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Cronaca

"Piani di zona", un milione e mezzo per anziani, minori, disabili e indigenti

L'assessore Valentina Morigi: "I piani di zona rappresentano una modalità per rispondere con sempre maggiore consapevolezza ai bisogni delle persone singole e delle famiglie in difficoltà"

La Giunta ha approvato il Programma attuativo 2017 del Piano di zona triennale per la salute e il benessere sociale. Si tratta di un importante documento di pianificazione sociale e socio sanitaria, una sorta di “piano regolatore del sociale”, che individua le strategie e le progettualità divise in cinque ambiti di intervento: infanzia, adolescenza, tutela dei minori e contrasto alla violenza di genere; promozione della multiculturalità; povertà e impoverimento; sviluppo e riorganizzazione dei servizi sociali; non autosufficienza (anziani e disabilità). Il Piano di zona si configura, infatti, come uno strumento per programmare il sistema integrato dei servizi e degli interventi sociali in rete con tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione di progetti per la salute ed il benessere della popolazione: Comune, Ausl, associazionismo e volontariato.

“I Piani di zona - afferma l’assessora ai servizi sociali Valentina Morigi - sono uno strumento fondamentale con il quale affrontiamo ed integriamo le politiche sociali a quelle sanitarie, formative ed educative. Una modalità per rispondere con sempre maggiore consapevolezza ai bisogni delle persone singole e delle famiglie in difficoltà. Grazie alle risorse, trasferite dalla Regione Emilia-Romagna, che ammontano a 1 milione e 421mila euro, sono 50 i progetti attivati rivolti ad infanzia, adolescenza, giovani, adulti, anziani e disabili, realizzati sul territorio ravennate, in collaborazione con il mondo dell'associazionismo e del volontariato. Quest'anno sono stati inseriti anche alcuni progetti innovativi rivolti all'area della disabilità, con particolare riferimento all'ambito della salute mentale. Sono stati infatti finanziati, per oltre 100mila euro, interventi per la promozione di attività sportive, ricreative e di socializzazione, con l’obiettivo di favorire il benessere delle persone disabili e la loro autonomia attraverso l'apprendimento di attività abilitanti, da realizzarsi in collaborazione con l'Ausl e le associazioni presenti sul territorio”.

Il Programma attuativo 2017 contiene, inoltre, una fotografia dei principali cambiamenti sociodemografici registrati negli ultimi anni: crescono le persone ultrasettantacinquenni (21.241 nel 2016 contro i 15.609 del 2004, con una variazione del +36,08%), con un'incidenza particolare sugli ultraottantenni (+ 46,12%). Crescono i minori in fascia 0-14 anni, che passano da 17.163 del 2004 a 20.041 del 2016, con un incremento del 16,77%, ma al contempo cala il numero medio dei componenti per famiglia (da 2,25 del 2004 a 2,14 del 2016, con un decremento del 5,07%), dovuto anche all'aumento di nuclei familiari unipersonali.

Crescono le situazioni di fragilità sociale e di nuova povertà, per le quali sono stati attivati nuovi strumenti di inclusione sociale, quali il Reddito di solidarietà ed il sostegno per l'inclusione attiva, volti a riconoscere un supporto economico alle persona in difficoltà legato ad un patto che impegni il beneficiario alla ricerca attiva di una soluzione formativa o lavorativa. Cresce anche il bisogno delle famiglie nel sostegno alla non autosufficienza, per il quale vanno ricercate nuove opportunità assistenziali, maggiormente flessibili in relazione alle diverse esigenze, anche in considerazione di una sempre maggiore rarefazione delle reti familiari. Il Programma attuativo 2017 approva inoltre anche il piano delle attività e delle risorse per la non autosufficienza, finanziato per oltre 21milioni di euro, che prevede interventi rivolti alla popolazione anziana e disabile attraverso diverse forme di supporto alle famiglie, come opportunità residenziali in strutture dedicate, servizi a domicilio (assistenza domiciliare, trasporti, pasti a domicilio, lavanderia, ecc.) ed erogazione di benefici (assegni di cura).

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