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Cronaca

Omicidio in via Bozzi, l'uomo confessa: "Mi voleva lasciare, l'ho soffocata"

Alla fine Valer Ispas Baciu ha confessato. Alla presenza dell'avvocato Francesco De Angelis il 44enne romeno dopo diverse ore di interrogatorio ha ammesso di aver afferato al culmine di una lite il collo della compagna

Alla fine Valer Ispas Baciu ha confessato. Alla presenza dell'avvocato Francesco De Angelis, il 44enne romeno dopo diverse ore di interrogatorio ha ammesso di aver afferato al culmine di una lite il collo della compagna, la connazionale Adela Simona Andro di 36 anni, e di averla soffocata, uccidendola. L'uomo ha anche sottolineato che la sua intenzione non era quella di toglierle la vita. Dopo il delitto, è rimasto per diverse ore a vegliare il cadavere incerto sul da farsi.

Dopodichè, in stato di shock, è uscito di casa, venendo notato da una vicina di casa sul pianerottolo che ha dato l'allarme ai Carabinieri. L'inchiesta è coordinata dal pm di turno Monica Gargiulo. L'accusa è di omicidio volontario. L'episodio si è consumato nella nottata tra lunedì e martedì in un appartamento al secondo piano in via Bozzi, a pochi passi dal tribunale, preso in affitto circa un anno e mezzo fa. L'uomo è un muratore saltuario con la passione del pugilato.

Giallo a Ravenna, trovata morta soffocata (Rafotocronaca)

ECCHIMOSI - Ad imprimere un'accelerazione sul caso sono state le ecchimosi individuate sul collo della vittima. Secondo una prima ispezione cadaverica, i segni sono compatibili con uno strangolamento. Di sicuro la donna è morta per asfissia. Il corpo è stato ricomposto nell'obitorio dell'ospedale cittadino. Quando gli inquirenti sono arrivati sul posto, il cadavere della donna era adagiato sul letto. La donna, con una figlia in Romania, dal 2010 lavorava per l'Ausl ravennate al servizio infemieristico domiciliare. Avrebbe dovuto presentarsi al lavoro nel pomeriggio.

ACCERTAMENTI -  Su Baciu saranno ora compiuti accertamenti per capire quali fossero le sue condizioni psicofisiche ed emotive. Non solo riguardo al presunto stato di ubriachezza dell'uomo ma anche alla situazione sentimentale. Come confermato dallo stesso legale, il romeno era molto legato alla compagna (non è chiaro se siano effettivamente sposati). Secondo quanto emerso dalle prime testimonianze lei sarebbe stata in procinto di lasciarlo. E' inoltre confermato il ritrovamento di un biglietto da parte dei carabinieri, con ogni probabilità scritto dallo stesso 45enne. Nelle prossime ore si attende la convalida del fermo. Ancora incerta l'ora del decesso che potrebbe risalire attorno alle 4 del mattino, cioé circa 5/6 ore prima del ritrovamento del cadavere che il marito ha dunque vegliato per tutto il tempo.

Giallo in via Bozzi, ipotesi omicidio (foto Argnani)

L'ASSESSORE PIAIA - “L’uccisione di Simona Adela Andro rinnova il senso di impotenza di fronte ad atti maschili così efferati e supportati da una mentalità ancora diffusa di disvalore nei confronti delle donne - è il commento dell’assessore alle politiche e cultura di genere Giovanna Piaia -. Mentalità che si traduce in gesti di odio impulsivo, frutto della incapacità di regolare una sana relazione con la donna”.

PD - “Questo dramma – commenta il segretario dell’Unione comunale del Partito Democratico, Danilo Manfredi – è la conferma di quanto sia ancora profonda la visione della donna come ‘proprietà’ che, quindi, non può decidere del proprio destino, salvo mettendo a repentaglio la propria esistenza. Troppi uomini continuano a voler segnare la propria presunta superiorità usando la forza, con atti di prevaricazione che arrivano, come in quest’ultimo episodio, all’eliminazione di chi osa mettere in discussione il loro ruolo. Non possiamo restare indifferenti di fronte a una situazione di questo genere: è sempre più urgente invertire la rotta e riaffermare con forza il concetto di parità. Un impegno culturale e civile, al quale dobbiamo rispondere tutti. E in fretta, per rendere giustizia alle troppe Simona Adela la cui vita è stata orribilmente stroncata”. 

