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Cronaca

Picchia la moglie e le uccide il gatto: l'associazione animalista sporge denuncia

La presidente dell'associazione: "Chi è capace di uccidere a sangue freddo un gatto, o un qualsiasi altro animale, è capace di compiere qualsiasi efferatezza perché è sostanzialmente un sociopatico pericoloso"

Una storia di violenza a 360 gradi che mette in guardia anche il mondo delle associazioni animaliste. La vicenda dell'uomo accusato di aver picchiato la moglie, giungendo anche ad uccidere il gatto di cui la donna si prendeva cura, non lascia indifferente la LNDC (Lega nazionale per la difesa del cane) Animal Protection che ha dichiarato la propria intenzione di sporgere denuncia contro l'uomo accusato di violenze.

“Questa terribile storia purtroppo non sorprende nessuno, dato che le cronache sono tristemente piene di casi di maltrattamenti in famiglia e femminicidi, una vera piaga del nostro tempo - commenta affranta Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection - Allo stesso modo non sorprende che questo soggetto pericoloso e violento abbia riversato la sua crudeltà anche su un’altra creatura del tutto innocente come un povero gatto che aveva l’unica colpa di essere stato accolto e accudito dalla donna, a cui si era affezionato tanto quanto lei a lui. Non sorprende perché la letteratura scientifica è ormai concorde che la violenza sugli animali è strettamente correlata alla violenza sulle persone, in parole semplici la violenza è sempre tale indipendentemente dalla vittima. Chi è capace di uccidere a sangue freddo un gatto, o un qualsiasi altro animale, è capace di compiere qualsiasi efferatezza perché è sostanzialmente un sociopatico pericoloso.”

“LNDC Animal Protection sporge quindi denuncia per l’uccisione del gatto ai sensi dell’art. 544-bis del Codice Penale che prevede la reclusione fino a 2 anni per chi uccide un animale per crudeltà e senza necessità, proprio come in questo caso. Non ci stancheremo mai di ripetere che le pene attualmente previste dal Codice sono assolutamente insufficienti a sanzionare adeguatamente un comportamento così grave e pericoloso che, come dimostra perfettamente questo caso, è destinato ad essere rivolto anche contro le persone. La politica deve prendere atto della necessità di riformare le norme affinché queste persone vengano adeguatamente punite e, se possibile, riabilitate affinché non rappresentino più un pericolo per nessuno”, conclude Rosati.

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