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Cronaca Faenza

Ospedali, Lega Nord: "Lugo e Faenza rischiano di chiudere il punto nascite"

La mozione di censura presentata dalla Lega Nord nei confronti dell'assessore regionale alla sanità Sergio Venturi in assemblea legislativa è partita da una querelle sui "punti nascite"

"L’assessore regionale alla sanità Sergio Venturi e il capogruppo Pd Stefano Caliandro hanno tranquillizzato sul mantenimento dei punti nascita esistenti, ma la sensazione è che Lugo e Faenza stiano per essere condannate dalle scelte dell’esecutivo Bonaccini".

La mozione di censura presentata dalla Lega Nord nei confronti dell’assessore Venturi è partita, in assemblea legislativa, proprio da una querelle sui “punti nascite”. "Si è banalizzato molto un discorso che per le comunità locali è estremamente importante – commenta il consigliere leghista Andrea Liverani – e Caliandro si è lasciato scappare che non consiglierebbe a una donna di partorire in ospedali dove non ci sia la sicurezza di una sala di rianimazione. Considerazioni inquietanti, mentre la realtà è fatta di tante situazioni, come quelle di Lugo e Faenza, in cui dopo tante promesse da parte del direttore generale dell’Ausl rimane un grosso punto interrogativo sulla sopravvivenza di questi reparti. A Faenza, per fare un esempio, è tornato a essere presente il pediatra nelle ore notturne, obbligatorio dal momento che è attivo un punto nascita. Ma non abbiamo assistito a un implemento delle figure professionali ospedaliere, piuttosto a una loro mera ridistribuzione, dovuta a una riorganizzazione interna. Inoltre tutti i parti a rischio, compresi i “cesarei” programmati, vengono sistematicamente dirottati all’ospedale di Ravenna, che sta esplodendo per via del sovraffollamento di pazienti. Invece a Lugo e Faenza, riducendo scientificamente il numero delle nascite, come si sta facendo, il rischio è quello di scendere sotto la fatidica soglia delle 500 nascite necessarie alla sopravvivenza dei due punti nascite e, quindi, dei suddetti reparti. Venturi e Caliandro decantano le lodi della sanità emiliano-romagnola, ma chi vive queste realtà da vicino è giustamente preoccupato".

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