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Cronaca

Nuova vita al Parco della Pace: completati i restauri della fontana e del 'Francobollo'

Il Parco della Pace, inaugurato nel 1988, è un vero e proprio museo di mosaico contemporaneo en plen air

Giovedì mattina, presso il Parco della Pace, le opere musive “Le chaos et la source de vie” e “Francobollo” sono state svelate alla cittadinanza al termine dei lavori di restauro nel loro aspetto estetico originario. Questo progetto di restauro rientra all’interno delle attività promosse dall'Accordo Quadro stipulato in data 8 novembre 2017 tra Comune di Ravenna, Alma Mater Studiorum - Università degli Studi di Bologna, Fondazione RavennAntica e Fondazione Flaminia. Tale accordo concorre a promuovere "interventi di studio, formazione e ricerca diretti alla conservazione ed alla valorizzazione di cantieri di scavo, strutture espositive, laboratori didattici, tecnologie di restauro, gestioni museali favorendo lo scambio di esperienze, la sperimentazione di pratiche e il consolidamento di metodi e tecniche". Con delibera del Comune di Ravenna è stato a tal fine messo a punto uno specifico “Accordo attuativo per la realizzazione di attività di studio, formazione e ricerca per il recupero e la valorizzazione dei mosaici del Parco della Pace”.

I restauri al Parco della Pace (foto Massimo Argnani)

Le prime attività di restauro si sono concentrate sul recupero della fontana a mosaico “Le chaos et la source de vie” dell’artista belga Claude Rahir, dato in consegna alla LMCU in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Bologna campus di Ravenna in collaborazione con Fondazione RavennAntica, e del mosaico “Francobollo” ideato e restaurato dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna.  Parallelamente al programma presentato sono state attivate collaborazioni con l’AIMC - Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei, il MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna, il Liceo Artistico Nervi-Severini e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna per tutte le opere necessarie a valorizzare, implementare e migliorare la fruizione pubblica dell’intera area. A tal proposito è stato collocato, all’ingresso del Parco, un pannello esplicativo la cui impostazione grafica, unitamente all’ideazione di un logo identificativo, verrà realizzato dagli studenti del Liceo Artistico Nervi-Severini a partire dall’inizio del nuovo anno scolastico. Verrà inoltre realizzato un sito internet dedicato al progetto, con specifici approfondimenti sui restauri appena conclusi, a cura del corso di laurea LMCU in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Bologna e di Fondazione RavennAntica.

“Siamo orgogliosi di restituire alla cittadinanza le prime due importanti opere che decorano il Parco della Pace - dichiarano gli assessori alla Cultura Elsa Signorino e ai Lavori pubblici Roberto Fagnani - Questo progetto è stato un’ottima palestra sul campo per gli studenti non solo universitari, ma di tutte le realtà formative cittadine vocate all’arte, come l’Accademia di Belle Arti e il Liceo Artistico Nervi - Severini. L’impegno dell’Amministrazione comunale è proseguire nei restauri di tutte le opere presenti nel parco, affinché questa straordinaria testimonianza di arte pubblica, che rimanda ai valori universali della pace, possa essere fruita compiutamente dai nostri concittadini e dai tanti visitatori della città”.

“Alla soddisfazione di ammirare un lavoro terminato – sottolinea la coordinatrice universitaria Mariangela Vandini – si aggiunge il compiacimento per la professionalità acquisita dagli studenti del Corso in Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Bologna, Campus di Ravenna e l'orgoglio che mi sento di rappresentare a nome dell'Ateneo. L'occasione di questo cantiere, che ha concretizzato una volta di più lo spirito di collaborazione fra le Istituzioni coinvolte, è un momento di forte crescita per il corso di laurea che  attraverso un eccellente lavoro di tesi sul restauro dell'opera, ha ricevuto apprezzamenti a livello nazionale. Da ultimo, ma non meno importante in questo momento, il riconoscimento del valore didattico e umano di un cantiere che non si è mai fermato e che, con tutte le precauzioni previste, ha permesso agli studenti di poter vivere una esperienza formativa in presenza, motivo di impegno e fiducia nel lavoro”.

