Omicidio di Ilenia Fabbri, niente perizia psichiatrica per il sicario reo confesso: "Non era incapace di intendere e volere"
La Corte d'Assise del Tribunale di Ravenna, presieduta dal giudice Michele Leoni, mercoledì pomeriggio ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica per Pierluigi Barbieri, imputato e sicario reo confesso dell'omicidio di Ilenia Fabbri
Il sicario reo confesso "non era incapace di intendere e di volere": con questa motivazione la Corte d'Assise del Tribunale di Ravenna, presieduta dal giudice Michele Leoni, mercoledì pomeriggio ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica per Pierluigi Barbieri, imputato e sicario reo confesso dell'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa il 6 febbraio 2021 nel suo appartamento di via Corbara a Faenza - per il quale sono imputati con l'accusa di concorso in omicidio pluriaggravato l'ex marito Claudio Nanni, 55enne inquadrato quale mandante del delitto, e lo stesso Barbieri appunto.
Dopo una breve camera di consiglio durata circa mezz'ora, la Corte ha respinto la richiesta presentata dai due avvocati degli imputati. L'intento del legale di Barbieri, Marco Gramiacci, era quello di dimostrare che il suo cliente ha eseguito esattamente quanto chiesto da Nanni, ovvero l'omicidio dell'ex moglie, mentre l'avvocato di Nanni Francesco Furnari al contrario - tramite la perizia psichiatrica appunto - avrebbe voluto dimostrare che Barbieri ha agito "di testa sua", forse d'impulso, quando la richiesta del suo cliente invece era solo quella di spaventare Ilenia.
La Corte ha ritenuto valide le testimonianze degli psicologi e degli psichiatri che in mattinata hanno spiegato come Barbieri non avesse mai manifestato deficit neurologici, ritenendo che il sicario non fosse quindi incapace di intendere e volere nè al momento dell'omicidio vero e proprio, nè in altro momento. Il pubblico ministero, Angela Scorza, si era opposta alla richiesta di perizia, appoggiata da tutte le parti civili (l'avvocato della famiglia di Ilenia, Massimilano Starni, si era rimesso alla decisione della Corte senza prendere posizione).