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Cronaca

L'uomo che collezionava chitarre: oltre 100 'Fender Vintage' alla conquista di Ravenna

Appartengono alla storia e al mito le chitarre Fender di Flavio Camorani esposte a Palazzo Rasponi nella mostra inaugurata venerdì: 110 pezzi unici, dotati di voce e anima

Le mitiche chitarre Fender invadono Ravenna per quella che si presenta come la "settimana della chitarra." Mentre si attende il concerto 'In a blink of a night', con cento chitarre scatenate davanti a Palazzo San Giacomo di Russi, Ravenna Festival presenta al Palazzo Rasponi Delle Teste la mostra Fender Vintage. Dal 16 al 24 giugno sono esposti alcuni degli storici modelli della famosa marca americana di chitarre, le opere di Leo Fender, collezionate da Flavio Camorani. In attesa delle cento chitarre di Russi, si possono quindi ammirare i 110 modelli, prodotti a partire dagli anni '50, nel Palazzo di piazza Kennedy. Non solo chitarre, però: nella mostra si possono anche apprezzare bassi - è presente alla mostra un basso appartenuto a Jerry Lee Lewis - e amplificatori della Fender.

L'inaugurazione della mostra Fender Vintage

Flavio Camorani ci racconta un po' di storia. Leo Fender iniziò la sua carriera di produttore proprio dagli amplificatori nel 1946, mentre la progettazione delle chitarre principiò tra il 1949 e il 1950, con la Telecaster. Agli inizi degli anni '50 Fender si occupò anche della produzione dei bassi, mentre è del 1954 la celebre chitarra Stratocaster.

I modelli esposti da Camorani raccontano la storia di questi strumenti, la loro evoluzione. Si tratta per la maggior parte di chitarre e bassi costruiti in maniera completamente manuale, dove ogni chitarra possiede una propria voce. Questo almeno fino al 1965, quando Fender cedette parte della sua società al colosso Cbs. A quel punto la produzione divenne semimeccanica, ma ancora di grande prestigio. Dopo il 1975, però, la grande richiesta del mercato costrinse la marca Fender a passare a un tipo di manifattura più industriale, perdendo così un po' della qualità originale.

Proprio alla fine degli anni '70 Camorani iniziò a collezionare le sue Fender, assistendo al passaggio di produzione, e spiega dove sta la differenza: non solo nella graduale meccanizzazione del lavoro, ma anche nei materiali. I legni delle prime Fender, infatti, venivano fatti essicare per trent'anni, regalando a quelle chitarre forse non solo una voce, ma anche un'anima.

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