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Mercoledì, 7 Giugno 2023
Cronaca

Ancora vivo dopo aver ucciso la moglie e aver tentato il suicidio: ora è indagato per omicidio volontario pluriaggravato

Ha superato la notte Claudio Cognola, il 77enne che giovedì ha ucciso la moglie 82enne Maria Ballardini nel loro appartamento di via Gardella prima di tentare il suicidio lanciandosi dal balcone del terzo piano

Ha superato la notte Claudio Cognola, il 77enne che giovedì ha ucciso la moglie 82enne Maria Ballardini nel loro appartamento di via Gardella prima di tentare il suicidio lanciandosi dal balcone del terzo piano. L'uomo, nonostante il volo da un'altezza considerevole e l'età avanzata, è sopravvissuto alle gravissime ferite e nella tarda mattinata di lunedì si trovava ancora ricoverato in Rianimazione in prognosi riservata all'ospedale Bufalini di Cesena, dov'è stato portato subito dopo l'arrivo sul posto dei Carabinieri (chiamati dallo stesso 77enne dopo aver ucciso la moglie).

Omicidio in via Gardella (Foto Massimo Argnani)

Un omicidio che, ritiene la Procura - ma anche tanti vicini di casa -, sarebbe con ogni probabilità da addebitare alla disperazione dell'uomo, che ha accoltellato la compagna di una vita colpita da una malattia ai reni che le causava intensi dolori, tanto che viveva di fatto reclusa in casa a causa della disabilità. Ora l'uomo è indagato per omicidio volontario aggravato, dopo l'apertura di un fascicolo nelle indagini di cui è titolare il pm Marilù Gattelli, giunta sul luogo del delitto insieme al procuratore capo Daniele Barberini.

In ogni caso pare possa essere già esclusa la premeditazione: gli inquirenti infatti non hanno trovato biglietti, mentre in casa è stato trovato un coltello che verrà analizzato per confermare la compatibilità con le ferite riportate dalla donna. Sul cadavere della moglie è stata disposta l'autopsia, che rivelerà quante coltellate le siano state inferte dal marito. Gli inquirenti approfondiranno anche la malattia della vittima, che potrebbe essersi aggravata negli ultimi tempi. Tutti elementi che farebbero pensare a un gesto dovuto alla disperazione dell'uomo e non ai motivi che armano di solito la mano del compagno violento nei casi di femminicidio. Le associazioni femministe del ravennate hanno condannato il gesto dell'uomo classificandolo come femminicidio.

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