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Cronaca Faenza

Omicidio Ilenia Fabbri, il compagno: "Volevamo sposarci e avere figli. Mi disse che il suo ex marito l'avrebbe ammazzata"

Oltre al nuovo compagno di Ilenia, ha parlato anche l'avvocato divorzista della vittima: "Ilenia aveva paura dell'ex marito, mi disse 'Mi fa fuori, non lo farà neanche lui, mi manderà qualcuno'"

Lui per Ilenia era la nuova vita, una ventata d'aria fresca. Con lui aveva progettato di sposarsi e di fare dei figli. Ma il loro sogno d'amore è stato infranto. C'è anche il 55enne Stefano Tabanelli tra le persone che venerdì mattina, di fronte alla Corte d'Assise del Tribunale di Ravenna presieduta dal giudice Michele Leoni (a latere la collega togata Antonella Guidomei), sono state chiamate a testimoniare sull'omicidio di Ilenia Fabbri, uccisa il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, per il quale sono imputati con l'accusa di concorso in omicidio pluriaggravato l'ex marito Claudio Nanni, 54enne inquadrato quale mandante del delitto, e il sicario reo confesso Pierluigi Barbieri, alias 'lo Zingaro', 53enne originario di Cervia ma domiciliato nel Reggiano. Il nuovo compagno della donna ha testimoniato dopo la figlia di Ilenia e Nanni, Arianna, e dopo quella che all'epoca era la fidanzata di Arianna, divenuta testimone della tragedia.

"Volevamo sposarci e avere figli. Ma Nanni le diceva che l'avrebbe ammazzata"

“Ho conosciuto Ilenia a ottobre 2018 in discoteca - racconta Tabanelli - Abbiamo chiacchierato per tutta la sera e il giorno dopo abbiamo fatto colazione insieme. Da lì è iniziato tutto e ci siamo messi insieme ufficialmente a febbraio 2019. Trascorrevo una settimana a casa di Ilenia e una no, quando non c’era Arianna, ma ci vedevamo tutti i giorni". La presenza dell'uomo nella casa di via Corbara solo quando non c'era la figlia non era dovuta a una mancanza di buoni rapporti, quanto più a una questione di 'rispetto' nei confronti della ragazza, come ha raccontato poco prima la stessa Arianna: "Mia mamma con lui era serena, erano felici, e mi chiedeva sempre prima di farlo venire a casa. Credo che avesse paura che io avrei preso male il fatto che stava con un'altra persona: ma io non avevo problemi, lui mi sembrava una persona brava, gentile e disponibile, infatti abbiamo un bel rapporto".

I due avevano anche deciso di sposarsi appena Ilenia avesse chiuso le pratiche del divorzio: "Avevamo già fatto fare delle fedi con il nostro nome - dice alla Corte mostrando il suo anello - C'era su scritto ‘Taba', come mi chiamava lei, e ‘Taiadela’, come la chiamavo io. Abbiamo anche cercato di avere dei figli, ma non sono venuti". Ilenia si confidava col nuovo compagno: “Mi raccontò del rapporto con Nanni: della gelateria venduta alle sue spalle, dell’estromissione dall’officina, di quando lui l’aveva picchiata. Mi disse del divorzio e che se avesse vinto la causa lavorativa Nanni l’avrebbe ammazzata. Era quello che le diceva lui".

Omicidio di Ilenia Fabbri, terza udienza del processo (foto M.Argnani)

L'avvocato di Ilenia: "Ilenia aveva paura di suo marito, diceva che l'avrebbe uccisa"

Ha preso poi la parola l'avvocato Stefania Sangiorgi, ai tempi legale di Ilenia durante il divorzio dal marito. “Ilenia fece diverse denunce penali perché era stata aggredita dal marito, fece querele e segnalazioni per lesioni e stalking - racconta la donna - Ma le dissero “I tempi sono lunghi, abbiamo casi più gravi del suo”. Denunciò anche di avere un gps sulla sua macchina, che poi venne smontato dalla Polizia e si scoprì avere al suo interno una sim intestata a Nanni. A ottobre 2017 mi inviò per messaggio delle foto dei segni rossi e delle ecchimosi che aveva su collo e braccia: Ilenia era spaventata, ricordo che uscendo dallo studio dell’avvocato di Nanni, riferendosi all'ex marito, mi disse “Un attimo, guardiamo che non sia qui che ci aspetta”. “Ti faccio fuori", le diceva. Ilenia aveva paura fisica di suo marito, e durante le udienze per lei era un’agonia: si nascondeva dietro di me e se non c’ero io non entrava perché aveva paura di incontrarlo, lui le aveva vietato di passare davanti a casa sua. Quando si incontravano nei corridoi non lo guardava e stava a testa bassa".

Durante la causa patrimoniale, Nanni aveva cercato di vendere la casa di via Corbara (intestata per il 99% a Ilenia e per l’1% a Nanni), mentre Ilenia e Arianna avrebbero voluto restare a vivere lì. "E allora Nanni ha iniziato a voler privare Ilenia di qualunque cosa - dice l'avvocato - Nel 2016 la estromette dall’officina e la cancella dall’impresa familiare, vende la gelateria che avevano acquistato incassando 15mila euro, non paga più le bollette, non versa più a Ilenia i soldi che le servono per vivere e le lascia solo la carta Conad, finché non viene bloccata anche quella. Nanni gradualmente si spoglia di tutto. Nel frattempo Ilenia per tirare avanti fa la babysitter, assiste un anziano, lavora da un dentista e in una palestra, fino a che nel 2020 trova lavoro in una concessionaria a Imola. Era contentissima”.

A luglio 2020 arriva la sentenza di divorzio: Nanni deve versare 500 euro al mese ad Arianna (e altri soldi all'ex moglie). "Lui lo faceva, ma poi chiedeva ad Arianna di restituirgli i 500 euro dopo averle fatto il bonifico, perché diceva che erano soldi suoi, che era tutto suo” - dice Sangiorgi - Da ottobre 2020 Nanni non versa più i soldi, Ilenia non ci sta e la battaglia va avanti. Il 26 febbraio ci sarebbe stata anche l’udienza per la causa di lavoro (Ilenia per 10 anni aveva lavorato nell'officina del marito senza percepire uno stipendio, ndr). Ricordo che lei aveva fretta, voleva divorziare. Io le dissi che ci sarebbero voluti mesi, e ora a ricordare cosa mi disse tutto è più chiaro... Mi sorprese dicendomi: “Ma se nel frattempo mi succede qualcosa? Io voglio fare testamento, di modo che se mi succede qualcosa vada tutto ad Arianna”. Nanni, infatti, le aveva detto: “Se esco da quella casa vai a finire male, te e il tuo avvocato, tanto in galera non ci vado”. Poi la drammatica premonizione di Ilenia: "Ha detto che se vinco la causa di lavoro mi ammazza. Mi fa fuori, non lo farà neanche lui, mi manderà qualcuno’ - ricorda l'avvocato - Col senno di poi…". Per l’ennesima volta, la vittima aveva previsto il suo assassinio. E lo aveva denunciato. Ma, per l’ennesima volta, non è bastato.

LA CRONACA DEL PROCESSO

La prima udienza - La figlia chiede 2 milioni. Chiesta la perizia psichiatrica per il sicario

La seconda udienza - La 'vendita della moto' era l'omicidio in codice. E spunta il promemoria 'valigia, buco e chiavi'

La terza udienza - Le ultime urla della vittima: "Basta, ti prego, smettila". Poi il silenzio - La figlia Arianna distrutta: "Non dormo, faccio incubi che nessuno dovrebbe fare. Sono condannata"

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