Omicidio Ilenia Fabbri, i medici: "Barbieri non aveva deficit cognitivi. Tornò a sniffare cocaina nei giorni dell'omicidio"
"Dal 20 gennaio all’8 febbraio 2021 (giorni che precedono e seguono l'omicidio di Ilenia, ndr) le analisi confermarono c’era stato un uso intensivo di cocaina, dopo una dichiarata astensione negli anni precedenti"
E' un'udienza veloce e tranquilla quella di mercoledì, la nona, per l'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, per il quale sono imputati con l'accusa di concorso in omicidio pluriaggravato l'ex marito Claudio Nanni, 55enne inquadrato quale mandante del delitto, e il sicario reo confesso Pierluigi Barbieri, alias 'lo Zingaro', 54enne originario di Cervia ma domiciliato nel Reggiano. Un'udienza molto breve rispetto all'ultima, in cui sono stati interrogati proprio i due imputati.
A parlare oggi sono alcuni testimoni chiamati dalle difese di Nanni e Barbieri. La prima, chiamata dall'avvocato di Barbieri Marco Gramiacci, è una psicologa che si occupa di traumi cerebrali e che nel 2017 ha fatto una valutazione psicologica su Barbieri dopo che nell'estate 2016 aveva avuto un grave incidente in moto, per il quale l'uomo stava facendo riabilitazione neuromotoria. "Lamentava perdite di memoria e difficoltà cognitive, si sentiva molto ansioso - spiega la donna - Comunque dall'esame è emerso che era tutto nella norma, se non qualche lieve deficit per la memoria a breve termine. Ha continuato il percorso riabilitativo e quando ci siamo rivisti era migliorato in quasi tutte le aree. In ogni caso non era deficitario a livello cognitivo nè prima, nè dopo l'intervento".
Il secondo è un ingegnere, chiamato dall'avvocato di Nanni Francesco Furnari, che riferisce sui tempi di percorrenza dell'auto di Nanni la mattina del 6 febbraio nella tratta autostradale da Imola a Faenza, quando dopo la telefonata allarmata della fidanzata della figlia stava tornando nella casa di via Corbara. Un percorso, secondo l'accusa - e secondo quanto è emerso dalla registrazione di quella telefonata, in cui Arianna per una decina di volte ripete al padre di andare più veloce - fatto troppo lentamente, con l'obiettivo di dare al sicario il tempo di agire e fuggire. L'ingegnere riferisce che Nanni per fare quel percorso ci ha messo 6 minuti e 58 secondi, con una media oraria dei 118,27 chilometri.
E' la volta di Andrea Cosma, conoscente sia di Nanni che di Barbieri in quanto tutti e tre legati dalla passione comune per le moto. Subito dopo l'omicidio, Barbieri ha spiegato di essersi fermato a casa dell'amico a Russi tornando verso Reggio Emilia. Dopo un iniziale momento di confusione - Cosma riferisce di aver visto Barbieri per l'ultima volta in una gita in moto a maggio 2021, quando in realtà Barbieri era già in carcere - l'amico conferma che Barbieri è passato da lui per una decina di minuti poco dopo le 7, senza però raccontagli nulla dell'omicidio che aveva appena commesso. "Quel giorno l'ho visto tranquillo - spiega il testimone - Dopo l'incidente in moto comunque lo vedevo più spento, e lo aveva notato anche Nanni". La sera del 6 febbraio, Cosma invia un messaggio in una chat di gruppo di motociclisti. 'Pilo paga da bere adesso': l'avvocato della figlia di Ilenia e Nanni, Veronica Valeriani, chiede delucidazioni su quel messaggio: si riferiva forse a Nanni? Era un modo per dire che avrebbe dovuto festeggiare la scomparsa della moglie - e quindi la fine della causa patrimoniale? "No - dice lui - mi riferivo a un amico che aveva comprato una Bmw nuova".
Parla brevemente Antonio De Murtas, dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Faenza, chiamato dalla difesa di Nanni. Il vicequestore ha supportato le indagini sull’omicidio svolte dalla squadra mobile della questura di Ravenna e parla della buca scavata sotto al cavalcaferrovia sul Lamone trovata il 17 marzo grazie alle informazioni date da Barbieri durante l’interrogatorio e dove, sempre secondo il sicario reo confesso, avrebbe dovuto essere seppellita Ilenia nel piano iniziale. “L'abbiamo individuata subito”, dice.
Infine è il turno di un medico specialista in tossicologia medica dipendente del servizio dipendenze patologiche alla Usl di Reggio Emilia, anche lei chiamata dalla difesa dell'ex marito di Ilenia. La dottoressa ha avuto in cura Barbieri per un breve periodo subito dopo l'omicidio, dall'8 febbraio 2021 fino al 24 febbraio. “Il quadro emerso a fine visita è un quadro di recidiva di un abuso di cocaina, non quotidiano ma per periodi brevi - riferisce il medico - Barbieri raccontò di averla assunta per reazione emotiva e per fronteggiare lo stress dovuto all’esito di un processo. Disse di aver fatto gli ultimi usi nelle giornate del 4, 5 e 6 febbraio (le giornate attorno all'omicidio del 6, ndr). Era in cura anche al centro di salute mentale per una diagnosi di disturbo bipolare, quindi lo contattai per avere la conferma della diagnosi e proposi a Barbieri un aumento della dose dello stabilizzante dell’umore che stava prendendo, il Depakin. Dal 20 gennaio all’8 febbraio 2021 le analisi confermarono c’era stato un uso intensivo di cocaina, dopo una dichiarata astensione negli anni precedenti". Proprio nelle giornate che precedono e seguono quella del tragico omicidio.