NICOLA GRANDI - "La morte apre una ferita profonda nella nostra città, per fortuna così poco avvezza ad eventi di questo tipo - sottolinea il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Nicola Grandi -. Le riflessioni e le valutazioni espresse, così spesso esternate da donne, credo meritino una visione anche “maschile” della vicenda, che non può prescindere dallo sgomento che si prova di fronte a tanta bieca violenza e a quella visione così distorta dell’universo femminile che evidentemente ancora alberga in alcuni uomini".

"Da uomo sono indignato, quasi incredulo di fronte al fatto che anche nella mia città, a pochi passi da me, possano accadere fatti di questo tipo, soprattutto per il senso di impotenza che si prova di fronte a tanta cieca violenza, che così tanto dolore riesce a generare - chiosa l'esponente della lista civica -. Da politico però devo rilevare che il senso di impotenza è un po’ meno tale se rifletto sul fatto che proprio nella mia città è presente un’associazione, fiore all’occhiello fra le realtà di volontariato a livello nazionale, che si occupa esattamente di queste problematiche, e che con la passione e lo sforzo di tante volontarie, dipandando la sua azione sui più disparati fronti, dalla prevenzione alla protezione fisica di donne sottoposte a violenza ottiene risultati sorprendenti".

"Mi riferisco evidentemente a Linea Rosa, l’associazione da cui in qualità di consigliere comunale ho avuto occasione di essere ospite all’inizio del mio mandato ed il rinnovo della cui convenzione in corso con il Comune di Ravenna ho avuto la possibilità di votare con orgoglio in consiglio comunale (peraltro in buona compagnia di tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione) nei mesi scorsi - aggiunge Grandi -. La riflessione che è opportuno fare oggi però, di fronte ala gravità di questo fatto è un'altra e riguarda i tabù, la prevenzione che ancora resistono nei confronti di questa associazione e che con l’aiuto di ognuno di noi sarebbe opportuno abbattere uno dopo l’altro".

"Le volontarie di Linea Rosa sono in grado non solo di offrire protezione alle donne in pericolo o oggetto di violenza, ma anche e soprattutto di ascoltare, preservando l’anonimato e dando tutte le indicazioni per prevenire situazioni ben peggiori, l’aspetto forse più prezioso del loro lavoro, forse quello meno conosciuto - continua l'esponente di LpRa -. Ricordare a chi ci sta accanto e a chi ci capita di incontrare che rivolgersi a loro non è qualcosa di cui vergognarsi, non è un atto che significhi di per sé una denuncia, che comprometta sé stessi o il rapporto con il proprio partner potrebbe aiutare a salvare una vita umana, ricordarlo oggi e non dimenticarlo potrebbe servire a far si che la morte di Simona non rimanga un evento su cui spendere solo una fugace lacrima".

BERTOLINO (PDL) - "Sdegno e rammarico per la morte di Simona Adela - evidenzia Mauro Bertolino, coordinatore dei Portavoce del Gruppo consiliare Pdl del Comune di Ravennaaberrante la presunta motivazione per cui è stata stroncata questa giovane vita -. Sensazione di assoluta tristezza per eventi, per fortuna non quotidianamente così gravi, ma dello stesso genere che si succedono in città.
Non può esistere cultura, mentalità che possa decidere di negare o solo di condizionare la la ibertà altrui e le scelte che ne conseguono.
Sentiamo il dovere di pubblicare integralmente la nota ricevuta da una nostra sostenitrice: “purtroppo esistono ancora individui che si comportano in questa maniera, che pensano solo a se stessi e non al bene dell’altra persona che si trovano davanti, qualunque essa sia, non c’è più rispetto della vita e questo lo si può vedere nella quotidianità di tutti i giorni e non solo in questi eventi così tragici che sono la punta dell’iceberg di una società che non ha più valori. Noi abbiamo il dovere come genitori, come figli e come cittadini di ricostruire una società basata sulla verità, sulla giustezza, sulla libertà e sull’amore; le donne, che da anni ormai sono impegnate nella società, purtroppo, nella vita familiare, sono ancora considerate come una “proprietà privata” su cui si pensa di poter avere tutti i diritti. Non lasciamo che la morte di questa ragazza ci lasci indifferenti, cominciamo a vedere cosa possiamo fare veramente perché ciò non accada più”".

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