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Cronaca

I musicisti della Cherubini scrivono a Conte: "Abbiamo dimostrato che i teatri sono luoghi sicuri"

Gli orchestrali di Ravenna testimoniano al premier la propria amarezza: "In 2.782 spettacoli monitorati dal 15 giugno a inizio ottobre, si è registrato 1 solo caso di contagio"

Non tardano a giungere le reazioni al nuovo decreto del Governo diffuso domenica 25 ottobre per rallentare la diffusione del Covid-19. Ed è subito il mondo della musica a far sentire la propria voce. Infatti i musicisti dell’orchestra Cherubini di Ravenna, con il benestare del maestro Riccardo Muti, hanno scritto e inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"Noi musicisti dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, in seguito alla firma del nuovo DPCM e alla sospensione degli spettacoli al pubblico in sale teatrali e da concerto, vorremmo sottoporVi la nostra grande preoccupazione per le sorti di un settore che già era stato messo a dura prova durante lo scorso lockdown. Siamo sicuri che l'intero mondo dello spettacolo dal vivo ha appreso con grande amarezza e frustrazione questa novità, specialmente considerati il grande sforzo e spirito di adattamento che tutti noi lavoratori dello spettacolo abbiamo messo in campo per rispettare al meglio le norme igienico-sanitarie.

I dati epidemiologici erano dalla nostra parte: come dimostrato da un'indagine elaborata dall'AGIS, su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento nel periodo 15 giugno 2020 ad inizio ottobre, si è registrato 1 solo caso di contagio da COVID-19. L'intero settore dello spettacolo si è dimostrato rispettoso e attento, grazie soprattutto alla professionalità di tutti i lavoratori e al senso civico degli spettatori.
 
Abbiamo dimostrato che i teatri sono luoghi sicuri e per questo vogliamo ribadire il nostro desiderio di continuare a fornire un servizio estremamente importante e fondamentale per una società civile, democratica e virtuosa. Siamo sicuri che vorrete comprendere la nostra preoccupazione e prevedere delle misure che possano restituirci la possibilità di mettere in pratica il nostro amato lavoro".

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