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Cronaca

"Stop femminicidi", un cartello nella casa dell'omicidio. L'autopsia: dieci bastonate

In via Padre Genocchi, ai piedi del cancello, è comparso anche un mazzo di fiori.

Sarebbero almeno una decina i colpi inferti con un bastone sul corpo di Giulia Ballestri, in particolare alla testa della donna. Diversi colpi alle mani e alle braccia denoterebbero il tentativo della donna di pararsi dai colpi, attutirli, allontanarli dalla testa. E' quanto avrebbe evidenziato l'anatomopatologo Franco Tagliaro che giovedì ha eseguito l'autopsia sul corpo della povera donna. Il medico, inoltre, avrebbe datato la morte in una giornata da giovedì e venerdì (il ritrovamento del corpo è stato effettuato domenica sera nella villa di via Genocchi). Dal corpo della vittima sono stati raccolti dei reperti che potranno essere utili per le indagini, come ad esempio i residui sotto le unghie. La Procura di Ravenna presumibilmente conferirà un altro incarico al medico legale per verificare eventuali ferite addosso a Matteo Cagnoni. Si continuerà inoltre con gli accertamenti tecnici, attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza e cellule telefoniche.

LA VILLA - Intanto un mazzo di fiori e un cartello rosso con la scritta “Stop femminicidio” sono comparsi nella casa del delitto. Sono questi gli elementi che, uniti ai sigilli della polizia scientifica, danno un segno della tragedia che si è consumata in quella villa immersa nel verde, a un passo dai giardini pubblici e dalla chiesa di Santa Maria in Porto. Via Padre Genocchi è una piccola strada del centro di Ravenna, a fondo chiuso, che termina proprio congiungendosi col viale che attraversa il principale parco pubblico della città.Una via che, però, è ipersorvegliata, data la presenza, a distanza di pochi metri, del comando provinciale della Guardia di Finanza e del retro di una casa di riposo. In quel breve tratto di strada si contano almeno cinque telecamere, che potrebbero aver ripreso i movimenti dell’assassino della 39enne

Le immagini potrebbero quindi essere una chiave di volta per le indagini, che vedono come unico indagato il marito, Matteo Cagnoni. Tornando in via Genocchi, non si sa chi abbia lasciato quei fiori, come non si conosce chi abbia agganciato al cancello quel cartello rosso. “Di certo non siamo state noi di Linea Rosa – afferma il presidente dell’associazione, Alessandra Bagnara -, perché vogliamo rispettare in tutto e per tutto il desiderio di riserbo della famiglia Ballestri”. E per quanto riguarda i bambini di Giulia? Esiste una procedura standard? “Ovviamente dovrà intervenire il Tribunale dei Minori, ma non esiste una procedura standard. Dipende da situazione a situazione”.

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