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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Fiumi di denaro e droga dalla Colombia: agente sotto copertura fa scoprire il riciclaggio del narcotraffico

Operazione della Guardia di finanza di Trento in collaborazione con l'Interpol: arrestate 42 persone e sequestrati beni per 20 milioni di euro

42 indagati e sequestri per quasi 20 milioni di euro. È l’operazione conclusa dalla Guardia di finanza di Trento e della squadra di polizia giudiziaria della Procura Distrettuale di Trento, in collaborazione con l’Agenzia Europol. Eseguita l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di 42 soggetti, di cui 5 all’estero (Colombia e Spagna) e il sequestro di oltre 18,5 milioni di euro.

L’indagine vede complessivamente il coinvolgimento di 47 soggetti, di cui 26 di nazionalità estera (Colombia, Marocco, Albania e Siria), ritenuti a vario titolo responsabili di aver partecipato o concorso a un’articolata associazione per delinquere a carattere transazionale, dedita al riciclaggio di denaro derivante dal traffico internazionale di sostanze stupefacente in favore dai cartelli sud americani.

Un agente sotto copertura si è infiltrato nella rete di broker internazionali serventi i cartelli sud americani che – nel quadro di un accordo illecito preesistente che coinvolgeva i rappresentati della criminalità organizzata siciliana, calabrese e altre strutture criminali organizzate, grazie a una ramificata rete di collaboratori e facilitatori – erano dediti al riciclaggio internazionale dei proventi derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti sul territorio nazionale.

Nel corso delle investigazioni è emerso che i clan colombiani e messicani, che cedevano a credito sostanze stupefacenti alle organizzazioni criminali nazionali, per far fronte alla necessità di far rientrare in Sud America il prezzo dello stupefacente si avvalevano di una specifica “rete di broker” internazionali, allo scopo di riciclare il denaro e convertirlo sotto forma di beni e servizi.

La metodologia di riciclaggio scoperta può essere sintetizzata così: i “cartelli sud-americani” cedevano a credito partite di cocaina a sodalizi criminali operanti in Italia i quali, dopo l’attività di spaccio, incassavano denaro contante che veniva successivamente consegnato ai “money collectors” (detti anche “corrieri”); questi ultimi, tramite una cosiddetta operazione di “money pick up”, trasferivano a loro volta le somme ai “money mule” (detti anche “prelevatori”); il denaro, dopo il deposito su dei conti correnti, veniva bonificato (in dollari) a favore di aziende, precedentemente individuate dalla “rete” di supporto dei cartelli, dislocate in diversi paesi del mondo, tra i quali Stati Uniti, Cina, Hong Kong e Turchia, operanti nel settore della commercializzazione di prodotti elettronici (specie di telefonia) e beni di lusso (orologi etc.). Queste società procedevano quindi alla spedizione dei prodotti verso i clienti sud americani, i quali pagavano (in pesos) il prezzo dei prodotti direttamente alla “rete dei broker” di supporto ai cartelli colombiani, così permettendo a questi ultimi, con la consegna delle somme alle consorterie criminali, di ottenere il denaro, oramai ripulito, in moneta locale.

L’esecuzione del provvedimento - avvenuta nelle province di Ravenna, Bologna, Brescia, Firenze, Matera, Milano, Napoli, Perugia, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Roma e Torino - ha consentito di sottoporre a sequestro saldi attivi dei conti correnti, beni immobili e automobili.

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