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Cronaca

Dalla 'stella' di Zorio alle grandi pitture di Zaganelli: il Mar si rilancia fra tesori sacri e contemporanei

Sei stanze e un doppio percorso attraverso le opere del Seicento e del Novecento. Il sindaco: "Il museo riparte dopo la pandemia con la valorizzazione e l'arricchimento delle sue collezioni"

Con la primavera, anche il Museo d'Arte della città di Ravenna si prepara a sbocciare, lasciandosi alle spalle i difficili tempi della pandemia e rilanciandosi con una nuova identità. In occasione dei 20 anni dall'istituzione del Mar, mercoledì viene quindi presentato al pubblico il nuovo allestimento delle collezioni permanenti. E dopo anni di attesa, i visitatori potranno riscoprire alcune sale del secondo piano del museo rimaste chiuse a lungo per un cedimento del solaio e il conseguente cantiere di restauro. Proprio in queste sei sale prende forma il nuovo allestimento basato su un doppio percorso che porta alla scoperta dei tesori del Seicento (fra cui le grandi pitture di Francesco Zaganelli e Paris Bordon e la pala d'altare del Guercino) e quelli del Novecento (un tuffo nell'arte contemporanea fra i lavori di Emilio Greco, Mattia Moreni, Titina Maselli, Gilberto Zorio e tanti altri).

Attraverso questo riallestimento, che segue il primo riallestimento delle collezioni presentato nella primavera del 2021, la donazione del fotografo Paolo Roversi, e il ritorno dell'opera Wall Drawing #570 di Sol LeWitt che ha destato molte polemiche negli ultimi tempi. Pare infatti che LeWitt considerasse la sua opera di carattere puramente temporaneo e, proprio per questo motivo, è stata a lungo custodita nei depositi del museo ravennate. Sulla questione torna il presidente del Mar, Mauro Brighi che afferma: "E' fondamentale che l'opera sia resa fruibile al maggior numero di persone - e prosegue commentando il nuovo allestimento delle collezioni - Un'esposizione permanente non deve essere sempre uguale a sè stessa, perché perderebbe l'interesse del pubblico".

Uno sguardo al nuovo allestimento del Mar (foto di Massimo Argnani)

"A vent’anni dall’Istituzione del Mar, il museo riapre con un nuovo percorso espositivo dedicato al seicento e all’arte contemporanea - ha dichiarato il sindaco Michele De Pascale - La scelta di celebrare questo momento con un insieme di azioni dedicate, da un lato alla valorizzazione del suo patrimonio e dall’altro al suo arricchimento, dà il senso di un’istituzione che è orgogliosa del suo passato e che vuole guardare avanti. Il senso profondo di questa operazione è quello di raccontare una storia di grande successo e recuperarne le fila per disegnare il futuro: trarre dalle grandi esperienze che hanno caratterizzato la storia di questo museo le linee e gli spunti per costruire il domani. L’auspicio è che i ravennati, le ravennati e i turisti in città possano cogliere l’occasione per ri-conoscere e riapprezzare il Mar in questa nuova conformazione".

"La nostra intenzione è quella di omaggiare la storia di questo luogo - ha spiegato poi l'assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia - lo faremo lasciando parlare le opere". Un riallestimento che quindi va a valorizzare le collezioni del museo, arricchite negli ultimi tempi grazie a varie donazioni, ma anche attraverso acquisizioni come quella del "cavallo" di Mimmo Palladino. Che sia un momento importante lo conferma anche il direttore del Mar, Maurizio Tarantino: "In questi 5 anni da direttore del museo, questo è il primo grande riallestimento".

Sulle novità che presenta la nuova esposizione permanente si concentra poi la conservatrice del Mar, Giorgia Salerno, che spiega come si tratti di un lavoro che "va avanti da oltre un anno", anche a causa dei lavori strutturali che hanno coinvolto le sale che ospitano le opere del Seicento e Novecento. Un percorso idealmente divio in due parti (tre sale a testa). Fra le opere più antiche (che vanno dalla metà del Cinquecento al Seicento) è stata fatta una selezione che esaltasse l'intenso rapporto culturale politico ed economico del periodo. Si trovano così le grandi pitture di Francesco Zaganelli, Paris Bordon, Jacopo Ligozzi, la pala d'altare del Guercino, e poi le opere di Cignani e Franceschini.

Il percorso dedicato all'arte contemporanea ripercorre invece le tappe principali dell'arte italiana dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta.Un tuffo fra Figurativismo e Informale astratto in cui la scultura di Emilio Greco fa da spartiacque. Fra gli altri grandi artisti esposti in questo percorso novecentesco vanno sicuramente citati Mattia Moreni, Carlo Ciussi, Titina Maselli, Giulio Turcato, Gilberto Zorio con la sua "Stella-acidi" e Piero Manai.

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