“Questo primo intervento di restauro – dichiara il presidente di RavennAntica Giuseppe Sassatelli – coordinato dal Laboratorio di Restauro di RavennAntica nell’ambito del corso di laurea LMCU in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Bologna ha rappresentato un caso di studio molto fecondo per la didattica universitaria, tanto che ha dato origine a ben 3 tesi di laurea. RavennAntica, fin dalle sue origini, persegue il tema della valorizzazione culturale dei beni pubblici. Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio e che il documento conoscitivo che abbiamo predisposto con i dati delle opere musive che compongono il Parco e del loro stato di conservazione possa essere un utile strumento per programmare interventi futuri che noi tutti auspichiamo”.

“Il risultato che oggi possiamo ammirare nel Parco della Pace – conclude la presidente di Fondazione Flaminia Mirella Falconi  – è frutto di un progetto corale che vede coinvolte numerose realtà del territorio. Per Flaminia è motivo di grande soddisfazione perché costituisce l’occasione per rendere evidente l’eccellenza formativa della laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, abilitante alla professione di Restauratore, sostenuta fin dalla sua attivazione a Ravenna nel 2013 quale parte del percorso di potenziamento e caratterizzazione dell’offerta formativa del Campus di Ravenna”.

Parco della Pace: la storia

Il Parco della Pace, inaugurato nel 1988, è un vero e proprio museo di mosaico contemporaneo en plen air. Il progetto fu redatto da una commissione artistica composta da Palm Bucarelli, Mario Manieri Elia, Achille Bonito Oliva e Pierre Resrany e presieduta da Giulio Carlo Argan. L’idea nasce agli albori degli anni Ottanta quando, durante un convegno internazionale voluto e patrocinato dal Comune di Ravenna, si manifestò la necessità di far entrare a pieno diritto il mosaico contemporaneo nel panorama artistico della città bizantina. Durante le due giornate di studio nacque l’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei (AIMC), fondata da Peter Fisher e Isotta Fiorentini Roncuzzi. In tale contesto l’artista belga Claude Rahir, membro attivo dell’AIMC, propose di realizzare un “Parco della Pace” coinvolgendo mosaicisti di fama internazionale. 

Il Comune di Ravenna accolse l’idea e decise non solo di patrocinarla, ma di mettere a disposizione il terreno su cui insiste e sostenere finanziariamente il progetto, insieme all’UNESCO, alla Regione Emilia-Romagna, alla Provincia, alla Camera di Commercio e vari enti privati. Il Parco sorge in quella che un tempo era una zona periferica, il quartiere San Rocco, oggi cuore pulsante della città di Ravenna, con lo specifico obiettivo di unire il centro e la periferia grazie a un tangibile filo culturale. Mauro Dragoni, allora sindaco di Ravenna, scriveva: “Il Parco della Pace nasce da un’idea che, attraverso una tecnica particolarissima, lega il passato, il presente e il futuro in un discorso che, ispirato al tema della pace e dell’amicizia tra i popoli e insieme artistico, culturale e sociale; un progetto architettonico che ha trasformato un’area verde in un quartiere periferico di forte e qualificata espansione in un Parco diverso da ogni altro; un elevatissimo progetto di arredo urbano di un’importante area pubblica della città". 

Le tematiche ispiratrici del Parco sono la pace e l'amicizia tra i popoli, sintetizzate nelle opere di grandi dimensioni eseguite con tecniche e materiali specifici di ogni artista. Culture, vite, storie diverse che si incontrano in un’arte universale, nella sua più autentica manifestazione di vicinanza tra gli esseri umani. Un Parco creato dall’uomo per l’uomo, indipendentemente dall’estrazione sociale, dal Paese di origine, dal sesso e dall’orientamento religioso. Un parco scevro da guerre concettuali e ideologiche, da discriminazioni di ogni tipo. Un Parco della Pace per la pace.

