rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tutto il ravennate in zona 'arancione scuro' per 15 giorni: la nuova ordinanza

Da martedì 2 marzo, e per due settimane, la zona arancione scuro verrà estesa a tutti i comuni della Ausl Romagna - esclusi quelli del distretto di Forlì - e quindi quelli delle province di Rimini e Ravenna e del cesenate

Da martedì 2 marzo, e per due settimane, la zona arancione scuro verrà estesa a tutti i comuni della Ausl Romagna - esclusi quelli del distretto di Forlì - e quindi quelli delle province di Rimini e Ravenna e del cesenate. Arriverà tra domenica e lunedì la nuova ordinanza che lo prevede, a firma del presidente della Regione, analoga a quelle già approvate per la Città metropolitana di Bologna e l’Imolese. L’obiettivo è lo stesso: arginare la diffusione del virus, a tutela della salute dei cittadini, in un’area peraltro molto vasta e densamente abitata. La decisione è stata presa sabato dopo le riunioni fra i sindaci dei territori coinvolti, insieme a Regione e Ausl Romagna.

Il provvedimento è più restrittivo rispetto alle misure nazionali in vigore per la zona arancione in cui è collocata tutta l’Emilia-Romagna dal 21 febbraio scorso e deriva dalle indicazioni medico-scientifiche che evidenziano una situazione di criticità, con l’andamento del contagio in costante crescita, anche fra i giovani e nelle scuole. Le restrizioni introdotte sono le stesse previste dall’ordinanza in vigore nei comuni del bolognese: no agli spostamenti, anche all’interno del proprio comune, e anche per visite a parenti e amici, se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità, e limitazioni alle lezioni in presenza, sul modello di ciò che in sostanza avviene in zona rossa. Da martedì 2 marzo, quindi, l’attività didattica si svolgerà esclusivamente a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado e per l’Università, mentre rimarrà in presenza per i servizi educativi 0-3 anni e le scuole d’infanzia. Non vengono invece sospese le attività economiche, nei limiti delle regole consentite in fascia arancione, comprese quelle per i servizi alla persona.

“Ancora una volta - affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - accogliamo la richiesta di intervenire arrivata dalla sanità e condivisa coi territori. Insieme ai sindaci prendiamo una decisione difficile e sofferta, consapevoli tutti delle difficoltà e della stanchezza con sui sono alle prese da mesi attività economiche, famiglie, studenti, ma abbiamo il dovere di ascoltare le autorità sanitarie e fare tutto ciò che possiamo per fermare la ripresa del contagio, più veloce a causa di nuove varianti e ora in grado di colpire maggiormente anche giovani e giovanissimi. Siamo al lavoro col Governo per accelerare il più possibile la campagna vaccinale, per avere ristori veloci, anche in presenza di ordinanze regionali, e i congedi parentali, per non lasciare soli i genitori nel momento in cui si agisce sulla scuola. Tenere duro adesso, con molta probabilità vuol dire affrontare l’ultimo miglio e guardare ai prossimi mesi con maggiore fiducia. Facciamolo tutti, ancora una volta”.

I sindaci: "Una scelta difficile ma necessaria"

"Non è una scelta che abbiamo preso a cuor leggero - spiega il sindaco Michele de Pascale - L'abbiamo ponderata attentamente, ma è una scelta cautelativa per proteggere le persone e limitare i danni alla salute. Oltre a crescere i contagi, in questi ultimi giorni sono aumentati molto i casi soprattutto nelle scuole elementari e medie, anche per il propagarsi della 'variante inglese'. Un contagio che poi, tramite i bambini, arriva alle famiglie. Sappiamo gli impatti pesanti che la chiusura delle scuole avrà sulle famiglie, ma se i dati cambiano devono cambiare anche i nostri comportamenti. Credo che questo provvedimento anticiperà un provvedimento molto forte che verrà preso dal Governo e che riguarderà gran parte del nostro Paese. Anche l'invito alle società sportive è quello di attenersi al massimo rigore: non possiamo lasciare a casa i bambini da scuola la mattina e fagli fare sport nel pomeriggio. Chiediamo quindi responsabilità. Siamo solidali con chi è in difficoltà da un punto di vista economico o familiare, ma la scelta di tutti i sindaci della provincia, della sanità e della Regione è stata quella di proteggere di più le persone, i ragazzi e le loro famiglie. Forse qualcuno poteva adottarlo fra una settimana questo provvedimento: non so cosa sarebbe cambiato, per cui abbiamo deciso di farlo subito. Non è finita, la battaglia è ancora in corso. Noi saremmo in grado in Romagna di vaccinare molte più persone di quelle che stiamo vaccinando, ma le dosi di vaccino che arrivano sono quelle. Per cui chiediamo ancora un sacrificio e comprensione per i provvedimenti che stiamo prendendo. Oggi non siamo in grado di dire se la Romagna diventerà rossa nelle prossime settimane, ma il trend è in crescita, quindi assumere questi provvedimenti significa ridurre il rischio di diventare rossi".

"La priorità è quella della prudenza e della responsabilità, il proteggere le persone - aggiunge Eleonora Proni, presidente dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna - E' difficile introdurre una stretta in più, è una gran fatica per tutti, ma è una decisione che abbiamo maturato con convinzione. Comprendiamo la difficoltà dell'organizzazione delle famiglie con le chiusure delle scuole, ma ci sono classi che hanno un numero davvero elevato di casi di Covid. Un provvedimento però da solo non basta: i controlli devono essere potenziati e devono anche essere assunti dei comportamenti da parte dei ragazzi e delle famiglie. Speriamo che sia uno degli ultimi sforzi che ci viene chiesto".

