Omicidio di Ilenia Fabbri, le prove che 'inchiodano' tra telecamere e sms. E quello strano investimento da 30mila euro...
Quelli che per l'accusa sono mandante e sicario si sentivano da mesi, si scrivevano, si mandavano messaggi vocali, si erano anche incontrati più volte
Quelli che per l'accusa sono mandante e sicario si sentivano da mesi, si scrivevano, si mandavano messaggi vocali, si erano anche incontrati più volte sia dal primo, a Faenza, che dal secondo, a Rubiera. E' quanto hanno riferito diversi testimoni, tutti poliziotti, giovedì durante la quinta udienza del processo per l'omicidio della 46enne Ilenia Fabbri - uccisa il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, per il quale sono imputati con l'accusa di concorso in omicidio pluriaggravato l'ex marito Claudio Nanni, 54enne inquadrato quale mandante del delitto, e il sicario reo confesso Pierluigi Barbieri, alias 'lo Zingaro', 53enne originario di Cervia ma domiciliato nel Reggiano.
In aula le foto del ritrovamento del cadavere: il dolore straziante della figlia
Le telecamere e i messaggi: la tecnologia "inchioda" gli imputati
Tra i testimoni c'è Massimo Montanari, viceispettore della squadra mobile di Ravenna: è lui che ha analizzato i messaggi sul telefono di Nanni, trovandone diversi scambiati con Barbieri. Il 9 ottobre 2020, in un vocale, Nanni dice a Barbieri “Parto tra 10 minuti”: la Polizia ha poi verificato che Nanni stava andando da Barbieri a Rubiera. Per fare cosa? Non solo: pochi giorni dopo, il 17 ottobre, Nanni scrive alla sorella Cristina mentre lui si trova in vacanza in Sicilia. Secondo l’accusa nei giorni antecedenti era già stato programmato l'omicidio, e l'allontanamento da Faenza sarebbe stata la scusa di Nanni per dimostrare di non essere lui l’omicida. Ma qualcosa va storto, e allora il 28 ottobre Barbieri scrive a Nanni dicendogli “che lo avrebbe notato sulla strada concordata”: quel giorno i due si sono incontrati di nuovo. Due giorni dopo, il 30 ottobre, Nanni si reca a Roma con la figlia per acquistare un'auto (acquisto che poi non va in porto): anche questo viaggio, per l'accusa, sarebbe stato finalizzato a far allontanare Nanni da Faenza mentre veniva compiuto l'omicidio. Ma ciò che attira maggiormente l'attenzione degli inquirenti, spiega il viceispettore di Polizia, è un messaggio vocale di Nanni del 10 dicembre 2020. Nanni è in quarantena dopo aver contratto il Covid. "Una volta che esco, dai... si fanno tutte le cose che bisogna fare, ok?". A quali "cose" allude Nanni? Per l'accusa non ci sono dubbi: l'omicidio dell'ex moglie.
Gli incontro tra Nanni e Barbieri vengono inquadrati dalle telecamere del distributore di benzina posto proprio di fianco all'officina di Nanni. Il 20 e il 29 gennaio 2021, pochi giorni prima dell'omicidio, i due si ritrovano proprio in quel luogo. E le telecamere, ispezionate dalla squadra mobile, immortalano anche Barbieri sulla sua Toyota Yaris che, all'alba del giorno del 6 febbraio 2021, si reca da casa sua a Rubiera fino a Faenza. Viene documentato tutto il tragitto: alle 5.13 il sicario reo confesso arriva a Faenza, alle 5.21 l’auto è in via Corbara, alle 6.42 si trova già a Russi. A quell’ora non solo Ilenia è già stata uccisa, ma il cadavere è già stato ritrovato e Arianna e Nanni sono già arrivati sul luogo del delitto. Barbieri viene inquadrato anche dalle telecamere di alcune abitazioni private nei pressi di via Corbara mentre si aggira a piedi con fare sospetto nel quartiere a una manciata di minuti dall'omicidio: indossa una giacca e delle scarpe che, come spiega il testimone commissario della Polizia scientifica di Roma, sono perfettamente compatibili con quelle indossate durante gli incontri nell'officina di Nanni.
L'investimento da 30mila euro in Ungheria
Tra i testimoni di giovedì c'è anche colui che durante le indagini è stato risoprannominato "l'ungherese", socio e referente per l'Italia di un'azienda in Ungheria specializzata nella compravendita di pellet. Azienda nella quale Nanni, tra agosto e ottobre 2020, aveva investito 30mila euro, per i quali incassava interessi mensili di circa 900 euro - un tasso altissimo, fa notare il presidente della Corte Michele Leoni sollevando dei dubbi sulla questione. Ma non è questo il punto: Nanni, a dicembre 2020, aveva chiesto di riavere subito indietro 15mila euro, senza però - spiega il socio dell'azienda - fornire tutta la documentazione necessaria alla restituzione. "Ha mandato messaggi un po' pesanti alla nostra commerciale - spiega l'uomo confermando quanto già detto dalla stessa commerciale durante la scorsa udienza - Erano sotto forma di minaccia. Le diceva 'Se non mi fai avere i soldi ti vengo a trovare, te la faccio vedere io...'. A quel punto sono intervenuto. Insisteva per riaverli in contanti". Secondo l'accusa, quei soldi sarebbero serviti per pagare l'amico per l'omicidio dell'ex moglie.