Nel 1984 furono realizzate, secondo progetto originario, sette opere monumentali: "Fontana" di Claude Rahir (Belgio), “La seconda genesi”, di Jerry Carter (Stati Uniti), “Un pacifico libero dall’atomica” di Margaret Coupe (Nuova Zelanda), ”L'Albero della vita” di Josette Deru (Francia), “L’uomo e la natura” di Alexander Kornooukhov (Russia), “Le ali della pace” di Edda Mally (Austria) e ”L'Albero della vita” di Mimmo Paladino (Italia).  Il mosaico del “San Michele arcangelo” di Bruno Saetti (Italia), eseguito originariamente per la cappella degli Angeli a Montepiano (Bo), fu in seguito donato, dai figli dell'artista, al Comune di Ravenna. In ultimo fu aggiunta, nel 1990, una scultura a mosaico raffigurante un "Francobollo", realizzata dal Centro di Formazione Professionale “Albe Steiner" su progetto e disegno dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna (Italia).

Fontana a mosaico “le chaos et la source de vie” - Claude Rahir

Il lavoro di restauro, dato in consegna al corso di laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Bologna in collaborazione con la Fondazione RavennAntica, ha visto coinvolti giovani studenti che, sotto la supervisione dei docenti restauratori Paola Perpignani e Filippo Bandini, hanno partecipato attivamente a tutte le fasi del cantiere. L’intero processo ha rappresentato un caso di studio molto fecondo per la didattica universitaria tanto che ha dato origine a ben 3 tesi di laurea, coordinate dalla restauratrice Paola Perpignani. La prima tesi, affidata alla neolaureata Cristina Coccia ha illustrato le fasi iniziali del restauro e ha approfondito, grazie a un’attenta ricerca di archivio, non solo le tematiche ispiratrici del Parco della Pace, ma soprattutto il progetto ideologico, estetico e materiale dell’artista belga. 

Altre due tesi, affidate alle laureande Ilaria Marta Carra e Maria Benedetta Gandini, illustreranno nel dettaglio il proseguimento e il completamento dei lavori di restauro. Consentiranno altresì di approfondire specifiche tematiche legate al problema delle integrazioni delle lacune su opere d’arte contemporanea esposte all’aperto, unitamente alla realizzazione di un rilievo 3D dell’intera fontana e la realizzazione di un apposito sito internet, in cui sarà possibile reperire tutte le informazioni storiche e artistiche delle opere esposte, con specifiche sezioni di approfondimento che illustreranno le campagne di restauro appena concluse.  Grazie a un continuo raffronto con i documenti di archivio, cartacei e fotografici, è stato possibile intervenire sull’opera con criterio ristabilendo non solo l’integrità estetica del manufatto, ma anche l’autentico messaggio sociale, particolarmente sentito dall’artista belga

Francobollo – Istituto professionale Albe Steiner

Il pronto intervento conservativo che ha interessato l'opera il Francobollo all'interno del Parco della Pace è stato possibile per l’Accademia di Belle Arti di Ravenna grazie alla presenza di allievi, come Anna Caterino e Beatrice Tommasi, già in possesso della laurea di Restauro e oggi in Accademia per il biennio specialistico e per il tirocinio post-laurea. La possibilità di mettere a confronto gli allievi con un'esperienza di ripulitura e di riqualificazione di un prestigioso progetto urbano ha contribuito ad accrescere le competenze e ad approfondire la conoscenza della storia del mosaico antico e contemporaneo del biennio specialistico di Mosaico sotto la guida del Professore Marco Santi. Il piano metodologico di intervento è stato diversificato a seconda dell’area circoscritta sul monumento. Sul murales musivo è stata rimossa la diffusa patina biologica ed eliminati i graffiti vandalici. Di particolare interesse è stato l’intervento svolto sulla copia musiva di San Vitale, la quale in precario stato conservativo, è stata opportunamente ricollocata su un nuovo supporto e risarcita puntualmente nelle aree lacunose.

Quest'esperienza segna una continuità con la tradizione ravennate del restauro iniziato all'interno dell'Accademia di Belle Arti dal Gruppo Mosaicisti negli anni Quaranta e ricorda anche il ruolo fondamentale che l'Accademia ha ricoperto all'interno del progetto di ideazione del Parco della Pace, realizzato nel 1988. Inoltre l'Accademia presenta un ulteriore legame con l'opera: la tecnica stilistica delle tessere lapidee di grandi dimensioni mostra la ripresa delle teorie elaborate dall’Istituto Professionale Albe Steiner, ideatore di molteplici opere dal medesimo carattere tessiturale, come la facciata della sede attuale dell'Accademia di Belle Arti nonché sede “Albe Steiner” negli anni Novanta.

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