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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

'Operazione Baccus', associazione a delinquere tra Ravenna e Foggia: 4 ordini di carcerazione

Le imprese “cartiere” foggiane emettevano fatture per operazioni inesistenti - in relazione a fittizie forniture di mosto - in favore di una società vitivinicola con sede nel ravennate collegata all’organizzazione criminale

Il nucleo di polizia economico-finanziaria della gdf di Bari - con la collaborazione delle compagnie di Foggia, Trani e Ravenna - ha eseguito quattro ordini di carcerazione emessi dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari - Ufficio Esecuzioni Penali - nei confronti di altrettanti soggetti condannati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere e frode fiscale.

Si tratta di un 72enne, un 52enne, un 54enne e un 57enne considerati dagli inquirenti "promotori e organizzatori di un'associazione criminale finalizzata alla commissione di frodi fiscali a danno dell'Erario e dell'Unione europea, nonchè responsabile di fatto di un'impresa emittente fatture per operazioni inesistenti". Nei loro confronti la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bari ha disposto, inoltre, la sospensione dell’esecuzione della pena detentiva.

L'attività costituisce l’epilogo di una “tranche” delle complesse indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ('Operazione Baccus'), in esito alle quali il servizio centrale di investigazione criminalità organizzata Roma, il Gico. Bari e la compagnia della guardia di finanza di San Severo - nonché la squadra mobile della Questura di Foggia - l'11 giugno 2012 eseguirono un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal gip del tribunale di Bari nei confronti di 24 soggetti (di cui 17 in carcere e 7 agli arresti domiciliari). Contestualmente la locale Direzione Distrettuale Antimafia - con proprio provvedimento di urgenza - dispose il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per sproporzione e per equivalente, di beni e disponibilità finanziarie nei confronti degli indagati.

Le investigazioni - svolte, essenzialmente, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali nonché accertamenti bancari - hanno permesso di disvelare l’esistenza di un’associazione criminale, con base operativa in provincia di Foggia, finalizzata alla commissione di molteplici e gravi fattispecie delittuose, tra le quali l’usura e l’estorsione, aggravate dal metodo e dalla finalità mafiosa, nonché di frodi fiscali in danno dell’Erario e dell’Unione Europea attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte di numerosi soggetti economici controllati dal sodalizio anche per il tramite di “prestanome”.

Ingegnoso è risultato il modus operandi adottato dall’organizzazione criminale: le imprese “cartiere” foggiane emettevano fatture per operazioni inesistenti - in relazione a fittizie forniture di mosto - in favore di una società vitivinicola con sede nel ravennate collegata all’organizzazione criminale che, in questo modo, acquisiva ingenti crediti fiscali nonché il diritto ad accedere ad aiuti comunitari erogati dall’Agra. Quindi, la società ravennate pagava tali forniture fittizie alle imprese “cartiere” foggiane - con bonifico e maggiorazione dell'Iva - impiegando disponibilità finanziarie provento delle attività illecite commesse dall’organizzazione criminale e, nel contempo, conseguiva indebiti rimborsi fiscali per oltre 11 milioni di euro e illeciti contributi comunitari per oltre 18 milioni di euro.

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