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Cronaca

Classe, caccia ai daini. Gli agricoltori della Cia: " Favorevoli al piano della Provincia"

La Cia Ravenna ha accolto positivamente il ‘piano sperimentale di prelievo del daino nel territorio agricolo ATC RA2 adiacente la Pineta di Classe’ deliberato dalla Provincia di Ravenna

La Cia Ravenna ha accolto positivamente il ‘piano sperimentale di prelievo del daino nel territorio agricolo ATC RA2 adiacente la Pineta di Classe’ deliberato dalla Provincia di Ravenna. Gli esperti, infatti, riferiscono di una situazione estremamente critica dell’area di riferimento che negli ultimi tempi è andata ulteriormente peggiorando. «Un aspetto forse non molto noto all’opinione pubblica riguarda il tema dei danni all’agricoltura provocati da animali selvatici", spiega Danilo Misirocchi, presidente Cia Ravenna.

"Questo argomento è spesso fonte di incomprensioni mentre sarebbe necessario avviare davvero un dialogo costruttivo. Allo stato delle cose – continua Misirocchi - un piano di cattura e/o di abbattimento di questi animali è necessario. Per questo abbiamo accolto positivamente il Piano deliberato dalla Provincia di Ravenna. Oltre ai danni alle colture agricole, con la loro presenza nella zona pinetata e nell’Oasi i daini contribuiscono a distruggere anche il sottobosco, considerata la predilezione di questa specie per la corteccia e per le giovani piante ed arbusti».

Nei pressi di Fosso Ghiaia, a ridosso della Pineta di Classe, alcuni decenni fa è stato inserito accidentalmente un piccolo nucleo di daini (dama dama), specie non autoctona, non appartenente alla fauna italiana originaria che, se confinata o circoscritta in ambiti territoriali ristretti, genera notevoli problematiche gestionali. Il piccolo nucleo è andato via via crescendo in maniera esponenziale ed ha iniziato a sconfinare e ad utilizzare per la propria alimentazione le aree agricole circostanti, raggiungendo, verso nord, i Fiumi Uniti, alle porte di Ravenna e, verso sud, il Fiume Savio, alle porte di Milano Marittima – Cervia.

I danni alle colture agricole sono fra le numerose problematiche che tali sconfinamenti provocano. In particolare su bietole da seme, in località Savio di Ravenna. Diverse aziende agricole singole e cooperative sono fortemente preoccupate di dover affrontare, oltre al danno provocato alle colture da seme, anche l’abbandono da parte delle ditte sementiere che potrebbero decidere di lasciare la zona di fronte all’inevitabile perdita di prodotto. Le aziende agricole dell’area interessata avevano già fatto presente agli uffici provinciali ed all’Atc Ra 2 il problema, mettendo in atto le pratiche relative alla prevenzione e dissuasione ma senza risultati apprezzabili.

«Negli anni l’agricoltura è diventata meno impattante e sono tornate a proliferare tante specie selvatiche, in alcuni casi scomparse dal nostro territorio. Noi agricoltori siamo soddisfatti di questo – afferma Misirocchi - ma dobbiamo prestare attenzione al nuovo assetto che si è creato. L’aumento indiscriminato del numero di individui di alcune specie fa sì che si crei uno squilibrio, con conseguenze sull’ambiente, sulle colture agricole e anche sui cittadini. In questo specifico caso, tra l’altro, la specie in oggetto è stata inserita accidentalmente alcuni decenni fa nel nostro territorio. I danni in progressivo aumento alle produzioni o agli allevamenti possono portare all’abbandono di colture di pregio, con effetti pesanti sull’indotto agricolo: occupazione, servizi, artigianato, industria e commercio».

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