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Cronaca

Mummie di Roccapelago: 5 anni di studi presentati al Dipartimento di Beni culturali

Scoperte che fanno del sito modenese un unicum europeo e un ritrovamento unico per l'Italia

Le mummie di Roccapelago, a distanza di cinque anni dall’avvio degli studi su di loro, continuano a stupire. Tante le scoperte presentate al convegno “Le Mummie di Roccapelago 3.0: la rinascita degli antichi abitanti attraverso cinque anni di studi”, svoltosi venerdì mattina a Ravenna presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Bologna, dove sono ancora ospitati questi antichi abitanti di Roccapelago. Un esempio virtuoso di cooperazione e collaborazione tra numerosissime specialità che, nella cornice del “Roccapelago mummies project”, il cui Principal Investigator Mirko Traversari opera all’interno dei laboratori di antropologia e DNA antico di Ravenna, ha prodotto nel corso di questi anni scienza e divulgazione, grazie al coordinamento del prof Giorgio Gruppioni. Dal ritrovamento, nel 2010, si sono aperte straordinarie possibilità di studio per studiosi e scienziati che si sono mossi anche da fuori Italia con l’obiettivo di ricostruire la vita: attività, cause di morte, stato di salute, alimentazione, tipo di lavoro, rapporti di parentela, caratteristiche genetiche, ma anche religiosità e devozione di un’intera comunità .

“Sono oltre dieci le tesi di laurea attualmente discusse che hanno come soggetto Roccapelago, cinque le Università nazionali ed internazionali coinvolte, cinque le Aziende Sanitarie intervenute, decine di articoli scientifici nazionali ed internazionali ed un numero non facilmente precisabile di convegni e congressi - spiega il dott. Mirko Traversari - La giornata di studi ha subito evidenziato alcune peculiarità caratteristiche di questo antico paese, la popolazione per esigenze indotte anche dal territorio, ha inconsapevolmente preservato gran parte del pattern genetico antico, le modalità matrimoniali evidenziate dallo studio dei registri, poi confermato dalle analisi genetiche effettuate, candidano a tutti gli effetti al ruolo di isolato genetico l’antico borgo di Roccapelago".

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