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Cronaca

Pochi medici di base dopo il pensionamento: il caso arriva in Regione

Il Gruppo Europa Verde ha depositato venerdi una interrogazione a risposta immediata per denunciare la carenza di medici di famiglia in Emilia-Romagna

In vista della prossima seduta dell’Assemblea legislativa regionale in programma la prossima settimana, il Gruppo Europa Verde ha depositato venerdi una interrogazione a risposta immediata per denunciare la carenza di medici di famiglia in Emilia-Romagna e per chiedere alla Giunta regionale di intervenire, anche presso il Governo, per trovare soluzioni immediate e concrete. 

Il medico di famiglia è la figura chiave intorno alla quale ruotano i servizi del servizio sanitario nazionale ed è il primo interlocutore a cui ricorrono i cittadini. Attualmente in Emilia-Romagna, nelle diverse Aziende Usl, i medici di assistenza primaria generale sono 2.901. I numerosi pensionamenti previsti nei prossimi anni rischiano però di creare seri problemi al sistema, come ha sottolineato in una recente intervista il Direttore delle Cure primarie della provincia di Ravenna Mauro Marabini.

"La pandemia ha evidenziato la strategicità della medicina del territorio che ha nel medico di famiglia un fondamentale strumento di intervento. Da qui la necessità di rafforzare questo canale di assistenza sanitari - sottolinea Silvia Zamboni, vicepresidente dell'Assemblea legislativa e Capogruppo di Europa Verde - Con l’interrogazione chiedo alla Giunta se non condivida la necessità di accelerare l’iter di formazione e di assunzione di medici di assistenza primaria generale per prevenire le carenze previste a seguito dei pensionamenti, e se non ritenga utile intervenire presso il Governo per far modificare la norma che impedisce ai medici disponibili a farlo di restare in attività oltre il limite dei 70 anni d’età".

"Infine - conclude la consigliera Zamboni - considerata la competenza delle Regioni in materia di sanità e la rilevanza della spese sanitaria per i loro bilanci, in sede di Conferenza Stato-Regioni sarebbe importante premere sul Governo nazionale perché richieda immediatamente all’Unione Europea i fondi del Mes (un prestito da circa 36 miliardi di euro, con un tasso di interesse vicino allo zero) che, considerato il riacutizzarsi della pandemia Covid19, rappresentano un’occasione imperdibile per fare fronte all’aumento della spesa sanitaria e per modernizzare e rafforzare il sistema della sanità pubblica italiana”.

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