Nonna depredata della collana in strada, i carabinieri individuano le ladre
I carabinieri di Faenza dopo un'approfondita indagine sono riusciti a dare un nome alla ladra professionista che aveva rubato un prezioso collier ad una 67enne faentina "abbordata" con la scusa di chiedere un'informazione
I carabinieri di Faenza dopo un’approfondita indagine sono riusciti a dare un nome alla ladra professionista che aveva rubato un prezioso collier ad una 67enne faentina “abbordata” con la scusa di chiedere un’informazione. L’episodio si era verificato il mese scorso quando in viale Marconi all’altezza del cimitero dell’Osservanza, due donne apparentemente straniere si sono avvicinate ad una 67enne del luogo che stava passeggiando con la propria nipotina nella carrozzina, chiedendole indicazioni per raggiungere l’ospedale.
Dopo che la signora ha fornito le indicazioni richieste, una delle due donne le aveva preso la mano con l’intenzione di regalarle una collanina per ringraziarla, offerta che la 67enne aveva rifiutato. A quel punto la seconda donna, facendo finta di non aver ben capito le indicazioni stradali, aveva cominciato a gesticolare platealmente arrivando “a contatto” con la signora, che nell’occasione aveva al collo un collier d’oro del valore di circa mille euro.
Colta di sorpresa da quel modo di fare e temendo soprattutto per l’incolumità della nipotina, la 67enne aveva gridato alle due donne di lasciarla stare altrimenti avrebbe chiamato i carabinieri. A quel punto entrambe si erano affrettate a salire su un’autovettura Bmw dove ad attenderle vi era un complice, quindi si erano allontanate a forte velocità.
La 67enne, agitatissima per l’accaduto, si era subito incamminata per tornare a casa con la nipotina nella carrozzina, quando durante il tragitto un passante le aveva fatto notare che rischiava di perdere la collana che indossava. In quel frangente la donna si è accorta che quella collana non era sua capendo che era stata vittima di uno scambio e quella che indossava in quel momento era solo un pezzo di bigiotteria di nessun valore che in precedenza una delle due donne le voleva regalare.
I carabinieri sono ripartiti dall'unico indizio utile fornito dalla 67enne che ricordava il colore giallo della targa posteriore del veicolo Bmw allontanatosi a forte velocità, inoltre aveva un vago ricordo di una lettera “k” che poteva essere l’iniziale della targa. I carabinieri hanno quindi controllato tutte le targhe straniere oggetto di verifica negli ultimi tempi in zona concentrandosi su quelle provenienti dal Regno Unito aventi la tipica colorazione gialla. La meticolosa attività d’indagine ha consentito di individuare un veicolo di targa inglese avente per iniziale proprio la lettera “k” che era stata controllato più volte in Veneto e soprattutto qualche mese prima era stata fermato ad Alfonsine ad un posto di blocco dei carabinieri che avevano identificato e fotografato gli occupanti, tutti di nazionalità romena. Gli utilizzatori di quella stessa macchina, fra l’altro, nel mese di novembre 2014 avevano già tentato un furto analogo nel ravennate, fortunatamente non andato a buon fine grazie alla reazione di una 82enne che aveva avuto la prontezza di trattenere la collana che portava al collo.
Acquisita la fotografia dei personaggi identificati su quell’auto in occasione del precedente controllo, fra cui vi erano alcune donne, la 67enne faentina ha riconosciuto senza ombra di dubbio una di loro per essere quella che materialmente le aveva rubato il collier d’oro: si tratta di una romena 32enne senza fissa dimora che quidi è stata denunciata in stato di libertà per “furto aggravato”.
I carabinieri invitano i cittadini a prestare molta attenzione a questo tipo di reato predatorio: per strada la raccomandazione è di non farsi avvicinare tantomeno intrattenersi con sconosciuti ed in tal caso evitare di ostentare beni preziosi: orologi, bracciali, collane o altro. se qualcuno dovesse importunare o molestare, richiedere soccorso ad alta voce per attirare l’attenzione dei passanti e comunque segnalare sempre la presenza di persone sospette al 112 per consentire agli uomini dell’arma di effettuare le opportune verifiche. Qualora si dovesse restare vittime di tali reati come accaduto nel caso della sfortunata 67enne faentina, se possibile bisogna memorizzare particolari utili per le indagini: volti, eventuali accenti, targhe e modelli di veicolo: questi dettagli, se tempestivamente comunicati, possono essere decisivi per rintracciare gli autori del reato.