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Cronaca

Ondata di influenza, atteso per Natale il picco. L'Ausl: "Preoccupa più del Covid, avviamo unità di crisi"

Le preoccupazioni sono legate a un incremento degli accessi in ospedale e a un comparto medico ancora sotto stress per i postumi della pandemia. Con l’aggiunta della continua difficoltà a livello di organici

Nelle ultime settimane i casi di Covid sono aumentati anche in Romagna, ma per il direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori occorrerà non abbassare la guarda nemmeno in vista della nuova ondata di influenza. "Che si farà sentire - avverte il direttore -. E per questo motivo ho già dato disposizione al nuovo direttore sanitario di attivare la prossima settimana quella che noi chiamiamo una unità di crisi, per prepararsi alla gestione adeguata nel modo migliore possibile dell’epidemia influenzale, che conoscerà un’evoluzione del picco nella seconda metà del mese di dicembre”.

Le preoccupazioni sono legate a un incremento degli accessi in ospedale e a un comparto medico ancora sotto stress per i postumi della pandemia. Con l’aggiunta della continua difficoltà a livello di organici. “Non sono pessimista sul Covid, in questa fase sono più preoccupato sull’epidemia influenzale - sostiene Carradori -. Abbiamo ancora la pandemia su cui non possiamo mettere ancora la parola fine, ma ci troviamo con un sistema sanitario molto provato, perché i miei colleghi che fanno assistenza hanno dato fondo alle loro energie. Il sistema è provato da così tanto lavoro, considerato che il mercato dei professionisti non ci rende nemmeno disponibile nuovo personale”.

E si addentra sui temi Covid e influenza: "Grazie alla copertura vaccinale che abbiamo nell’ambito del nostro territorio, con 2 milioni e 500mila dosi somministrate, c’è un livello di copertura importante. Anche se la quarta dose ad onor del vero non ha avuto, allo stato attuale, gran successo dato che siamo attorno alle 100mila somministrazioni. La pandemia influenzale sarà però fatta di ulteriori accessi al pronto soccorso e di ricoveri. Ora, se i medici del pronto del soccorso non riusciamo a reclutarli, è evidente che questo sottopone a ulteriore stress chi lavora e di conseguenza ulteriori attese per chi arriva in pronto soccorso. La mia attenzione allo stato attuale è sulla prossima influenza".

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