rotate-mobile
Cronaca Fusignano

Nata il giorno dello scoppio della guerra in Ucraina, accolta dalla nonna a Fusignano: "Lei è il simbolo della nostra voglia di libertà"

La piccola Jelisaveta è nata all'ospedale di Kiev il 24 febbraio scorso, proprio il giorno dell'inizio del conflitto russo-ucraino, e fortunatamente ha trovato riparo a Fusignano dalla nonna Lidia insieme alla madre e alla zia

Porta su di sè il peso di essere nata lo stesso giorno dell'inizio dell'invasione russa nel suo paese, ma anche la speranza di rinascita e di riconquista della libertà della sua terra. E' una storia dolcissima quella di Jelisaveta, bimba nata all'ospedale di Kiev il 24 febbraio scorso, proprio il giorno dell'inizio del conflitto russo-ucraino. La piccola, insieme alla madre Polina di 29 anni e alla zia Yulia di 26, fortunatamente ha trovato riparo a Fusignano dalla nonna Lidia, che vive in Italia da 20 anni dopo essere venuta qui in cerca di lavoro e aver trovato un'occupazione in una casa che l'ha accolta come fosse una di famiglia.

"Mia nipote Polina è andata in ospedale per partorire e il giorno dopo è scoppiata la guerra - racconta la nonna Lidia - Il giorno in cui ha partorito hanno iniziato a bombardare la sua città. Così è rimasta in ospedale fino all'11 marzo, stavano nei sotterranei per ripararsi dalle bombe quando suonavano le sirene d'allarme. Suo marito ha fatto appena in tempo a conoscere sua figlia e a tenerle la manina in ospedale, poi è andato a combattere. Appena ho saputo della guerra, ho chiamato mia nipote e le ho detto di venire qui da me a Fusignano".

Così l'11 marzo scorso la neo-mamma, insieme alla piccola e alla sorella, è partita con un autobus per scappare dalle bombe. "Suo marito ha salutato la bimba e la moglie prima che partissero non sapendo se le avrebbe più riviste - continua Lidia con la voce rotta - Si sono sposati appena un anno fa, non avrebbero mai immaginato cosa sarebbe successo. Lei prende tutto troppo a cuore, ha sempre le lacrime agli occhi. Io le ho detto che deve stare tranquilla, perchè prima o poi questa tragedia finirà".

Dalla Polonia le tre profughe sono arrivate a Padova mercoledì sera, dopo 5 giorni di viaggio. Lì ad attenderle c'erano due volontari dell'Auser di Fusignano, Emanuele Toderi e Walter Martini, che le hanno poi portate finalmente a casa della nonna. "Abbiamo pianto tanto quando ci siamo riviste e abbracciate - racconta Lidia - Erano felici di essersi messe in salvo, ma dispiaciute per tutti quelli che avevano lasciato in Ucraina. La bimba durante il lungo viaggio è stata bravissima, lei è un po' il simbolo della nostra voglia di libertà. Perchè è questo che vogliamo: la libertà. Non vogliamo inginocchiarci nè davanti a Putin, nè davanti a nessun altro, e i nostri uomini combatteranno per proteggere la nostra terra fino alla morte".

"Ringraziamo Auser per questo ulteriore gesto di solidarietà - ha aggiunto la vicesindaca Lorenza Pirazzoli, con delega alle Politiche per l'integrazione - Anche Fusignano sta giocando la propria parte nell'aiutare il popolo ucraino. Ovviamente non avremmo mai voluto trovarci in questa situazione, e sono gesti come questi che ci fanno sperare in un futuro migliore". Auser, con l'aiuto e la collaborazione di tutte le associazioni di Fusignano, sta coordinando una raccolta viveri e oggetti per i profughi ucraini, che si terrà il venerdì e il sabato dalle 10 alle 12 in piazza Corelli a Fusignano.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nata il giorno dello scoppio della guerra in Ucraina, accolta dalla nonna a Fusignano: "Lei è il simbolo della nostra voglia di libertà"

RavennaToday è in caricamento