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Cronaca

Parco del Delta: nel Ravennate parte il progetto di contenimento delle nutrie

Nonostante l'annata difficile non si sono fermate le attività del parco regionale: "Le risorse restano sempre limitate anche se implementate con le risorse derivanti dai finanziamenti europei"

Un anno difficile, che ha avuto riflessi non solo sanitari, ma che ha visto anche la cancellazione di importanti eventi all’interno del Parco del Delta, primo fra tutti la Fiera Internazionale del Birdwatching. Alla fine di questo 2020 il presidente del Parco, Diego Viviani e la direttrice Maria Pia Pagliarusco, tracciano un bilancio del lavoro effettuato e dei tantissimi progetti che interesseranno il futuro della Biosfera del Delta del Po. 

Diego Viviani prima vice e dal marzo di quest’anno, presidente del Parco, non nasconde le difficoltà attraversate, ma sottolinea anche i risultati ottenuti: “Abbiamo realizzato importanti progetti di riqualificazione del territorio, utilizzando al meglio i fondi europei, abbiamo nominato la Consulta del Parco, che darà voce a rappresentanti di vari mondi, anche dell’ambientalismo, che non erano rappresentati negli organi di governance e che adesso possono esprimere le loro idee, con una rappresentanza paritaria fra le province di Ferrara e Ravenna. Aggiungo con soddisfazione che abbiamo gestito in maniera ottimale aspetti ambientali critici di Valle Mandriole in collaborazione con il Comune di Ravenna dando avvio al progetto di contenimento delle specie invasive sulle Valli Ravennati, partendo dalla nutria”.

“Parlando di progetti europei – si inserisce Maria Pia Pagliarusco, Direttrice del Parco dall’1 maggio 2015 – ricordo che si stanno sviluppando le azioni previste nei progetto: Delta Lady, che mira alla revisione degli strumenti di governance con l’introduzione della disciplina dei servizi ecosistemici e loro pagamento; Il progetto Change we care, nato per individuare misure di contrasto agli effetti negativi che i cambiamenti climatici determinano nelle zone costiere in ordine alla biodiversità. L’area pilota scelta per l’attuazione del progetto nel Delta del Po è la Sacca di Goro. Senza dimenticare il progetto Life Perdix, che ha come obiettivo la reintroduzione in natura della starna italica, nelle Valli del Mezzano dove era presente fino agli anni 80. La specie è ora estinta in natura. Abbiamo ottenuto la comunicazione ufficiale del finanziamento del Life “anguilla” per la conservazione della specie in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Il progetto verrà avviato nel prossimo mese di gennaio”.

Il presidente si sofferma poi sui rapporti con la associazioni ambientaliste: “A volte siamo stati accusati di uno scarso coinvolgimento delle associazioni, in particolare Legambiente. Noi siamo assolutamente aperti al confronto e credo che con l’attivazione della Consulta, il dialogo si andrà rafforzando. Abbiamo davvero prestato attenzione a tutti gli aspetti della vita del Parco, sia dal punto di vista ambientale, che rispetto alla persone che lo abitano. Per esempio stiamo monitorando la presenza dei daini che spesso provocano incidenti sulle strade. Una presenza importante soprattutto a Lido di Spina, Lido di Classe, in via Cardinala nell’argentano”. E’ in corso di approvazione un piano di contenimento in collaborazione con la regione Emilia Romagna.

“Sempre in tema ambientale e nello specifico della conservazione della biodiversità e della convivenza tra uomo ed animale – interviene Pagliarusco – c’è il progetto che riguarda il lupo. Da 200 anni non si vedevano lupi in pianura. Adesso vi ha preso residenza in forma stanziale una famiglia, nelle valli di Argenta, composta da 7 elementi. Dobbiamo garantirne la conservazione in stato soddisfacente (così dice la norma), proteggerli e mantenere un habitat adatto alla loro sopravvivenza. Ma la loro presenza va gestita, per contenere i possibili effetti negativi, ricordiamo che il lupo è un predatore non propriamente mansueto. Ma voglio anche ricordare il coinvolgimento e la partecipazione cospicua delle scuole nei progetti di educazione ambientale, attraverso il web che ci ha consentito di non fermarci di fronte alla pandemia e ancora la sottoscrizione di un protocollo di intesa con la Regione per la tutela delle tartarughe marine ed ancora il miglioramento della gestione delle Dune Fossili di Massenzatica, e l’attenzione alla Riserva Naturale di Alfonsine, il regolamento dei tartufi che riguarda soprattutto il Mesolano”.

Si è parlato di progetti europei, ma sono stati ottenuti anche importanti finanziamenti nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale programmati insieme alla Regione: “Abbiamo sviluppato numerose progettualità sul verde (Bosco di Santa Giustina), – prosegue la direttrice – abbiamo completato la cartellonistica del Parco, realizzato le cosiddette Porte del Delta che danno maggiore visibilità all’intero territorio del Parco. A settembre abbiamo inaugurato la Sala degli Aceti, un edificio storico con doppio vincolo architettonico e paesaggistico che va a completare il percorso museale del Centro Visita della Manifattura dei Marinati. Per migliorare la regimentazione delle acque abbiamo riaperto la foce del Canale Gobbino che garantisce un ricambio di acqua alle valli di Comacchio. Abbiamo poi dato il via ad un progetto di contenimento delle specie invasive nel Ravennate, mirato al controllo delle nutrie, che si estenderà anche alla carpa e al gambero della Louisiana. Si è inoltre completato l’iter della candidatura alla Carta Europea del Turismo sostenibile ed il Progetto sul turismo sostenibile legato all’ampliamento della stagione turistica ed alla promozione di aree naturalistiche di elevato pregio ma ancora poco conosciute”. 

Il bilancio di un anno di lavoro del Parco non poteva esimersi dall’esaminare la parte economica ed amministrativa. Ne parlano all’unisono Presidente e Direttore: “Dal punto di vista economico le risorse restano sempre limitate anche se sono state implementate con le risorse derivanti dai finanziamenti di progetti europei che ci impegniamo a completare. Abbiamo attivato altre forme di autofinanziamento, come ad esempio la realizzazione e la vendita di magliette con logo del Parco e di shopper. Speriamo anche nei fondi che dovrebbero arrivare dal Recovery fund. Per quanto riguarda lo staff, avremo bisogno di migliorare lo staff tecnico integrandolo con un agronomo, ma anche implementare lo staff amministrativo soprattutto ai fini della gestione e rendicontazione della progettualità europea.

Da ultimo ma non meno importante un focus sulle anguille che restano sempre il canone connotativo della Valli di Comacchio e dell’intero Parco. “Il prossimo 23 dicembre, per il quarto anno consecutivo daremo luogo la liberazione delle anguille che potranno uscire dalle valli e fare rientro al Mar dei Sargassi allo scopo di favorire la riproduzione della specie. A questo proposito vogliamo sottolineare che negli ultimi anni la produzione di anguille è addirittura triplicata, grazie anche ad un miglioramento costante della regimazione delle acque”. Appuntamento quindi al 23 dicembre quando le anguille riprenderanno lo storico cammino verso il Mar dei Sargassi. Nel 2021 dovrebbe esserci anche la nomina del nuovo presidente: “Io sono subentrato da vice – precisa Viviani – al presidente Fabbri che è stato eletto in Regione. Quello che avrebbe dovuto essere un valzer di poltrone – conclude con una battuta - è diventato un lento… e così sono ancora qua”. 

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