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Cronaca

Cocaina dal Messico ordinata via Whatsapp: smantellata rete di spaccio, otto arresti

La droga, stoccata in Messico, secondo gli inquirenti veniva trasportata via aereo da due donne di origine messicana, ma con dimora in Italia, che la occultavano addosso o all’interno dei propri bagagli

La cocaina arrivava dal Messico tramite ordini fatti via Whatsapp. Nelle prime ore di martedì mattina, i Carabinieri della Compagnia di Livorno hanno dato esecuzione - nella provincia toscana e in quella di Ravenna - a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Livorno, su richiesta della Procura, nei confronti di otto persone, ritenute responsabili di spaccio di cocaina. Una nona persona è indagata in stato di libertà per lo stesso reato.

L’indagine, denominata "Porto nascosto" e coordinata dal pubblico ministero Massimo Mannucci, nasce a ottobre 2017 quando i militari dell’Arma sono riusciti a individuare in alcuni giovani livornesi i referenti dell’attività di approvvigionamento di cocaina, che successivamente provvedevano a commercializzare nel capoluogo toscano. È stata avviata così una complessa attività investigativa, con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che ha coordinato le attività all’estero e fornito supporto informativo e tecnico, che ha consentito di individuare il canale di rifornimento.

La droga, stoccata in Messico, secondo gli inquirenti veniva trasportata via aereo da due donne di origine messicana, ma con dimora in Italia, che la occultavano addosso o all’interno dei propri bagagli. I viaggi transoceanici venivano effettuati con cadenza quadrimestrale. È proprio al ritorno in uno dei loro viaggi dal Messico che le due donne sono state tratte in arresto a giugno, a Livorno e in provincia di Bologna, perchè trovate complessivamente in possesso di 850 grammi di cocaina pura, nonchè di materiale per il confezionamento e il taglio dello stupefacente.

Martedì mattina, oltre alle due donne, sono stati arrestati anche sei italiani, di cui cinque livornesi e una persona della provincia ravennate, accusati di aver immesso e ceduto lo stupefacente sulla piazza livornese, dove le consegne al dettaglio avvenivano su appuntamento concordato telefonicamente o tramite Whatsapp. Le indagini avrebbero anche acclarato come, attraverso una tabaccheria di Livorno, venivano effettuati movimenti di denaro sfruttando i circuiti finanziari di Postpay e WesternUnion, attraverso i quali venivano effettuate ricariche di tessere prepagate al fine di alimentare il circuito illecito dello stupefacente proveniente dal Messico. La Procura di Livorno ha richiesto per sette degli indagati l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e per un altro gli arresti domiciliari, con l’accusa di concorso e detenzione ai fini di spaccio, trovando la conferma del Gip. A carico di tutti e nove gli indagati sono state eseguite perquisizioni locali e personali.

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