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Cronaca

La nuova vita delle piattaforme dismesse: un parco scientifico per lo studio della biodiversità

Può una piattaforma per l’estrazione del gas in mare diventare un parco scientifico, per studiare la flora e la fauna marina dell’Adriatico? Questi manufatti, considerati il simbolo della presenza dell’uomo nell’ambiente marino, sono aree del mare con grande ricchezza di biodiversità

Può una piattaforma per l’estrazione del gas in mare diventare un parco scientifico, per studiare la flora e la fauna marina dell’Adriatico? Questi grandi manufatti artificiali, considerati il simbolo della presenza dell’uomo nell’ambiente naturale marino, sono in verità, secondo autorevoli studi americani, aree del mare in cui si concentra una grande ricchezza di biodiversità. E per questo alcune piattaforme offshore in via di dismissione si apprestano a diventare dei veri e propri parchi per lo studio della vita marina.

E’ l’obiettivo del progetto Poseidon, voluto da Eni, in collaborazione con il Cnr, l’Ismar (Istituto scienze marine) e la Fondazione Cetacea. Le strutture in mare, terminata l’attività mineraria, ben si prestano a questo scopo, avendo avanzate dotazioni tecnologiche per esempio per ospitare impianti per la trasmissione dei dati a riva. Con Poesidon, quindi, le piattaforme diventano basi d’appoggio per l’analisi delle oasi di biodiversità che le circondano.

Poseidon è formato da sotto-progetti specifici, che riguardano tanto il monitoraggio della flora e della fauna attraverso sistemi sonar e telecamere subacquee, quanto la raccolta e lo studio dei segnali inviati dagli animali portatori di ricetrasmittenti, in particolare tartarughe e cetacei che sono soggetti a migrazioni spesso sfuggenti all’analisi degli studiosi.

Le  piattaforme off-shore destinate a questo maxi-progetto di studio della vita nell’Alto Adriatico si trovano al largo del tratto romagnolo tra Bellaria e Rimini, a circa 16 chilometri dalla spiaggia: si tratta della piattaforma “Azalea A”, realizzata nel 1984 e destinata ormai ad esaurire la sua potenzialità estrattiva, e dell’ “isola d’acciaio” monotubolare “PC73”. La “centrale” a terra di questo sistema di controllo e teletrasmissione dei dati è indicata, invece, in una stazione trasmittente di Marina di Ravenna.

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