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Cronaca Madonna dell'albero

I tempi stringono per la pista ciclabile "a metà": 2 mesi per il decreto di esproprio o la procedura decadrà

Il via libera del Tar arriva dopo 5 anni, ora la pista tra Madonna dell'albero e Ponte Nuovo rischia di saltare: il decreto di esproprio deve essere emanato entro il 22 maggio

Dopo tanta attesa, ora bisogna muoversi in grande fretta, altrimenti la pista ciclabile fra Madonna dell'albero e Ponte Nuovo potrebbe non venir mai realizzata. Una vicenda che appare quasi paradossale. Il tanto desiderato collegamento ciclopedonale, avviato nel 2016 e realizzato a metà, ora rischia di saltare se non si procederà velocemente all'emanazione del decreto di esproprio. La data limite è quella del 22 maggio. In quello stesso giorno del 2018, infatti, era stato approvato il progetto definitivo del secondo stralcio dell'opera.

Il progetto e lo stop

La pista ciclopedonale che dovrebbe collegare le frazioni ravennati di Madonna dell'albero e Ponte Nuovo vive ora un nuovo momento di tensione. Un collegamento importante, in particolare, per Madonna dell'albero, priva di collegamenti riservati a bici e pedoni per raggiungere altri centri abitati. Quello con Ponte Nuovo consentirebbe infatti alla frazione di "avvicinarsi" alla città passando da Ponte Nuovo, visto che l'altra ipotesi di una ciclabile parallela alla Ravegnana non ha mai preso corpo.

Nel 2017 era così partita la realizzazione del primo stralcio della ciclopedonale, nel tratto da via Dismano a via dell’Ulivo a Ponte Nuovo, lungo via del Pino. Un investimento da 300mila euro che aveva dunque portato a termine metà della ciclabile. Si doveva quindi procedere con la seconda metà dell'opera: il percorso che da via dell'Ulivo a Ponte Nuovo doveva giungere fino a via Pondi a Madonna dell'Albero, costeggiando per la maggior parte del tracciato lo scolo consorziale “Arcobologna”. A quel punto, però, tutto era rimasto bloccato. I lavori del secondo stralcio, infatti, non erano potuti partire a causa del ricorso al Tar di un privato. Ricorso che infine è stato respinto a fine 2022.

Nuove insidie

Con il pronunciamento del Tar si vedeva dunque una luce in fondo al tunnel, tanto è che il progetto del secondo stralcio della ciclabile è stato inserito dalla Giunta Comunale nel piano investimenti del Bilancio di previsione 2023, con una previsione di spesa pari a 660mila euro. La crisi, però, è dietro l'angolo. Il servizio strade del Comune, martedì, ha infatti pubblicato una determinazione dirigenziale che riguarda l'affidamento del contratto relativo al servizio di "Redazione tipo di frazionamento nuova linea di confine, prestazioni inerenti le aree oggetto di esproprio" nell’ambito dei lavori del secondo stralcio. Precisando nel documento che "occorre procedere con urgenza" e che il decreto di esproprio deve essere emanato entro il 22 maggio o "la dichiarazione stessa diventerà inefficace e l'intera procedura espropriativa decadrà". 

Come spiegano dal Servizio Strade, il frazionamento è pronto e la procedura è stata affidata alla società Surveying Systems. Con la determina pubblicata, dunque, si può presentare il frazionamento al catasto. Un passaggio che quindi potrebbe essere risolto rapidamente. Se infatti non si dovesse concludere la procedura entro il 22 maggio, tutto l'iter della seconda parte della pista ciclabile dovrebbe ripartire dall'inizio. Insomma, si guarda avanti con la speranza di concludere nei tempi questo step. Dopo di che sarà da rivedere il progetto originale: già, perché dopo 5 anni di stop e con il recente rialzo di materie prime, si dovranno infatti ridefinire in aumento i costi per l'appalto e la realizzazione dell'opera.

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