"Faenza in questi giorni ha avuto numeri importanti nelle scuole: i ragazzi da spettatori sono diventati protagonisti della dimensione Covid - spiega il presidente dell'Unione della Romagna Faentina Massimo Isola - Dopo un anno essere qui a chiudere le scuole fa male: allo stesso tempo però martedì a Faenza partono i vaccini per gli insegnanti. Siamo all'ultimo miglio, abbiamo degli strumenti che ci siamo conquistati a fatica. Vogliamo chiudere questa fase per poi rimettere al centro le nuove generazioni. Continuiamo a impegnarci per il bene pubblico, e per farlo dobbiamo prendere delle decisioni anche complesse ma indispensabili".

Carradori (Ausl): "I casi Covid sotto ai 19 anni sono aumentati del 50%: colpa della variante inglese"

"Dalla fine di gennaio abbiamo costantemente visto crescere la curva dei contagi con una differenza importante: se prima il Covid colpiva in particolare gli anziani, in queste ultime settimane la situazione si è totalmente invertita - spiega il direttore generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori - La percentuale degli over 80 positivi al Covid si è ridotta di quasi il 70%, questo grazie sia al vaccino sia perchè nel frattempo abbiamo avuto la dominanza della variante inglese, mentre i casi di Covid sotto ai 19 anni sono aumentati del 50%. Le scuole sono sicure, è tutto il movimento sociale che gli sta attorno che potenzia la maggior sensibilità dei giovani al virus e che fa sì che si diffonda. Abbiamo una potenza di produzione di 6000 vaccini al giorno e siamo fermi a un quarto della nostra potenzialità: fino a quando non arriveranno più dosi di vaccini, dobbiamo contrastare la diffusione del Covid. La variante inglese fino a tre settimane fa interessava il 13% dei casi: adesso siamo arrivati a oltre il 50% in Romagna e in alcuni contesti, come nei 4 comuni ravennati già in zona arancione scuro e nei Comuni a sud di Rimini, abbiamo punte fino all'80%. Questa variante colpisce di più i giovani e si diffonde molto più rapidamente".

"Altra questione: alcuni amministratori hanno deciso di comportarsi diversamente (il riferimento è alla zona di Forlì, che resterà in zona arancione, ndr) - attacca Carradori - La variante inglese però non conosce confini, noi avevamo proposto che fosse tutta la Romagna ad assumere questo provvedimento. Dobbiamo guardare come le cose si possono muovere, altrimenti di volta in volta qualcuno sta aperto e qualcuno sta chiuso e chi sta aperto determinerà nuove chiusure. Questo finchè non avremo raggiunto un certo livello di copertura vaccinale. Mediamente ogni giorno ci troviamo con 700-750 nuovi casi: fino a una settimana fa eravamo alla metà. Non abbiamo per ora un grande problema sugli ospedali, perchè abbiamo investito molto sul tamponamento e sul tracciamento; ma questa attività di tracciamento è possibile fino a quando i numeri sono gestibili. Perchè se dobbiamo contattare per ogni caso una decina di persone, e quindi circa 7-8000 al giorno, quelle persone che devono fare le telefonate non possono più dedicarsi a fare i vaccini".

Quali sono le limitazioni

Restano consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese. I datori di lavoro pubblici sono tenuti a limitare la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza fisica, anche in ragione della gestione dell'emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in smart working.  

Per quanto riguarda gli spostamenti, sono vietati sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi. L’eccezione è per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (come acquisto di beni) o motivi di salute. Non si potrà quindi uscire dal proprio comune, anche se di popolazione inferiore a 5.000 abitanti (come ora previsto e disciplinato per le zone rosse dall’articolo 2 del Decreto legge numero 15 del 23 febbraio scorso): resta la possibilità di recarsi in quelli limitrofi, ma solo per particolari necessità, come ad esempio per l’acquisto di prodotti che nel proprio comune sono introvabili. E’ esclusa anche la possibilità di effettuare visite a parenti e amici una volta al giorno, anche all’interno del proprio comune, o recarsi nelle seconde case, salvo situazioni di necessità. Rimane sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza e la possibilità per gli studenti di frequentare le lezioni in presenza, ove previste, se la scuola ha sede in un comune non compreso tra quelli soggetti a restrizione: potranno ovviamente andare e tornare.

Per la scuola, si stabilisce lo svolgimento in presenza delle sole attività dei Servizi educativi 0-3 anni e Scuole dell’Infanzia, mentre le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno a distanza al 100%. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata - come previsto anche dallo specifico decreto (7 agosto 2020) e successiva ordinanza (9 ottobre 2020) del Ministro dell’Istruzione.  Lezioni esclusivamente a distanza, sempre da martedì, anche per l’Università.

In ambito sportivo, sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l’attività sportiva svolta nei centri sportivi all’aperto. Resta consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto. Possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

Infine, sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell'emergenza epidemica.   

Attività di tracciamento e sorveglianza

Viene rafforzata ulteriormente l’attività di sorveglianza e tracciamento. Sono applicate tutte le misure indicate nella circolare ministeriale del 31 gennaio scorso, tra cui l’impiego del test molecolare nella sorveglianza dei contatti stretti e a basso rischio e la chiusura della quarantena a 14 giorni con test molecolare; inoltre, non potrà essere interrotto l’isolamento del caso confermato dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi ma dovrà proseguire fino all’effettuazione di un test molecolare con risultato negativo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tutto il ravennate in zona 'arancione scuro' per 15 giorni: la nuova ordinanza

RavennaToday è in caricamento