politica. E molte volte a ragione. Ora continuerà le sue discussioni con Arrigo e gli uomini e le donne di buona volontà che ha incontrato nella vita terrena". "Gigi Mattioli è una delle persone che personalmente ho ascoltato di più nella mia vita personale e politica - il ricordo dell'ex sindaco ravennate Vidimer Mercatali - Grazie Gigi, te l’ho detto tante volte, oggi per l’ultima volta!".

"Con lui scompare un altro pezzo di quella generazione di politici che, da versanti opposti, seppero nobilitare il confronto politico aspro di quegli anni dell’immediato dopoguerra con la profondità delle visioni e con la fermezza degli ideali ma soprattutto col rispetto dell’avversario - scrive il vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani - Tra questi molti miei compaesani: comunisti come lui e Pietro Mieti, democristiani come Domenico Merendi e Orio Guidazzi o repubblicani come Luciano Zignani e Franco Tumidei; Uomini diversi per cultura e appartenenza ma uguali nel ritenere il confronto il sale della democrazia, così faticosamente conquistata dopo la barbarie del “ventennio”. E per tutti la stessa impostazione: lavorare per il bene comune. Dunque la Politica per la Polis e non come esercizio di potere o, peggio, come spesso ci è dato di vedere oggi, con la superficialità del populismo o la disinvoltura del narcisismo patologico. Per me, castiglionese come lui, mi onora essergli succeduto pur dopo tanti anni come vicesindaco. È stato un amministratore serio, rigoroso e coerente e un politico duro ma leale. Mi piace ricordarlo nel 2018, quando organizzai all’Alighieri un convegno per il 50esimo della morte del sindaco Repubblicano Bruno Benelli, padre insieme a Manlio Monti del primo Centrosinistra ravennate nel 1963. Lui, che di Benelli fu un tenace oppositore, con grande onestà intellettuale, ammise l’errore di valutazione del Pci di allora, riconoscendo all’opera di Benelli il merito di aver modernizzato Ravenna, attraverso la messa in atto di politiche di lunga visione che hanno cambiato il volto di città e territorio. Un bell’esempio di come si può condurre la politica, con dignità e onore. La sua morte fa mancare una voce ascoltata nel Pd e autorevole per la politica locale, che lo ricorda tributandogli la stima che meritano quanti hanno fatto dell’impegno un vero servizio per la nostra comunità. A nome mio personale e di tutto il Pri della provincia, le più sentite condoglianze alla famiglia e al Pd".

"Sono nato e ho vissuto a lungo a Castiglione di Ravenna e Luigi Mattioli lo conoscevo da sempre. Mi ha spronato, sostenuto nella mia attività di cooperatore, ha insegnato tanto ed è stato un compagno e un amico al quale sapevo di potermi rivolgere per ottenere un consiglio, un punto di vista non scontato, una visione del futuro - questo il ricordo di Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia-Romagna - Addio, Luigi, ti saluto per l’ultima volta con grande affetto e gratitudine".

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