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Cronaca Faenza

Il grido di aiuto inascoltato di Ilenia Fabbri tra denunce e violenza: "Serve un cambiamento radicale"

Ilenia aveva denunciato l’ex marito per maltrattamenti dopo essere finita in ospedale, ma la denuncia era stata successivamente archiviata

Il 6 febbraio scorso a Faenza si è consumato l’ennesimo femminicidio, che ha visto la morte di Ilenia Fabbri. In seguito alle indagini, mercoledì sono stati arrestati Claudio Nanni, l’ex marito di Ilenia ritenuto mandante dell'omicidio, e Pierluigi Barbieri, conoscente di Nanni e considerato l'esecutore materiale del delitto.

Il grido di aiuto inascoltato

Nel 2017 Ilenia si era rivolta al Centro Sos Donna di Faenza e aveva intrapreso un breve percorso di accoglienza nel momento in cui si stava separando dall’ex marito, ricevendo le informazioni di cui aveva bisogno in quel momento. Nello stesso anno, aveva anche denunciato l’ex marito per maltrattamenti dopo essere finita in ospedale, ma la denuncia era stata successivamente archiviata. Ilenia, in seguito al percorso di fuoriuscita dalla violenza intrapreso, era poi riuscita a interrompere la relazione violenta con il marito e a separarsi dallo stesso.

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"La afferrava con le mani al collo nella parte posteriore e al polso sinistro e la strattonava contro il muro facendole battere la testa con minacce verbali", è scritto nella denuncia che nel 2017 Ilenia aveva sporto dopo essere finita al pronto soccorso. "Mi ha apostrofato dicendo che lui fa quello che gli pare e che se continuo a rompere le scatole mi stacca la testa dal collo". L’ex marito, come ha mostrato lunedì sera il programma Chi l'ha visto, l’aveva aggredita mentre la figlia Arianna era in camera sua e stava ascoltando la musica con le cuffie. "Violenza domestica", si legge nel referto medico dell'ospedale di Faenza. Ma dopo la denuncia poco era cambiato: Ilenia in alcuni messaggi mostrati durante la trasmissione spiegava alle amiche di avere ancora paura. "Ho chiamato la questura, ho spiegato e raccontato che mi ha già minacciato e sono molto impaurita perché ci sono già denunce in corso - scriveva Ilenia - Stasera è andato sul pesante, ho avuto paura. Ha detto che mi renderà la vita impossibile, perchè non ha più niente da perdere". Lei e il marito si stavano separando, ma nonostante i tanti problemi tra i due il giudice aveva stabilito che la coppia rimanesse sotto lo stesso tetto fino al divorzio. Ma quello di Ilenia è un grido di aiuto rimasto inascoltato.

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Sos Donna e il Coordinamento dei centri antiviolenza

"In questo caso risulta ancora più evidente come quando si racconta un femminicidio non si possa mai parlare di “raptus” o di “momento di follia”, come troppo spesso accade - commentano dall'associazione Sos Donna, centro antiviolenza di Faenza, e dal Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna - La violenza è sempre una scelta di chi la commette e, nel caso di Ilenia, è stata premeditata e addirittura commissionata a un esecutore e retribuita in denaro. Sappiamo molto bene che nessun caso di violenza contro le donne è frutto di una “follia momentanea”, ma piuttosto l’espressione di una violenza sistematica e radicata".

"Riconoscere l’importanza del percorso di fuoriuscita intrapreso da Ilenia e il suo coraggio nel lasciare il marito maltrattante e nel rivendicare la propria autonomia significa anche contestare l’interpretazione secondo cui il movente del femminicidio sarebbe il "profondo astio" che Claudio Nanni provava nei confronti di Ilenia Fabbri "a causa delle sue pretese economiche" conseguenti alla separazione del 2018 - precisano dall'associazione - L’esperienza delle operatrici e delle volontarie dei centri del Coordinamento ci insegna che quello che viene indicato come astio è piuttosto l’espressione di una cultura della violenza che colpisce le donne quotidianamente. Allo stesso tempo, il riferimento alle “pretese economiche” trasferisce ancora una volta la responsabilità sulla vittima, tra l’altro disconoscendo l’importanza dell’indipendenza economica nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. La violenza maschile contro le donne deve essere nominata per quello che è: la violenza di un uomo contro una donna che non rispetta le sue aspettative, l’espressione più estrema del tentativo di un uomo di controllare la vita e il corpo di una donna, colpevole di voler vivere la propria vita in modo libero, autonomo ed autodeterminato. Per questo ancora una volta ci ritroviamo a ribadire che è fondamentale che la violenza sulle donne venga letta e affrontata come un fenomeno sistemico e pervasivo, prodotto di una società patriarcale intrisa di stereotipi e da una cultura che ancora legittima la pretesa di controllo maschile sulle vite delle donne".

"Notizie come questa dimostrano la pervasività della violenza e il bisogno di un cambio radicale a livello politico e sistemico per il suo superamento. Ma sono anche motivo di grande dolore e sconforto per tutte noi, così come per tutte le donne che le leggono. Ci stringiamo a tutte le donne che in questo momento vivono una relazione abusante e a tutte quelle che l’hanno vissuta, nella speranza che questa notizia non le scoraggi nei loro percorsi di fuoriuscita dalla violenza ed autodeterminazione. La violenza di genere è quotidiana e sistematica e affrontarla da sole è molto duro. I Centri antiviolenza nascono proprio da questa esigenza di unirsi collettivamente nel contrasto alla violenza maschile sulle donne e nella lotta per la nostra autodeterminazione".

Da mercoledì 3 marzo e fino all’8 marzo, tra le 18.00 e le 23.00 il centro di Piazza del Popolo a Faenza sarà illuminato da un fascio di luce di colore rosso, simbolo della lotta contro la violenza di genere. Domenica 7 marzo, dalle 18.30, in Piazza del Popolo a Faenza si terrà un presidio statico in memoria di Ilenia Fabbri e di tutte le donne vittime di femminicidio.

Emilia Romagna Coraggiosa

"La violenza contro le donne è un fenomeno che purtroppo segna ancora il nostro tempo, come anche i recenti fatti di cronaca ci ricordano - scrivono da Emilia Romagna Coraggiosa - Esprimiamo vicinanza alla figlia e a alla famiglia di Ilenia Fabbri e, in quanto parte
dell’amministrazione, ci associamo e aderiamo e all’iniziativa comunale che vede il centro di Piazza del Popolo tingersi di rosso tra le 18 e le 23, come simbolo della lotta contro il femminicidio. Come forza di maggioranza ribadiamo la necessità di supportare iniziative per combattere le disuguaglianze anche a livello comunale, al fine di valorizzare le potenzialità di ogni persona senza distinzioni di genere. Faenza Coraggiosa sottolinea l’importanza dell’educazione alla parità di genere in ogni ordine di scuola, della prevenzione tramite percorsi formativi ed iniziative pubbliche e della messa in campo di più risorse volte a politiche di autodeterminazione della donna e alle pari opportunità. L’istruzione, la prevenzione e l’impegno economico sono strumenti fondamentali perché il cambio sociale si realizzi, con forza e coraggio!".

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