rotate-mobile
Cronaca Cervia

"O qualcuno scende o il treno non parte": l'odissea dopo il concerto dei Guns N'Roses

Grossi disagi alla stazione di Imola dopo il concerto all'autodromo: migliaia di persone sono rimaste bloccate nel piazzale di fronte alla stazione per ore prima di riuscire a entrare e a recarsi ai binari, alcuni treni hanno subito ritardi di ore

Era stato annunciato come il "concerto dell'anno" e non ha deluso i quasi 100mila fan giunti a Imola da tutta Italia: il concerto dei Guns N'Roses ha fatto tremare l'autodromo a colpi di rock per quasi tre ore. Per il mega-evento sono state predisposte diverse misure speciali per evitare inconvenienti e situazioni pericolose: comune e Polizia Municipale, nei giorni prima del concerto, hanno stabilito un piano di afflusso e deflusso all'area dell'autodromo per rendere il più fluido possibile sia l'arrivo che l'uscita del pubblico.

Anche sull'A14 si sono create lunghe code che hanno mandato il traffico in tilt durante la giornata di sabato. Autostrade per l'Italia si è subito attivata per dare indicazioni e suggerimenti sulle uscite da prendere per evitare di rimanere imbottigliati in fila. Giorni prima del concerto, anche sul sito di Trenitalia era comparso un messaggio che spiegava ai fan come tornare dal concerto in treno: "Trenitalia, con la collaborazione del comune di Imola, mette in campo una vasta selezione di treni regionali dal mattino e fino a notte inoltrata – l’ultimo per Rimini alle 2 di notte e per Bologna alle 4.20 – per consentirti di lasciare a casa l’auto e goderti questo memorabile evento in totale tranquillità. Mi raccomando, acquista il tuo biglietto di ritorno dal concerto in anticipo: per agevolare il servizio verrà infatti concesso l’accesso alla stazione di Imola solo se già muniti di un biglietto valido".

I ragazzi giunti alla stazione di Imola con il biglietto del treno in mano erano dunque tranquilli di poter tornare a casa senza problemi e, magari, scaricare l'adrenalina cantando insieme agli altri fan le canzoni dei loro idoli durante il viaggio. Ma la situazione di fronte a cui si sono trovati è stata ben diversa da quella immaginata: migliaia di persone bloccate nel piazzale di fronte alla stazione hanno atteso ore, in file confusionarie divise per destinazione, prima di riuscire a entrare e a raggiungere i binari. "Ci saranno state duemila persone davanti a me che non venivano fatte entrare - commenta Petra, residente a Cervia che per recarsi al concerto ha preso il treno da Cesena - Le file erano state divise in treno per Bologna e treno per Rimini, ma i cartelli non erano ben visibili e molti si sono sbagliati. Io e i miei amici siamo riusciti a entrare nel primo gruppo, ma molte persone sono rimaste fuori per un'ora e mezza ed erano tutte pigiate l'una sull'altra".

"Una volta entrati - continua Petra - scopriamo che per Rimini c'è solo un treno alle 2:00, quello dopo è alle 5:35. I treni notturni erano stati aggiunti appositamente per il concerto, tanto che nei biglietti comprati sul sito di Trenitalia era specificata anche la data e l'ora dell'utilizzo: avendo comprato i biglietti in anticipo, Trenitalia avrebbe potuto fare una stima e organizzarsi in modo che ci fosse posto per tutti. Arrivano i primi due treni per Bologna e partono stracarichi di persone. Alle 2:20, quindi con venti minuti di ritardo, arriva il nostro treno: un trenino con solo 4 vagoni che ovviamente si riempie subito. Dopo mezz'ora fermi pressati uno contro l'altro in attesa di muoverci, all'altoparlante dicono che il treno non riesce a partire perchè troppo carico e chiedono a qualcuno di scendere, senza dire quante persone sono "in eccesso" e senza predisporre mezzi sostitutivi. Ovviamente non è sceso nessuno".

La situazione sembra non riuscire a risolversi. "Dopo un po' ripetono l'annuncio, con voce stizzita, dicendo che se qualcuno non fosse sceso il treno non sarebbe partito. Silenzio per diverso tempo. A un certo punto un paio di persone iniziano a innervosirsi e a litigare tra loro e vengono accompagnate fuori dagli agenti della Polizia ferroviaria. Riusciamo a fermare un addetto delle ferrovie, ma a quanto pare "nessuno sa niente": ci danno notizie frammentate, ci parlano di una cinquantina di persone in più sul treno. Verso le 3 un nuovo annuncio: ci dicono che per chi deve andare a Faenza è stato organizzato un nuovo treno che sarebbe partito da un altro binario. Le persone iniziano a scendere, poi viene annunciato che lo stesso treno sarebbe arrivato fino a Cesena, salvo poi pochi minuti dopo comunicarci che si erano sbagliati e che il treno avrebbe fermato solo a Faenza e Castel Bolognese. Questo secondo treno, con molti piú vagoni rispetto al nostro, parte mezzo vuoto, con a bordo solo chi sarebbe sceso nelle due stazioni. A un certo punto ci dicono che il nostro treno sarebbe stato "resettato" e che saremmo rimasti al buio per qualche minuto. Fanno il "reset" e restiamo al buio per un po', dopodichè ci dicono di "distribuirci equamente tra le quattro carrozze"".

Le persone iniziano a innervosirsi, la situazione non si sblocca. "Alle quattro siamo ancora fermi, e a quel punto il treno è pieno come in tutti i venerdì pomeriggio quando gli studenti rientrano da Bologna verso Cesena. Nessuno ci dice nulla, così fermiamo un addetto delle ferrovie che inizia a darci spiegazioni confuse, ma un'altra dipendente lo ferma dicendo che "non ci meritiamo spiegazioni visto che siamo stati poco collaborativi"". Oltre al danno la beffa: la gente comincia davvero a spazientirsi. "Dopo un po' ci dicono che alle 4.30 sarebbe arrivato un treno gemello che si sarebbe fermato nelle stazioni di Faenza, Forlì, Cesena e Rimini. Così io e i miei amici decidiamo di scendere, insieme ad altre poche persone, in totale una decina. Appena scendiamo il treno sembra partire e alcuni ragazzi si arrabbiano perchè si sentono presi in giro: non potevano essere dieci persone a fare la differenza. Infatti le speranze si bloccano subito, il treno non parte. A noi scesi non viene data alcuna indicazione, non ci dicono neanche a quale binario andare ad aspettare il treno. Troviamo per caso un dipendente che ci dice di sbrigarci e correre al secondo binario, da cui sarebbe partito il nostro treno. Nel frattempo, alle 4.15, parte il treno delle 2.00, mentre il nostro arriva e parte alle 4.30. Nessuno si è scusato per il disagio".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"O qualcuno scende o il treno non parte": l'odissea dopo il concerto dei Guns N'Roses

RavennaToday è in caricamento